Trattamento Idrotermico della pollina
L’obiettivo del G.O. è di individuare una soluzione per la gestione della pollina dei numerosi allevamenti avicoli presenti a livello regionale. Ad oggi, la pollina viene considerata un materiale di scarto, difficilmente utilizzabile sia ad uso agronomico che per la produzione di energia rinnovabile. Attraverso l’adozione di una nuova tecnica sperimentale, i partner effettueranno delle prove per poter rendere la pollina un input utile e prezioso a disposizione delle aziende agricole, al fine di ridurre l’utilizzo di terreno a scopo non alimentare e di ricorrere ai principi dell’economia circolare.
Gli obiettivi operativi del progetto sono i seguenti:
- di processo e organizzazione: attraverso l’implementazione di questo possibile prototipo, le aziende del comparto avicolo non dovranno più trovare soluzioni, anche molto costose, per lo smaltimento della pollina, potendo avere a disposizione un macchinario che rende la pollina totalmente utilizzabile all’interno della propria azienda. Normalmente, le aziende avicole sono costrette a stipulare contratti con aziende che raccolgono la pollina, che trattano questa come rifiuto;
- di mercato: la pollina processata può diventare un possibile sottoprodotto di valore per le aziende, in quanto appetibile sia per utilizzi agronomici in campo, sia per utilizzi energetici nei biodigestori. Secondo i primi studi il trattamento idrotermico dei materiali organici come la pollina porterebbe ad un aumento della capacità metanigena, con possibile impatto benefico nello sfruttamento di tale risorsa per la produzione di biogas, evitando l’utilizzo di insilato di mais.
La zootecnia marchigiana ha subito un radicale cambiamento negli ultimi decenni. Di fatto, la consistenza degli allevamenti marchigiani, originariamente rappresentata dalle specie bovine ed ovicaprine, ora si è sviluppata anche verso le produzioni avicole e suinicole. Ciò anche grazie alle industrie agroalimentari che si sono sviluppate nel territorio anconetano e maceratese. Il settore avicolo sicuramente ha preso il sopravvento, sia per numero che per peso economico
Alcuni dati: nelle Marche ci sono 223 allevamenti di polli broilers e galline ovaiole, per un totale di oltre 5.200.000 polli, dati elaborati della Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe zootecnica.
Alla luce delle enormi quantità di produzioni zootecniche di polli nella regione Marche, risulta fondamentale la gestione del materiale di scarto (pollina) . In particolare, il ciclo biologico dell’allevamento avicolo comporta pertanto una copiosa produzione di pollina, ossia la lettiera composta da deiezioni, piume e paglia, che deve essere in qualche modo smaltita o riutilizzata. Purtroppo, a causa delle alte concentrazioni di azoto in forma ammoniacale e libera, la somministrazione nei campi può risultare un problema (soprattutto nelle Zone Vulnerabili ai Nitrati), così come per la digestione anaerobica degli impianti di produzione di biogas, per l’inibizione dei batteri responsabili della produzione di energia. Inoltre, l’alta concentrazione di carbonato di calcio, può diminuire la capacità volumetrica utile alla digestione, oltre a comportare gravi danni alle componenti meccaniche degli impianti. Per queste ragioni la principale matrice degli impianti a biogas rimane l’insilato di mais, mentre la pollina rappresenta solamente un 10% circa di quello che viene immesso: la conseguenza è che vengono utilizzati centinaia di ettari per la produzione di energia, togliendo prodotto per il consumo zootecnico e umano, con gravi ripercussioni all’economia (minor offerta, prezzi maggiori) e all’ambiente (deforestazione per aumento terreni coltivabili).
Il progetto proposto si prefigge di ridurre il contenuto di ammoniaca nel materiale solido che sarà utilizzato nella produzione di metano per digestione anaerobica attraverso la ottimizzazione di un processo idrotermico con l’uso di un prototipo meccanico. I processi idrotermici rappresentano senz’altro un pretrattamento con elevati vantaggi specie quando le masse da trattare hanno un elevato contenuto in umidità, sebbene le criticità connesse con le condizioni operative e la non chiara modellistica di processo lascia ancora molto spazio per la ricerca di base.