GENOMAMIATA

Altre informazioni

Codice ATECO
94.99.60
Codice CUAA
92049390534
Classificazione RRN
Altri soggetti privati
Tipo di ente (classificazione 2014-2022)
Altro
Esperienze e collaborazioni
Altre collaborazioni in GO
No
Esperienza pregressa in progetti R&S
Competenze ed esperienze pregresse

"L'Associazione opera nel campo della ricerca, recupero e valorizzazione della biodiversità animale e vegetale in grado di essere gestita a livello produttivo su entrambi i versanti del Monte Amiata.
Costituitasi nel 2003 conta 28 aziende agricole associate e opera nel campo della ricerca, recupero e valorizzazione della biodiversità animale e vegetale su entrambi i versanti del Monte Amiata.  L'Associazione si è dotata di un importante Comitato Tecnico Scientifico presieduto dal professor Donato Matassino e coordinato dal professor Alessandro Giorgetti e dalla professoressa Concetta Vazzana.
Il recupero e la valorizzazione del patrimonio zootecnico hanno portato negli anni passati all'importantissimo salvataggio del favoloso Asinello dell'Amiata ed alla valorizzazione della stessa Cinta senese.
Oggi l'Associazione genomamiata si applica ad un articolato lavoro di riproduzione del Suino di razza Macchiaiola nera maremmana e sulla riproposizione del Cavallo Maremmano tradizionale mentre un grande impegno sta richiedendo il censimento degli esemplari di ovini che si rifanno alle popolazioni di Pecora sopravissana e di Pecora dell'Amiata e delle Crete senesi un tempo ampiamente diffuse.
Nel settore vegetale sono state individuate nel solo versante grossetano oltre cento varietà e specie oggi purtroppo a rischio di erosione genetica, varietà di fruttiferi, tra cui risaltano il vitigno del Brunellone e i ciliegi Avorio, Papale e Maggiolino insieme a tante pesche, susine, pere e mele dal sapore sublime. Tra le castagne emergono quasi trenta varietà che permettono di ripercorrere la storia dell’intero territorio Amiatino.
Notevole importanza viene data inoltre agli ortaggi, ai cereali, alle piante aromatiche ed officinali, ai foraggi ed alle piante eduli spontanee, senza trascurare la cultura dei funghi mangerecci che sull'Amiata è ancora tutta da valorizzare.