Strip cropping ed altri modelli di coltivazione agroecologici per produzioni ortive biologiche diversificate e rispettose della salute del suolo
Obiettivo generale del progetto è implementare in contesti reali aziendali tecniche a basso impatto ambientale e biologiche, basate su approcci agroecologici di diversificazione colturale in grado di favorire l’aumento delle rese produttive, generando al contempo esternalità positive di tipo ambientale e sociale quali la tutela della biodiversità funzionale (piante, artropodi, microrganismi ecc.), il sequestro di carbonio nel suolo e la riduzione di fenomeni erosivi e di dissesto idrogeologico del territorio.
Nel breve periodo (durata del progetto) il G.O. intende perseguire i seguenti obiettivi specifici:
Obiettivo 1. Introdurre sistemi colturali gestiti con il metodo biologico e con un’elevata impronta agroecologica (riduzione della specializzazione colturale). Ciò comporterà un cambiamento di organizzazione nelle imprese partecipanti. Infatti, l’applicazione della consociazione a strisce imporrà un adeguamento della tecnica agronomica in termini di: - lavorazione dei terreni per la ridotta profondità di lavorazione, di larghezza delle strisce che dovrà essere pari a multipli delle principali macchine operative (es. larghezza delle seminatrici e/o delle macchine per la raccolta); - gestione dei trattamenti fitosanitari (formulati registrati per le colture contigue) per il rischio di deriva; - accuratezza delle fertilizzazioni.
Obiettivo 2. Aumentare la produttività per unità di superficie e quindi anche i ricavi delle aziende agricole partecipanti, grazie a sistemi produttivi resilienti in grado di garantire redditi stabili
Obiettivo 3. Ridurre i fenomeni erosivi grazie alla copertura del terreno e alle minime lavorazioni
Obiettivo 4. Potenziare la lotta biologica conservativa e contenere le avversità biotiche. La riduzione della specializzazione colturale e l’introduzione di opportune fasce inerbite come infrastrutture ecologiche riducono la pressione di talune avversità biotiche come ad esempio quelle afidiche
Obiettivo 5. Migliorare il valore estetico del paesaggio grazie all’impatto visivo delle strisce colturali diversificate, che rendono l’agricoltore architetto del paesaggio rurale
Obiettivo 6. Preservare e possibilmente migliorare i servizi ecosistemici del suolo, in particolare in riferimento al sequestro di carbonio e all’incremento della sostanza organica e della biodiversità funzionale dei suoli agricoli
Da anni l’agricoltura biologica (AB) è in forte espansione, sia a livello nazionale che regionale. Secondo dati SINAB, infatti, nel periodo dal 2011 al 2021 si è passati in Italia da 1.096.889 a 2.095.379 ettari coltivati in regime biologico e nelle Marche da 54.209 a 111.928 (superando di oltre il 20% la media nazionale). Di questi circa il 3% sono dedicati alla coltivazione di ortaggi. Per quanto riguarda il numero degli operatori, nella regione alla fine del 2019 erano oltre 3.600 i produttori primari biologici (+37% rispetto all’anno precedente, cfr. Bioreport 2020 redatto da RRN) con una superficie media di circa 28 ettari/azienda, in linea con la media nazionale ma inferiore a quella del Centro Italia
L’innovazione proposta consiste dunque nella progettazione ed implementazione in 2 aziende pilota di sistemi produttivi orticoli ad elevata valenza agroecologica, caratterizzati dall’impiego di consociazioni a strisce (strip cropping) in abbinamento a colture di servizio agroecologico ed opportune rotazioni.