(E)MISSION, per una zootecnia verde
Obiettivo del progetto è promuovere un’agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale tramite la riduzione dei gas ad effetto serra e di ammoniaca, con particolare riferimento ai sistemi zootecnici regionali. Si prevede lo studio e l’adozione di tecniche che riducano le perdite di azoto derivante dai reflui di allevamento, attraverso pratiche agronomiche virtuose. Queste tecniche favoriscono l’organicazione dell’azoto distribuito nel periodo autunnoprimaverile, riducendone al contempo la perdita per volatilizzazione (NH3) e denitrificazione (N2O); nell’ottica di un utilizzo più razionale degli input, costosi, non-rinnovabili e spesso con un forte impatto ambientale.
Le strategie adottate, per quanto possano essere diversi un prato stabile del Parmigiano Reggiano e una coltivazione di mais nel Grana Padano, hanno mostrato simili dinamiche per le perdite azotate sotto forma gassosa in seguito a distribuzioni in superficie dei liquami/digestati, ossia significative emissioni di ammoniaca (NH3) e più contenute per il protossido d’azoto (N2O). Con la pratica di interramento queste dinamiche si sono invertite, ottenendo riduzioni delle emissioni di ammoniaca e incrementi di quelle di protossido di azoto. Per il contenimento della percolazione di nitrati lungo il profilo del terreno, l’inverno si è confermato come la stagione più problematica per la mancanza di una coltura in attiva crescita e in grado di sfruttare questa risorsa. Il quadro complessivo emerso della sperimentazione è quello di una tematica dalla gestione delicata, che richiede ulteriori sforzi, soprattutto da parte della meccanizzazione agraria, al fine di rendere disponibili mezzi adatti all’impiego efficiente della risorsa azoto da effluenti, aspetto a cui l’agricoltura attuale non può più approcciarsi in modo approssimativo.
Il contenuto del piano vedrà il susseguirsi di: azioni preparatorie e strumentali (finalizzate alla corretta esecuzione delle attività di campo), azioni di implementazione grazie alle quali le tecniche e pratiche individuate verranno applicate nei campi selezionati per lo studio delle emissioni di gas dal terreno. Azioni di raccolta dati finalizzate alla raccolta e all’analisi dei dati ottenuti. Azioni di divulgazione: gli agricoltori beneficeranno del servizio di formazione relativo al progetto. Inoltre, i risultati ottenuti saranno inclusi in report annuali e di fine progetto.
Il progetto si articolerà su due filoni distinti. Il primo fa riferimento alla azienda zootecnica da latte intensiva e, in particolare, alla produzione di mais da insilato. In questo caso, il risultato atteso è la riduzione delle emissioni provenienti dalle distribuzioni dei reflui autunno-primaverili (prima e dopo il blocco invernale), attraverso l’utilizzo di un interratore a disco sfruttando la funzione mitigante esplicata da diverse specie di cover crop.
Le principali ricadute di questo progetto per le aziende consistono nell’individuazione di pacchetti di spandimento (es. Cover crop + tipo di interratore) che riducano le emissioni in atmosfera, che consentano di incrementane il livello di sostenibilità ambientale e di aumentare l’efficienza di utilizzo degli input, generando, allo stesso tempo, un incremento della fertilità dei suoli.
Il monitoraggio condotto sul prato stabile tipico del sistema Parmigiano Reggiano ha consentito di verificare che lo spandimento superficiale genera alte emissioni ammoniacali se le temperature sono superiori a 5-10 °C, mentre lo spandimento rasoterra in bande con leggero interramento è in grado di ridurle solo se il terreno è nelle condizioni di assorbire i liquami. La diffusione dello spandimento con minimo interramento non può prescindere dallo sviluppo di attrezzature più appropriate, capaci di minimizzare i danni al cotico erboso.
La migliore efficienza d'uso dell'azoto si ottiene con le distribuzioni effettuate alla ripresa vegetativa e quindi gli spandimenti all’uscita dell’inverno o primaverili dovrebbero essere favoriti per contenere gli impatti ambientali dell’uso fertilizzante dei liquami.
Il secondo filone si rifà all’areale di produzione del Parmigiano-Reggiano e, in particolare, alla gestione dei prati polifiti permanenti. In questo caso, il risultato atteso è la riduzione delle emissioni dovuta perlopiù all’interramento dei reflui e meno al timing di distribuzione. Si vuole quindi valutare la possibilità di una distribuzione invernale con interramento, come soluzione ai crescenti problemi di stoccaggio degli agricoltori dovuti al blocco invernale degli spandimenti.
Per la prova nell’areale Grana Padano, in primo luogo spiccano le ottime rese della coltura di mais, in linea con quelle dell’areale produttivo.
Le perdite di azoto per volatilizzazione dell’ammoniaca sono risultate consistenti, soprattutto in seguito alla distribuzione superficiale del digestato e in presenza di residuo abbondante sulla superficie del terreno, quale quello di una cover crop di segale.
Le cover crop impiegate hanno modalità di crescita e ritmi di decomposizione differenti. Questi comportamenti influenzano il rilascio dei nutrienti e comprendere meglio questi fenomeni permette di massimizzare l’efficienza d’uso dell’azoto, soprattutto se in associazione con tecniche di concimazione che mirano a massimizzare il potenziale nutritivo degli effluenti zootecnici e dei digestati.
Convegno conclusivo di (E)mission
Emilia-Romagna, Emissioni di inquinanti e gas serra, I Gruppi OperativiTitolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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Sito web del progetto
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(E)mission sulla rivista Il Solco
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I focus della ricerca CRPA in un articolo
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Sintesi del primo anno di lavoro
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(E)mission su TRC
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Obiettivi e prove in campo del progetto (E)mission
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Un articolo con i risultati del go (E)mission
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Il Gruppo Operativo (E)mission spiegato in un video
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In un opuscolo i risultati di (E)mission
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Relazione tecnica finale
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