Progetto BioEconomia Salute e Territorio, economia circolare per la filiera legno-energia
Sostenere la funzionalità economica ed ecologica della filiera forestale legno-energia, unendone gli aspetti di redditività, sostenibilità e coerenza con i cicli bio-geochimici degli ecosistemi, in ottica di green- e blue- economy. I tre aspetti di innovazione: 1) il reimpiego dei sottoprodotti generati dalla filiera forestale con lo scopo di una piena circolarità produttiva, incrementando la resilienza dei sistemi agro-forestali al cambiamento climatico; 2) rendere sempre più compatibile la produzione di combustibili legnosi forestali per ridurre i rischi ambientali e sanitari 3) definire gli schemi avanzati di certificazione della sostenibilità forestale.
Le potenzialità di innovazione che si pone ProBEST sono: 1) favorire l'uso agronomico di cortecce e remaglie; 2) favorire l'uso agronomico di ceneri, sia come sottoprodotto sia come componente di fertilizzanti di nuova generazione a ridotto impatto energetico; 3) favorire l'uso di benzine achilate presso imprese forestali piemontesi, riducendo i rischi e i pericoli del personale forestale e repilcando le condizioni d'impiego come format standard e ordinario; 4) favorire l'uso di fluidi biodegradabili riducendo i rischi potenziali di contaminazione ambientale; 5) Avanzamento dei requisiti delle certificazioni di sostenibilità forestale;
In un contesto di declino della produzione e lavorazione del legname da opera, i combustibili legnosi si sono rivelati l’elemento di traino dell’economia forestale piemontese. Tuttavia il feedback positivo si può innescare solo nel caso di produzione di combustibili qualificati, in grado di retribuire adeguatamente il lavoro forestale; laddove invece la domanda di mercato si concentra su combustibili economici ed è indifferente alla tracciabilità, viene piuttosto favorito il permanere di una economia sommersa, poco professionalizzata e scarsamente propensa alla crescita imprenditoriale e ambientale. Il mercato sta sempre più premiando un modello di azienda forestale in grado di produrre combustibili qualificati e di integrare l’intera filiera legno-energia, dal bosco alla vendita di energia termia. Ciò consente di incrementare il valore aggiunto dei combustibili legnosi, di garantire l’adeguata remunerazione del lavoro forestale e, in ultimo, di trasferire valore dall’energia verso il bosco, rendendo economicamente più vantaggiosa la gestione dei boschi piemontesi. Per le e piccole aziende del settore legno-energia, al fine di produrre combustibili di qualità, controllare l’intera filiera e garantire una sempre maggiore sostenibilità ed eticità della gestione forestale è opportuno affrontare alcuni elementi: 1) produzione di cortecce e ramaglia 2) impiego di benzine achillate 3) Impiego di fluidi biodegradabili per le operazioni in bosco. Solo affrontando tali elementi in un’ottica di innovazione e di premialità il settore forestale potrà crescere in maniera durevole, sia economicamente, sia in termini di effettiva sostenibilità ambientale e sociale.
Produzione di cortecce e remaglie. Nella produzione dei combustibili legnosi forestali (cippato o legna da ardere), per garantire una contenuta presenza di elementi incombustibili (ceneri) e quindi un basso livello di emissioni di PM10, si deve limitare la presenza di cortecce e ramaglia. Tuttavia, sia la sempre maggiore meccanizzazione forestale (che consente di lavorare piante intere), sia le prescrizioni di gestione forestale impongono sempre più l’esbosco della ramaglia. Attualmente essa può essere cippata e conferita, sostanzialmente a prezzo di costo, a impianti termoelettrici; oltre a non essere una soluzione particolarmente remunerativa, essa è limitata temporalmente, dal momento che gli impianti termoelettrici a biomassa legnosa andranno progressivamente a ridursi in numero con l’esaurirsi delle incentivazioni che ne sostengono la fattibilità economica. Probest intende favorirne un uso agronomico, mediante triturazione, impiego diretto (cortecce) o compostaggio (ramaglia), come pacciamante (cortecce) o ammendante (ramaglia) per l’incremento del carbonio organico nei suoli agricoli e in sostituzione delle torbe fossili (il cui impiego è in via di progressiva eliminazione, non essendo una risorsa sostenibile). Tale impiego, in Piemonte, è stato, negli scorsi anni, almeno in parte analizzato. Si prevede di individuare soluzioni operative che possano far convergere le produzioni di cortecce e ramaglia forestale e da gestione delle infrastrutture lineari e del verde, in un’ottica di sistema a carattere strettamente territoriale per l’economia circolare delle aree rurali.
Produzione ceneri: i piccoli impianti termici che possono essere gestiti direttamente dalle imprese forestali producono quantitativi assai limitati di ceneri di legno vergine. Tali ceneri, sebbene abbiano rilevanti qualità agronomiche e siano ricomprese tra gli ammendanti per agricoltura biologica, in Italia sono classificate come rifiuto speciale. Impianti efficienti e filiere totalmente controllate garantiscono di poter produrre ceneri di elevata qualità, ma tuttavia, date le limitate quantità prodotte, una impresa forestale non ha, in genere, la possibilità di stringere accordi di utilizzazione agronomica, che in base al Decreto Sottoprodotti (DM 13 ottobre 2016 n.264) consentirebbe di far uscire le ceneri dal circuito dei rifiuti. Di conseguenza le imprese forestali affrontano gli elevati costi della gestione come rifiuto (attualmente sino ad oltre 500€/t) e sono costrette a sprecare valore economico e agronomico. Probest intende favorirne l’uso agronomico, sia diretto come sottoprodotto, sia come componente di fertilizzanti di nuova generazione a ridotto impatto energetico. Si prevede di individuare quelle soluzioni organizzative ed operative in grado di assolvere ai requisiti normativi sull’impiego di materie prime seconde e di valorizzare appieno il potenziale sia agronomico, sia economico delle ceneri da combustione di legno forestale, secondo una moderna impostazione bioeconomica di valorizzazione in cascata
Impiego di benzine achilate: gli operatori di motosega sono esposti agli scarichi, non catalizzati, dei motori delle motoseghe; se queste sono alimentate con benzine comuni essi dunque inalano costantemente un cancerogeno (benzene). Sebbene esistano alternative commerciali prive di benzene (c.d. benzine alchilate) e nonostante la normativa sulla sicurezza dei lavoratori imponga al datore di lavoro di impiegare il prodotto non pericoloso ove disponibile, poche imprese forestali utilizzano, per ragioni di costo, le benzine alchilate. Infatti, tali benzine sono totalmente di importazione ed oltre a un incremento di prezzo dovuto al ristretto mercato nazionale, sono caricate di una doppia imposizione fiscale, sia nel paese di produzione sia in Italia. Probest intende favorirne l’uso presso le imprese forestali piemontesi, riducendo quindi l’esposizione del personale forestale a cancerogeni accertati e replicando le condizioni di impiego diffuso e ordinario che sono ormai uno standard in numerosi paesi transalpini. Una potenziale innovazione, di cui occorre verificare però la risposta delle imprese di settore, è la produzione nazionale (piemontese, in particolare) di benzine alchilate o, direttamente, di biocombustibili loro sostituti.
Impiego di fluidi biodegradabili per le operazioni in bosco: a differenza di altre nazioni europee (es. Svizzera, Austria, Germania) in Italia non è obbligatorio o incentivato l’utilizzo di fluidi di lavoro biodegradabili né per quelli certamente dispersi (es. olio lubrificante delle catene delle motoseghe), né per quelli delle macchine operatrici (fluidi idraulici), che possono essere riversati, anche in quantitativi significativi, in caso di incidente. Di conseguenza, oltre ad essere diffuse pratiche dolose e pericolose per la salute come il reimpiego di olii motore esausti nella lubrificazione delle motoseghe, il mercato dei macchinari forestali sfavorisce (per costi e garanzie fornite) la richiesta di macchine equipaggiate con fluidi biodegradabili. Probest intende favorirne l’uso presso le imprese forestali, riducendo i rischi potenziali di contaminazione ambientale, replicando le condizioni di impiego che sono ormai un obbligo in altri Stati e favorendo l’evoluzione del mercato dei macchinari forestali (e agricoli) in Piemonte ed Italia.
Avanzamento dei requisiti delle certificazioni di sostenibilità forestale: Probest intende favorire l’integrazione dei temi di progetto nei processi di certificazione, ampliando quindi il concetto di “sostenibilità certificata”. In questo, l’esperienza di progetto sarebbe, in tutto o in parte, un pilota non solo a livello nazionale, ma internazionale.
Presentazioni del Workshop “Buone Pratiche di Bioeconomia: un confronto tra progetti Europei sviluppati in Italia”
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