Strategie innovative di gestione sostenibile dell’olivicoltura sannita e valorizzazione delle molecole bioattive dei sottoprodotti e co-prodotti.
Potenziare la competitività dei produttori primari del comparto olivicolo mediante azioni di agricoltura 4.0 e in un’ottica di economia circolare. Gli obiettivi specifici sono:
1. Riduzione dell’utilizzo di pesticidi, Studio del microbioma rizosferico
2. Recupero e caratterizzazione di molecole bioattive da sottoprodotti e co-prodotti della filiera olivicola-olearia
3. Valutazione degli effetti nutraceutici, antinfiammatori e antiossidanti delle molecole bioattive dell’olio d’oliva e dei co-prodotti e sottoprodotti della filiera olivicola-olearia
4. Applicazione di molecole funzionali nel settore zootecnico.
5. Diffusione e divulgazione dell'innovazione su 50 aziende
Le attività sono articolate in WP.
WP1 prevede le attività di coordinamento e gestione proprie del Soggetto Capofila, secondo un modello organizzativo condiviso.
WP2 seleziona campi sperimentali scegliendo 2 cultivar a differente gestione agronomica, analizza la rizosfera attraverso analisi chimiche e metagenomiche.
WP3 si occupa di recupero, estrazione e caratterizzazione di molecole bioattive da sottoprodotti e co-prodotti e dell'analisi del profilo chimico-nutrizionale degli oli.
WP4 valuta gli effetti in vitro delle molecole bioattive (WP3).
WP5 prevede l’impiego di molecole bioattive (WP3) in ambito zootecnico attraverso la formulazione di mangimi funzionali arricchiti.
Nel panorama olivicolo nazionale, la Campania si colloca al 6° posto della graduatoria delle regioni in termini di superficie olivicola e viene collocata nelle prime posizioni italiane per produzione di olio.
Il comparto Olivicolo-oleario rappresenta una delle componenti più importanti del quadro economico ed occupazionale della Campania.
Negli ultimi decenni il settore olivicolo è stato gravemente interessato da problemi di carattere ambientale quali cambiamenti climatici, riduzione della fertilità dei suoli, impoverimento della sostanza organica con conseguente riduzione delle rese in olio; la particolare congiuntura economica Italiana, inoltre, ha determinato l’impennata dei costi di produzione, pertanto, tutti i segmenti della filiera, sono impegnati nell’individuare azioni utili a contrastare le difficoltà derivanti dalle problematiche descritte. Gli attori della filiera individuano nelle tecnologie innovative, annoverate nell’agricoltura 4.0, la principale fonte di applicazioni a supporto di un comparto olivicolo-oleario in difficoltà. L’olio extra vergine di oliva è una delle produzioni di pregio nello scenario agro-alimentare della provincia di Benevento che con i suoi circa 14.000 ettari di superficie olivetata e circa 2,5 milioni di piante, si pone al secondo posto tra le province della Campania. Problematiche rilevanti riguardano la distribuzione e la commercializzazione del prodotto al quale manca un pieno riconoscimento a livello nazionale ed internazionale. A questo scopo, è utile puntare sul legame con il territorio, biodiversità, alti livelli qualitativi, sostenibilità del processo e sulla comunicazione efficace.
La conoscenza più ampia dell’ambiente rizosferico può rappresentare un’opportunità per proteggere la pianta da stress biotici e abiotici (crescenti nello scenario di cambiambenti climatici e ambientali) e implementare una gestione sostenibile del suolo (al fine di proteggerne la bioattività e la fertilità). Il microbiota radicale può anche influenzare le risposte della pianta a livello sistemico, modellando tratti agronomicamente rilevanti come la risposta immune della pianta stessa agli insulti. Recentemente è stato analizzato il microbioma in un gruppo di cultivar europee, (WOGC, Córdoba, Spagna), con l'obiettivo di definire sia un microbioma centrale sia la relazione tra microbioma e cultivar. Gli studi condotti, pur avendo dato una svolta alla conoscenza della rizosfera, forniscono poche informazioni sulle condizioni sito-specifiche e sull’influenza che le pratiche agronomiche esercitano sulla relazione cultivar-microbioma a livello rizosferico. Per la prima volta sarà studiato il rapporto tra microbioma rizosferico-suolo-pratiche agronomiche in 2 cultivar diverse.La nuova conoscenza fornirà elementi per applicazioni biotecnologiche capaci di migliorare i rapporti rizosferici e comprendere il tipo di gestione agronomica più sostenibile per il benessere della pianta e la tutela della funzionalità del suolo.
La conoscenza acquisita sulle interazioni a livello rizosferico offrira alle aziende indicazioni circa tecniche agronomiche “correttive” finalizzate al miglioramento delle condizioni di benessere vegetale da cui può scaturire una migliore performance produttiva in termini quali-quantitativi della produzione olivicola-olearia. Tale innovazione avrà ricadute positive per le aziende che saranno interessate da bassi investimenti in termini economici.
Supporto dei segmenti di filiera impegnati nello smaltimento dei sottoprodotti e dei coprodotti attraverso il recupero delle molecole bioattive (frazione organica inquinante delle risorse ambientali) da sottoprodotti e coprodotti. Le molecole "recuperate" possono trovare un potenziale impiego nella mangimistica animale, la nutraceutica e la cosmesi mediante approccio di economia circolare. Ciò determina un abbattimento dei costi di smaltimento dei sottoprodotti, l'apertura a nuovi settori d'investimento e una migliore sostenibilità ambientale del processo produttivo.
migliore integrazione delle aziende olivicole nella filiera in ottica di economia circolare.
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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