Introduzione di leguminose da granella ad uso alimentare e di innovazioni nella tecnica colturale, per implementare il reddito delle aziende cerealicole biologiche campane
L’obiettivo generale del progetto è quello di favorire la diffusione della coltivazione delle leguminose da granella - in particolare cece e lenticchia - negli areali cerealicoli campani, sia favorendo il trasferimento di innovazioni nella tecnica colturale e nella difesa dei legumi e del frumento (impiego di una nuova seminatrice denominata Seminbio, minima lavorazione, falsa semina, concia della semente con microrganismi utili, impiego di nuove molecole ecocompatibili per il controllo delle malattie) sia favorendo lo sviluppo di filiere a livello regionale - dal produttore al trasformatore - incentrate sulla valorizzazione delle produzioni di qualità, soprattutto biologiche. Con il trasferimento di queste innovazioni, si realizzerebbe un incremento della sostenibilità economica ed ambientale nei comprensori cerealicoli campani, sia perché verrebbe favorita la sostituzione, nelle rotazioni colturali con frumento, delle più diffuse leguminose foraggere (soprattutto favino) con le più redditizie leguminose da granella ad uso alimentare umano, sia perché verrebbero incentivate maggiormente le produzioni biologiche. Il progetto prevede la realizzazione, per un biennio, delle prove agronomiche di trasferimento delle suddette innovazioni nella tecnica colturale in due aziende cerealicole rappresentative (una nel beneventano e una nell’avellinese) con la valutazione della quantità e della qualità - chimica e tecnologica - delle granelle prodotte. Tali valutazioni verranno eseguite da due Partner pubblici (Ente di ricerca e Università) e da un trasformatore privato campano collegato alla grande distribuzione. Nel progetto rientra anche un Laboratorio privato altamente specializzato che si occuperà della concia microbiologica delle sementi ed è prevista anche la valutazione economica delle innovazioni proposte nelle suddette filiere produttive. Infine, è prevista un’ampia divulgazione delle attività e dei risultati attraverso svariati canali di disseminazione.
- La SeminBio ha migliorato l’abilità competitiva delle varietà di frumento nei confronti delle infestanti;
- ha migliorato le performance produttive della coltura senza intaccare la qualità della granella;
- ha promosso i principi della nuova PAC incentrati sulla produttività e la sostenibilità ambientale ed economica;
- la minima lavorazione ha dato risultati deludenti molto probabilmente a causa della natura fisico-chimica dei terreni (terreni pesanti);
- la presenza dei microrganismi nella rizosfera delle piante analizzate ha evidenziato buone performance di colonizzazione e sopravvivenza;
- le micotossine ricercate nelle cariossidi di frumento sono state sempre sotto il limite di quantificazione;
- è stato osservato un tendenziale effetto positivo dell’inoculazione dei rizobi su cece a Fragneto e sulla lenticchia a Calitri;
- è stato osservato un tendenziale effetto positivo dell’inoculazione del Consorzio 1 CREA + micorrize su frumento, soprattutto a Fragneto;
- la qualità della granella prodotta è stata buona e non influenzata dai diversi trattamenti.
Il progetto ha lo scopo di trasferire delle innovazioni nei sistemi cerealicoli della Campania al fine di favorire la competitività del sistema che, sempre di più, si sta convertendo al biologico. Le innovazioni che si intendono trasferite sono le seguenti:
- coltivazione di leguminose da granella ad uso alimentare umano (cece e lenticchia) al posto delle classiche leguminose foraggere, maggiormente utilizzate in Campania;
- adozione di un nuovo tipo di seminatrice (SEMINBIO) e della pratica della falsa semina , per favorire la competizione di frumento, cece e lenticchia nei riguardi delle infestanti;
- adozione della pratica della minima lavorazione per ridurre i costi di produzione e l’erosione dei suoli;
- concia delle sementi con microrganismi utili, al fine di favorire la produttività e la difesa di frumento, cece e lenticchia coltivati in biologico;
- analisi economica delle innovazioni adottate;
- creazione di una filiera corta in Campania soprattutto per il cece e la lenticchia (ad es. ritiro del prodotto da parte di Agria-Marchio Select).
Al progetto partecipano i Partner pubblici (Enti di ricerca e Università) CREA di Pontecagnano, di Foggia e di Caserta e il Dipartimento di Agraria di Portici (UNINA).
Inoltre, partecipano i seguenti Partner privati: Bioagritest (per la concia delle sementi), Agria-Select (per la caratterizzazione tecnologica delle granelle di leguminose), Azienda Agricola De Martini (BN) e Azienda Agricola Zampaglione (Calitri, AV).
Le leguminose da granella stanno acquisendo sempre più importanza per l’alimentazione umana in quanto il crescente fabbisogno di proteine non può essere più soddisfatto, in futuro, con quelle di origine animale - insetti a parte – visto i noti effetti negativi sull’ambiente degli allevamenti zootecnici. I vasti areali cerealicoli della Campania (oltre 112.000 ha con quasi 34.000 aziende) sono altamente vocati per la coltivazione di legumi quali cece e lenticchia. Attualmente, le colture in successione al frumento sono soprattutto favino ed erba medica. Queste leguminose foraggere, così come il frumento, non sono in grado di assicurare redditi soddisfacenti a causa dei bassi prezzi di mercato che possono anche impedire il recupero dei costi di produzione. Essendo le quotazioni di cece e lenticchia più elevate rispetto a frumento e favino (70-90 contro 22-25 euro/q), anche perché c’è una crescente richiesta di tipologie di prodotti di origine vegetale, italiani, nutrienti e biologici, esistono tutti i presupposti per favorire una filiera regionale dei legumi per l’alimentazione umana negli areali cerealicoli. Pertanto, il POI intende trasferire delle innovazioni agronomiche per cece, lenticchia e frumento che consentano di ridurre i costi di produzione e di migliorare produttività e qualità dei prodotti, riducendo anche l’impatto ambientale. Le pratiche che si intendono trasferire sono: 1) impiego della SEMINBIO, una nuova seminatrice che simula una semina a spaglio regolare sia nella distribuzione del seme che nella profondità di semina, consentendo quindi una migliore copertura del suolo da parte delle colture, che risultano così più competitive verso le infestanti anche in assenza di diserbo; 2) adozione della pratica delle falsa semina che, attuata con costanza negli anni, consente di ridurre notevolmente il carico di semi nel suolo; 3) adozione della minima lavorazione, pratica che consente di ridurre i costi di preparazione del letto di semina. 4) concia del seme con microrganismi utili, tali da favorire la competitività, la difesa biologica e la produttività delle colture. Inoltre, solo per il frumento, si intendono impiegare alcune nuove molecole idonee per la difesa in biologico. La SEMINBIO verrà proposta anche in combinazione con la falsa semina e con la minima lavorazione. Al POI partecipa anche una importante Ditta che commercializza legumi secchi nella grande distribuzione (famoso è il marchio SELECT) , così da chiudere la filiera.
Introduzione della Semibio per il controllo delle infestanti, combinata o meno con la tecnica della falsa semina
Concia delle sementi di frumento con PGPR e funghi antagonisti
Introduzione di cece e lenticchia nella successione colturale a frumento
Concia del semi di cece e lenticchia con rizobi più efficienti nell'azotofissazione
1. coltivazione di leguminose da granella ad uso alimentare umano (cece e lenticchia) al posto delle classiche leguminose foraggere, maggiormente coltivate in Campania;
2. adozione di un nuovo tipo di seminatrice (SEMINBIO) e della pratica della falsa semina (*), per favorire la competizione di frumento, cece e lenticchia nei riguardi delle infestanti;
3. adozione della pratica della minima lavorazione per ridurre i costi di produzione e l’erosione dei suoli;
4. concia delle sementi con microrganismi utili, al fine di favorire la produttività e la difesa di frumento, cece e lenticchia coltivati in biologico;
5. analisi economica delle innovazioni adottate;
6. creazione di una filiera corta in Campania soprattutto per il cece e la lenticchia (ad es. ritiro del prodotto da parte di Agria-Marchio Select).
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