Il biopackaging in una filiera avicola industriale a basso impatto ambientale nel rispetto dell’economia circolare
Gli obiettivi sono: a) sostituire il packaging tradizionale con un packaging biodegradabile adatto alla carne bianca biologica; b) conservare e migliorare la qualità dei suoli attraverso l’utilizzo di compost di qualità proveniente da output delle lavorazioni agroindustriali (pollina bio e bioopack); c) introdurre e valorizzare il concetto di economia circolare in sistemi agroindustriali complessi; d) favorire modelli di allevamenti avicoli antibiotic-free; e) aumentare la competitività aziendale con una maggiore differenziazione di prodotto sul mercato acquisendo nuovi segmenti di consumo attenti all’ecocompatibilità degli scarti alimentari.
- Prove e test di filiera (colonizzazione dei polli con materiale fecale da allevamenti biologici, prove confezione biopack e ottenimento compost da biopackaging e sperimentazione in campo).
- Valutazioni qualitative, scientifiche e tecnologiche (valutazione istomorfologica e di performance al macello dei polli antibiotic free, delle componenti del biopackaging e prove in campo con compost da biopackaging).
- Definizione dei nuovi processi e nuovi prodotti per l'economia circolare (definizione protocollo antibiotic free, confezioni in biopack e processi di compostaggio per utilizzare tali materiali come ammendante in agricoltura).
- Divulgazione risultati.
L’analisi di contesto, che segue tutti gli orientamenti comunitari contenuti nel nuovo Regolamento UE n. 1305/2013 del 17/12/2013 sullo sviluppo rurale (Art.5), è stata sviluppata tenendo conto di tutte le priorità europee per lo sviluppo rurale soprattutto quella di promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali. Dopo questa analisi, si promuove nettamente l’esigenza di innovazione in un sistema agroindustriale complesso: si vuole introdurre una filiera avicola rispettosa dell'economia circolare grazie a materiali biodegradabili di origine vegetale (amido di mais) nel packaging destinato alla carne bianca biologica, introduzione del biocompost in campo come ammendante agricolo derivante dal biopackaging compostato, il tutto utilizzabile nel rispetto di un protocollo di filiera che abbia riguardo al benessere degli animali grazie all’individuazione di tecniche naturali di antibiotic free. Questa esigenza viene confermata anche dall'Europa che sta spingendo per avviare una transizione verso un’economia circolare che punta a ridurre il prelievo di risorse naturali, ridurre al minimo i rifiuti da smaltire attraverso modelli di produzione e di consumo che prevengano la generazione del rifiuto: entro il 2025 ogni stato dovrà riciclare almeno il 65% dei suoi rifiuti da imballaggio. Gli aspetti appena discussi saranno utili ad una parte del comparto agroalimentare della regione Marche, che al 2016 conta 29.541 imprese del settore primario e imprese del manifatturiero che rappresentano ben il 20% delle attività imprenditoriali totali. Il settore produce 1 miliardo e 184 milioni di euro pari al 3,3% del PIL marchigiano.
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Il soggetto capofila CARNJ COOP crede che la costituzione di un gruppo operativo possa favorire processi di innovazione solidi e strutturati che impattino sul territorio regionale e nazionale non solo sulla filiera avicola oggetto di sperimentazione ma anche su altre filiere zootecniche che possano considerare questo nuovo modello più rispettoso dell’ambiente e dell’economia circolare.
L’innovazione, in sintesi, è quella di inserire un modello di economia circolare in un sistema avicolo agroindustriale a basso impatto ambientale che introduca, oltre che allevamenti antibiotic free gestiti con metodi ancora più naturali e rispettosi del benessere animale, soprattutto nuovi materiali di origine vegetale biodegradabili e biocompostabili per il confezionamento del prodotto biologico destinato alla commercializzazione. Questo tipo di innovazione rappresenta una assoluta novità per il comparto avicolo biologico e per il mondo agricolo visto che il materiale biocompostato può essere riutilizzabile come ammendante in agricoltura.
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