La fibra dell'agri-selvicoltura trentina
Il progetto si prefigge di sperimentare e promuovere utilizzi innovativi delle risorse forestali locali, attraverso la realizzazione di prodotti utilizzabili nei processi dell'agricoltura trentina partendo dal comparto produttivo fino alla commercializzazione dei prodotti agricoli. Nello specifico vuole valutare prodotti legnosi trasformandoli in fibre, tessuti e materiali per la legatura delle colture, per la copertura, per gli imballaggi in rete e packaging, in sostituzione degli attuali materiali di origine fossile. Le fibre del legno, infatti, se opportunamente trattate possono dar luogo a prodotti completamente biodegradabili, utilizzabili nel settore agricolo.
Il progetto si articola su 4 attività. La prima ha l'obiettivo di sensibilizzare la società e gli agricoltori sulle opportunità nell'applicazione della bioeconomia; prevede inoltre uno studio delle caratteristiche dei materiali già sul mercato, grazie a test in campo. L'attività 2 prevede una ricerca industriale sull'idoneità delle fibre legnose di conifere alpine per produrre materiali tessili e test sulla loro durabilità. L'attività 3 porta l'innovazione con lo sviluppo sperimentale di packaging e manufatti prodotti con compositi legno/resine biodegradabili di tranciati sottili. L'ultima attività consiste nella comunicazione e divulgazione della filosofia e dei risultati ottenuti.
Il progetto TAF/17 nasce dall'esigenza sempre più emergente dell'agricoltore ad interagire con l'ambiente circostante e con la componente sociale, sempre più desiderosa di fruire di un territorio vivibile. Il Trentino, in particolare, è una realtà basata fortemente su ambienti naturali; per questo anche le aziende agricole si trovano a dover adottare sistemi produttivi quanto più rispettosi dell'ambiente possibile. Nasce quindi l'idea di valorizzare ed incentivare la grande risorsa ambientale trentina, rappresentata in gran parte da foreste, per realizzare prodotti utilizzabili direttamente nelle aziende e conferire maggior valore aggiunto alle filiere dei prodotti agricoli, in questo modo ancor più legati al prorpio territorio.
Il know how tecnologico attualmente disponibile, l’emergente consapevolezza collettiva alle tematiche di sostenibilità ambientale e sociale, la sempre maggiore propensione del legislatore verso la limitazione dell’utilizzo di materie plastiche ed il particolare contesto economico e rurale del territorio trentino sono state i preamboli di questo progetto.
L’obiettivo è infatti quello di valutare lo sviluppo di una filiera virtuosa in grado di coniugare gli aspetti ambientali con una valorizzazione economica e sociale delle materie locali.
“La fibra dell’agri-selvicoltura trentina” si prefigge di sperimentare e promuovere utilizzi innovativi delle risorse forestali locali attraverso prodotti utilizzabili anche nei processi dell’agricoltura trentina partendo dal comparto produttivo fino alla commercializzazione dei prodotti agricoli. Nello specifico si vogliono valutare prodotti legnosi trasformandoli in prodotti come fibre, tessuti e materiali per la legatura delle colture, per la copertura (pacciamanti o protettivi), per gli imballaggi in rete e packaging, in sostituzione degli attuali materiali di origine fossile.
La produzione dei tessuti di origine forestale consuma 1/3 di energia e 60 volte meno acqua di una uguale produzione del tessuto di cotone, dando così luogo a prodotti sia concretamente utilizzabili nel settore agricolo, sia completamente biodegradabili e non inquinanti.
Questo porterebbe ad una coerenza “prodotto-imballaggio” in grado di far emergere la complessità e la totalità di un territorio fornendo quindi un importante valore aggiunto, trasferendo le logiche che l’agricoltore applica fin dalla fase produttiva fino alla commercializzazione finale.
Presentazioni del Workshop “Buone Pratiche di Bioeconomia: un confronto tra progetti Europei sviluppati in Italia”
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