SOstenibilità ambientale, Innovazioni di processo e di prodotto per la competitività deLLE coltivazioni Senza Suolo in Puglia - Gruppo Operativo
I sistemi di coltivazione senza suolo sono un importante strumento per migliorare la sostenibilità e la competitività delle colture protette. L’interesse per la coltivazione senza suolo a livello europeo è rilevante. Il progetto si propone di trasferire innovazioni tecnologiche e know-how sui sistemi senza suolo e su prodotti innovativi (ad es. micro-ortaggi e fiori eduli, varietà "locali", ortaggi "bio-fortificati"), al fine di supportare il consolidamento delle aziende sul mercato e la crescita delle start-up innovative. Il progetto prevede un'ampia attività di divulgazione, per condividere i risultati del progetto con tutti gli stakeholders interessati.
Le principali attività di progetto sono incentrate su:
- divulgazione tecnica a livello regionale;
- tecnologie ‘di precisione’ per la gestione dell’irrigazione e della fertilizzazione;
- applicazione di tecnologie di illuminazione supplementare LED;
- tecniche senza suolo per la produzione di uva da tavola extrastagionale;
- introduzione di prodotti innovativi ad alto valore aggiunto;
- confronti varietali per la selezione di varietà adatte alle colture senza suolo in ambiente mediterraneo;
- valutazione del rapporto costi-benefici delle singole innovazioni in relazione alle differenti tipologie aziendali, e definizione di possibili strategie di valorizzazione commerciale.
L’orticoltura in ambiente protetto, settore ad elevato valore economico, si caratterizza per l’elevata predisposizione a recepire innovazioni del processo produttivo, tra cui i sistemi di coltivazione senza suolo (SCS) o idroponici. In virtù della completa indipendenza dal terreno, i SCS consentono l’ottimizzazione delle condizioni fisico-chimiche nell’ambiente radicale e un controllo più efficiente dei patogeni, con standard qualitativi più elevati e con un uso minimo di pesticidi. I SCS rappresentano quindi un importante strumento per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare la sostenibilità e la competitività delle colture protette.
Tuttavia, la loro diffusione è ancora limitata in Puglia. L’adozione di sistemi SCS, infatti, richiede un continuo aggiornamento tecnico e tecnologico, ed è quindi importante rafforzare il legame tra ricerca e aziende al fine di favorire il trasferimento continuo di conoscenze e innovazioni. Negli anni ’90, la fitta rete di relazioni instaurate fra i diversi attori del panorama dei SCS in Puglia ha permesso il consolidarsi di realtà di eccellenza, quali l’Azienda Sperimentale ‘La Noria’ del CNR-ISPA e l’Azienda dei F.lli Lapietra, e di recente si è riscontrato un rinnovato e crescente interesse di molti orticoltori, in particolare di più giovane età.
Il progetto ha promosso una rete di soggetti rappresentativi del comparto regionale dei SCS (aziende con diversi livelli tecnologici e caratteristiche commerciali, enti di ricerca, fornitori di servizi di consulenza tecnica). Attraverso incontri di approfondimento fra i partner del costituendo GO, sono stati quindi individuati specifici fabbisogni connessi con la necessità di introdurre tecnologie per utilizzare in maniera più efficiente e sostenibile le risorse, innovare processi e prodotti, valutare i vantaggi economici derivanti dall’adozione di innovazioni e consolidare la posizione delle aziende sul mercato.
1) Tecnologie ‘di precisione’ (smart e low cost) per la gestione dell’irrigazione e della fertilizzazione nei SCS, al fine di aumentare l’efficienza d’uso di acqua e fertilizzanti e ridurre l’impatto ambientale delle produzioni;
2) Tecniche di coltivazione senza suolo e tecnologie di illuminazione supplementare (LED) per la destagionalizzazione produttiva, in relazione sia all’anticipo di produzioni frutticole (es. uva da tavola in SCS) che alla piena produzione invernale di ortaggi estivi (es. pomodoro e cucurbitacee);
3) Introduzione di prodotti innovativi ad alto valore aggiunto, per differenziare l’offerta aziendale e/o cogliere specifiche opportunità del mercato (ad es. micro-ortaggi e fiori eduli, varietà orticole ‘locali’ e/o innovative, ortaggi ‘bio-fortificati’);
4) Valutazione del rapporto costi-benefici delle singole innovazioni SCS in relazione alle differenti tipologie aziendali, alla propensione all’investimento e alle condizioni di mercato, e definire possibili strategie di valorizzazione commerciale dei prodotti ottenuti con SCS.
I principali risultati attesi sono:
1) a livello produttivo: i) miglioramento della gestione delle colture orticole in serra attraverso l’adozione di tecnologie ‘di precisione’; ii) miglioramento della produzione nel periodo autunno-invernale mediante l’impiego di illuminazione artificiale; iii) introduzione e/o sviluppo di prodotti/processi innovativi (uva senza suolo, micro-ortaggi, fiori eduli, ortaggi a valore nutrizionale ‘personalizzato’); iv) ottimizzazione delle scelte varietali sulla base di screening effettuati dal progetto in contesti aziendali;
2) a livello economico: i) incremento della redditività aziendale grazie all’aumento dell’efficienza d’uso delle risorse ed al miglioramento della produzione (in termini qualitativi e quantitativi); ii) introduzione di innovazioni di prodotto e differenziazione dell’offerta aziendale; iii) migliore posizionamento sul mercato in seguito all’adozione di strategie di marketing basate su qualità e sostenibilità delle produzioni SCS; iv) aumento della competitività aziendale grazie alla formazione di competenze tecniche e imprenditoriali;
3) a livello ambientale: i) riduzione dei consumi di acqua e fertilizzanti conseguente alla gestione razionale della fertirrigazione con strumenti adottabili anche da aziende a basso contenuto tecnologico; ii) riduzione del rilascio di soluzioni nutritive esauste nei corpi idrici di falda, in seguito al controllo del run-off reso possibile dall’impiego di sensori; iii) definizione su base scientifica degli impatti ambientali dei SCS; iv) valorizzazione dell’agro-biodiversità regionale a seguito del recupero su scala commerciale di varietà locali;
4) a livello sociale: i) potenziamento della sinergia fra comparto delle produzioni orticole di serra e mondo della ricerca; ii) ampliamento dell’offerta formativa a vantaggio del settore orticolo regionale; iii) supporto tecnico-scientifico ad iniziative imprenditoriali giovanili.
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