Cooperazione di Piccole Aziende per Soia ad Utilizzo Diretto
L'obiettivo che ci si prefigge di raggiungere è rendere possibile la coltivazione e la fruizione, biologica o a basso input, di soia a basso fattore antinutrizionale per promuovere l’inserimento di pratiche di innovazione (sementi, mangimistico e meccanizzazione agricola ) presso:
piccole aziende agricole zootecniche, che vogliono chiudere il ciclo aziendale della produzione dei mangimi direttamente utilizzabile dagli animali con questa coltivazione, riducendo così i costi ;
aziende agricole che vogliono diversificare la propria produzione agricola col fine della vendita diretta e della rotazione delle coltivazioni.
Le attività del progetto saranno: COLTIVAZIONE in 4 aziende agricole della soia con pratiche agrocologiche tra cui la TRAZIONE ANIMALE, GESTIONE della popolazione disoia SOMMINISTRAZIONE e test e del prodotto, FORMAZIONE e DISSEMINAZIONE presso aziende agricole. Nei 36 mesi ci attendiamo: 1. una popolazione eterogenea evolutiva di soia (glicine max) a basso fattore antinutrizionale adattata al contesto locale;2. introduzione nelle pratiche agronomiche delle tecniche, relazioni di cooperazione e materiale vegetale prodotto; 3. il riscontro positivo della somministrazione della popolazione eterogenea evolutiva;
4. la divulgazione delle pratiche e del materiale vegetale prodotto.
In Piemonte il settore zootecnico è prevalentemente orientato all'utilizzo di soia importata, sotto forma di farina. Per la prevenzione e la gestione dei rischi aziendali sarebbe necessario poter chiudere il ciclo di produzione aziendale dei mangimi. Le piccole aziende agricole zootecniche piemontesi, che operano in biologico o a basso input, non riescono a chiudere il ciclo aziendale della produzione dei mangimi con la coltivazione di soia direttamente utilizzabile dagli animali (quindi a basso fattore antinutrizionale). Dall'impossibilità di possedere in azienda tutte le attrezzature necessarie, alla mancanza di reperimento di macchinari da contoterzisti per coltivazioni su terreni di limitate dimensioni, all’assenza di conoscenze agrotecniche adeguate e di strutture necessarie alla gestione/stoccaggio della granella per finire con l’impossibilità di avere varietà adatte al territorio piemontese. Questo ultimo punto è importante perché il cambiamento climatico in atto sta avendo e avrà sempre più un impatto diretto e profondo nei prossimi anni sui sistemi agricoli determinando un continuo mutamento delle condizioni di coltivazioni che oscillerà in maniera significativa da un anno all'altro. Per far fronte a questo cambiamento è importante avere varietà di soia in Piemonte adattate nel tempo al territorio, con particolare riferimento all’uso di miscele varietali e/o popolazioni.
Non riuscire a prodursi il mangime in azienda, obbliga gli agricoltori all'acquisto di soia ad uso zootecnico, impegnando economicamente in maniera non indifferente le piccole realtà e imponendo scelte aziendali non sempre coerenti con alti standard qualitativi (anche inquinamento OGM), scelta ricercata da queste realtà produttive.
"L'obiettivo generale del progetto CO.P.A.S.U.DI. è l’adozione in Piemonte, mediante produzione, trasformazione ed uso, di una popolazione di soia caratterizzata dalla presenza di bassi fattori antinutrizionali, in regime biologico o a bassi inputs e in ambito zootecnico. Il processo vuole contribuire ad innovare le pratiche di gestione delle sementi tra le aziende, delle tecniche agronomiche e dei preparati mangimistici delle aziende agricole familiari e zootecniche tramite: 1) costituire popolazioni sito-specifiche adattate al contesto aziendale, moltiplicando per cicli successivi le sementi di soia base costituite da ERSA-FVG e da una popolazione di soia di origine francese, mediante una metodologia di evoluzione e adattamento (Composite Cross Population/CCP);
2) modificare l’ordinamento aziendale introducendo specifiche tecniche di coltivazione (che comprendono anche la trazione animale) in grado di minimizzare i costi di produzione e validare quindi le Linee Guida agrotecniche (dalla semina al post raccolta) utili anche ad altri agricoltori similari;
3) individuare un modello di collaborazione tra le aziende che permetta il mantenimento della variabilità genetica della popolazione nel tempo e costituisca i presupposti per la commercializzazione del materiale (anche alla luce del nuovo regolamento biologico della UE); 4) individuare il miglior sistema di trasformazione e miscelazione per l’uso diretto in azienda dei derivati proteoleginosi della soia ad uso zootecnico anche in considerazione dei risultati di analisi di laboratorio che si effettueranno sulla granella raccolta."
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
---|---|---|
pagina di progetto ospitata nel sito web del partner RETE SEMI RURALI
|
Link ad altri siti che ospitano informazioni del progetto
|
|
pagina di progetto ospitata nel sito web del partner SCUOLA AGRARIA SALESIANA
|
Link ad altri siti che ospitano informazioni del progetto
|
|
pagina di progetto ospitata nel sito web di A.S.C.I.
|
Link ad altri siti che ospitano informazioni del progetto
|