Tecniche di monitoraggio e strategie innovative per il controllo della Cimice Asiatica (Halyomorpha halys)
A brevissimo tempo dalla sua introduzione, la cimice asiatica ha causato danni consistenti alle colture, con perdite di raccolto nell’estate 2015 fino all’80% tra i frutteti della provincia di Modena. Considerata l’elevata dannosità e polifagia di questo fitomizo, la preoccupazione è forte per tutta l’agricoltura regionale. Questo piano si caratterizza per l’approccio olistico che considera gli aspetti applicativi del ciclo biologico e dell’agroecologia di questo alieno invasivo per fornire ad agricoltori e tecnici strumenti efficaci ed affidabili per il monitoraggio in campo e per elaborare strategie di difesa sostenibili e innovative, limitando al minimo l’uso di prodotti chimici.
Le attività proposte sono: applicazione di indagini sul ciclo vitale e verifiche in campo per la validazione di un modello fenologico ed il supporto al coordinamento dei tecnici della difesa integrata. Valutazione dell’impiego di trappole a feromoni di aggregazione per il monitoraggio aziendale. Indagine agroecologica sulla dinamica spazio temporale e sulle preferenze ecologiche di H. halys funzionali allo sviluppo di strategie efficaci di gestione.
Attività di laboratorio, semicampo e campo relative alla definizione di strategie di difesa e verifica preliminare delle potenzialità dei predatori generalisti autoctoni. Effetti di H. halys su vite e incidenza sulla vinificazione.
Attraverso l’approccio olistico che considera gli aspetti applicativi del ciclo biologico e dell’agroecologia della cimice asiatica Halyomorpha halys, che causa consistenti danni alle colture, con perdite notevoli di raccolto dei frutteti, si elaborano e forniscono ad agricoltori e tecnici strumenti efficaci ed affidabili per il monitoraggio in campo e per elaborare strategie di difesa sostenibili e innovative, limitando al minimo l’uso di prodotti chimici.
Le indagini sul ciclo vitale forniranno un servizio di supporto per la stesura dei bollettini di produzione integrata e, unitamente alle verifiche in campo, verranno utilizzate per la validazione ed il trasferimento nel sistema regionale di un modello fenologico previsionale elaborato da ricercatori americani. Per quanto riguarda il monitoraggio aziendale e territoriale, il confronto tra diverse tipologie di trappole ed esche a feromoni di aggregazione, consentirà di individuare la combinazione ottimale e più efficace per la definizione di soglie di danno/intervento. Grazie alle indagini agro ecologiche sulla dinamica spazio temporale e le preferenze ecologiche si otterranno informazioni sul ruolo di siepi e bordure, funzionali per l’applicazione in campo di strategie che prevedono la riduzione delle aree trattate con insetticidi, con trattamenti solo al bordo dei frutteti. Grazie alle attività relative alla definizione di strategie di difesa (prove in laboratorio, semicampo e campo) sarà possibile individuare soluzioni efficaci, compatibili con i DPI, fornendo agli agricoltori strumenti tenici di protezione innovativi ed alternativi (es. IPM-CPR, uso combinato di reti antigrandine/antinsetto). Verrà inoltre delucidato se e in che misura le specie di predatori autoctoni naturalmente presenti negli agroecosistemi possano rivestire un ruolo come limitatori naturali della cimice asiatica. Infine, le attività mirate a verificare gli effetti sul comparto viti-vinicolo forniranno uno strumento di supporto, con indicazioni di soglie di danno/intervento, ai fini di prevenire casi di danni commerciali e/o immagine per la possibile interferenza di H. halys sulla produzione di uva e sulla qualità del vino.
Le indagini hanno permesso di approfondire e monitorare presenza e ciclo biologico di Haliomorpha halys. Questi dati hanno avuto una immediata utilità pratica per i tecnici e gli agricoltori, contribuendo al processo decisionale, e potranno essere cruciali per l'elaborazione di modelli previsionali. Tra i prodotti chimici, fosforganici, neonicotinoidi e piretroidi hanno provocato una mortalità significativa delle cimice nel breve periodo, soprattutto sulle ninfe, meno evidente sugli adulti. Risulta centrale l’influenza dell'agroecosistema circostante il campo coltivato, in particolare dei luoghi di svernamento e rifugio.
Sono state valutate strategie innovative basate sull'etologia dell'insetto e sull'ottimizzazione delle applicazioni chimiche. In particolare, la tecnica IPM-CPR (Integrated Pest Management - Crop Perimeter Restructuring) concentra l'esecuzione di trattamenti solo nei bordi dei frutteti e ha permesso una riduzione del 40-50% dell’impiego di insetticidi rispetto alle applicazioni standard sull'intero frutteto.
L’impiego di reti ad esclusione ha permesso una riduzione consistente degli insetticidi (fino al 80-90%), con un positivo contenimento delle cimici (fino al 90%), e finora sembra essere l'unica soluzione con efficacia nei frutteti biologici per controllare l’insetto esotico.
Sui vigneti, dove è stata rilevata la presenza dell’insetto, i risultati raggiunti non indicano alterazioni del profilo chimico del vino. L'analisi sensoriale ha mostrato la presenza di alcune note anomale, ma non attribuibili all’"odore di cimice". Pertanto non emerge la necessità di difendere la coltura da eventuali infestazioni dell’insetto che, peraltro, non determina danni significativi sull’uva.
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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Video - GOI Tecniche di monitoraggio e strategie innovative
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Video - Cimice asiatica e vino
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HALYS - Tecniche di monitoraggio e strategie innovative per il controllo della Cimice asiatica
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