Vitigni Tolleranti: Studio, Adattamento e Valorizzazione In Lombardia
Si registra un forte interesse verso i vitigni cosiddetti resistenti/tolleranti ai maggiori funghi che attaccano la vite (Peronospora, Oidio, Botrite) Questo ha portato molte aziende a realizzarei vigneti composti da questi vitigni. Mancando letteratura al riguardo, si sono avvalse dei suggerimenti dati dai vivaisti o dai rivenditori. Inoltre non essendoci protocolli di vinificazione di questi vitigni, la possibilità di vedere naufragare gli sforzi fatti per sbagli durante il processo di vinificazione risulta essere molto elevata. Il progetto vuole rilasciare un libretto delle istruzioni nell'utilizzo, sia agronomico che enologico di questi vitigni, rendendoli sostenibili nel tempo.
Il progetto si svolge sotto il coordinamento scientifico dell'Università degli Studi di Milano (responsabile Prof. Lucio Brancadoro). Sono previste le seguenti attivita: indagine climatica, indagine pedologica, monitoraggio dati vegeto produttivi, microvinificazioni, degustazione dei vini, stesura di linee guida del manuale di uso dei vitigni in esame con relativa cartografia. E' inoltre previsto: realizzazione del sito web, gestione dei profili social, 4 newsletter di cui 1 in lingua inglese, pieghevole, n. 3 practice abstracts per il circuito PEI, e weninar, 6 incontro formativi nei vigneti, degustazioni, convegno finale, pubblicazione su riviste.
In Italia, i vitigni tolleranti le crittogame sono autorizzati alla coltivazione dal 2009 e attualmente sono 36 le varietà iscritte al Registro Nazionale delle Varietà di Vite, coltivate su oltre 1500 ha e con una produzione annuale di oltre 2.500.000 di barbatelle. Un settore peraltro in forte evoluzione, anche a seguito della recente decisione del Parlamento e del Consiglio UE che hanno approvato il Reg. 2021/2117 che ammette le “varietà da incrocio tra Vitis vinifera e altre specie del genere Vitis alla produzione dei vini a denominazione di origine”. Tra le Regioni italiane, la Lombardia è una delle prime ad aver inserito questi vitignio e ad oggi sono ben 19 i nuovi vitigni tolleranti le principali crittogame che possono essere coltivati sul territorio regionale. Questo ha permesso una certa diffusione di queste varietà tanto che recentemente si è formata l’associazione “PIWI Lombardia” che conta 27 aziende vitivinicole lombarde che coltivano varietà tolleranti in 7 provincie. L’uso di questi vitigni, grazie al ridotto numero di trattamenti fitosanitari necessari, avvantaggia in modo importante la compatibilità ambientale, tutelando al contempo la salute degli operatori agricoli, apportando anche vantaggi economici riducendo i costi di gestione dove la difesa fitosanitaria incide per circa il 20% L’adozione dei vitigni tolleranti comporta inoltre numerosi vantaggi indiretti come: un minor uso dei mezzi meccanici con conseguente riduzione delle emissioni, del compattamento del suolo, facilita una gestione in biologico del vigneto, agevola la conduzione dei vigneti nelle aree marginali dove la meccanizzazione delle operazioni colturali è resa difficile o impossibile dalle condizioni orografiche del territorio (aree montane).
Le valutazioni per l’introduzione in coltivazione dei vitigni PIWI si sono fino ad ora limitate a semplici indagini volte a dare un giudizio delle loro principali caratteristiche agronomiche e in parte enologiche. Tuttavia, lo studio organico dell’interazione di questi nuovi vitigni con gli ambienti di coltivazione della vite è stato praticamente assente. Esiste infatti solo un primissimo approccio di questo tipo, utilizzato su alcuni di questi vitigni nell’ambiente camuno (GO Valsovica). Tuttavia, non sono al momento presenti studi esaustivi e completi che riportino il comportamento agronomico ed enologico di questi vitigni nei diversi ambienti viticoli lombardi. L’innovazione proposta si pone quindi come totalmente nuova per approccio ed estensione territoriale. Questo studio infine consentirà di promuovere un’innovazione in termini di produzione, grazie alla definizione dell’identità delle produzioni vinicole da vitigni tolleranti, attività che potrà essere utilizzata anche da Regione Lombardia per l’aggiornamento delle varietà coltivabili e dai consorzi di tutela per valutarne l’eventuale inserimento di questi vitigni nell’ampelografia delle denominazioni di origine (DOC e IGT).
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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