Strategie innovative nella filiera vitivinicola per produzioni a tutela dell’ambiente e della salute del consumatore
Gli obiettivi sono: a) limitare o annullare l’uso del rame in viticoltura biologica usando prodotti alternativi nella difesa antiperonosporica per ottenere uve di qualità; b) ottimizzare gli interventi colturali (defogliazione, vendemmia) e l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti con tecniche di smart viticulture e precision farming; c) applicare nuove tecniche colturali per l’adattamento al mutato contesto climatico in base al monitoraggio precoce del decorso della maturazione; d) sviluppo di tecniche di vinificazione delle uve biologiche per ottenere vini a basso o nullo tenore di solfiti ed idrogeno solforato di migliorata qualità sensoriale.
1. Limitare l’uso del rame in viticoltura biologica con prodotti alternativi nella difesa antiperonosporica del vigneto biologico.
2. Ottimizzare gli interventi colturali, l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti con tecniche di precision farming.
3. Applicare nuove tecniche colturali per l’adattamento al mutato contesto climatico
4. Sviluppo di tecnologie di vinificazione da uve biologiche per vini senza solfiti aggiunti e basso contenuto di H2S.
5. Sviluppo di tecniche di vinificazione di uve biologiche per ottenere vini a ridotto contenuto di solfiti.
6. Divulgazione delle attività del progetto: creazione di un sito web;.attività di tipo frontale (seminari, convegni, prove dimostrative).
La filiera vitivinicola sostenibile è basata su una razionale gestione del vigneto (difesa antiparassitaria, gestione della chioma e nutrizione), contenimento costi di produzione e valorizzazione dei vini. In agricoltura biologica, zolfo e rame sono tra i pochi principi attivi consentiti. Il rame (metallo pesante) si accumula nei suoli, ha effetti tossici per flora microbica e per la coltura. L’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM), Moncaro, ASSAM, hanno già avviato strategie di difesa dalla peronospora, con prodotti alternativi al rame: il chitosano è in grado di contenere efficacemente le infezioni peronosporiche. Il cambio climatico in atto anche nelle Marche richiede di innovare le tecniche di gestione del vigneto introducendone di nuove quali l’uso di antitraspiranti naturali e la defogliazione apicale tardiva. Applicare queste tecniche, valutate da tre Università italiane (UNIVPM, Perugia e Piacenza), ha dato esiti positivi: conoscenza del grado di vigoria del vigneto e della maturazione dell’uva a partire dall’invaiatura. Le tecniche di viticoltura di precisione disponibili possono supportare le strategie gestionali, il ricorso alla vendemmia meccanica permette di raccogliere tempestivamente uve sane e mature contenendo i costi di produzione.
Durante il processo fermentativo sono stati valutati e sperimentati due starter appartenenti alla specie Saccharomyces cerevisiae selezionati dall'UNIVPM a partire da starter autoctoni isolati dalla zona di produzione del vino Verdicchio mediante incroci selettivi con due ceppi autoctoni migliorati, allo scopo di limitare la produzione di idrogeno solforato e anidride solforosa. Sono già testati con prove svolte con la cantina Moncaro nelle vendemmie 2015-17.
Limitare o annullare l’uso del rame in viticoltura biologica usando prodotti alternativi nella difesa antiperonosporica per ottenere uve di qualità.
Ottimizzare gli interventi colturali (defogliazione, vendemmia) e l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti con tecniche di smart viticulture e precision farming.
Applicare nuove tecniche colturali per l’adattamento al mutato contesto climatico in base al monitoraggio precoce del decorso della maturazione.
Sviluppo di tecniche di vinificazione delle uve biologiche per ottenere vini a basso o nullo tenore di solfiti ed idrogeno solforato di migliorata qualità sensoriale.
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