Lotta ai cambiamenti climatici nella filiera olivicola attraverso la Valorizzazione delle Sanse e dei Residui di potatura (Val-SaRe)
L'idea progettuale, attraverso l'introduzione della produzione on-farm di compost e biochar
"attivati", ha l'obiettivo generale di aumentare la sostenibilità sia a livello di filiera che
territoriale. Ciò avverrà mediante l'innovazione del processo e del prodotto, trasformando un
punto di criticità, come lo smaltimento non sostenibile da un punto di vista ambientale ed
economico dei sottoprodotti della filiera olivicola, in un punto di forza. Il raggiungimento di questo obiettivo sarà il risultato di un uso efficiente delle risorse e promuoverà l'incremento della resilienza climatica dell'olivo.
1. Laboratori: prove in laboratorio per la caratterizzazione chimico-fisico delle biomasse di partenza, durante le fasi compostaggio, del prodotto finale (compost e biochar) prima e dopo l’attivazione con microorganismi.
2. Campi di mostrativi allestiti presso alcune aziende.
3. Prove di collaudo: durante il processo produttivo sugli impianti di compostaggio e pirolisi
4. Riunioni operative.
5. Applicazioni in campo: saranno individuate delle aree di saggio in cui testare i prodotti.
6. Applicazioni in vivaio: i prodotti saranno utilizzati in miscele in sostituzione parziale e/o totale della torba presso i Vivai dell’OP-Latium.
7. Divulgazione dei risultati.
L'olivicoltura è un’attività simbolo dell’agroalimentare laziale con circa 86mila ettari di superfici, il 7,2% degli uliveti attivi in Italia, e 70.000 aziende olivicole. Il Lazio si pone come territorio d’eccellenza per le produzioni di qualità grazie alla presenza di aree altamente vocate, l’elevata potenzialità di differenziazione delle produzioni per cultivar, pratiche agricole (olivicoltura biologica) e tipicità (DOP; IGP), l’elevato valore ambientale, paesaggistico, storico, culturale ed antropologico e la specializzazione produttiva nel comparto della trasformazione artigianale. Tuttavia, l’olivicoltura regionale soffre di criticità che si riflettono sulla crescita e la competitività della filiera stessa (ad es. la frammentazione aziendale e l’oscillazione delle produzioni). Gli addetti al settore lamentano un calo delle produzioni causa la siccità e il caldo record. Allarme che diventa più preoccupante se si considera che l’olivo come coltura mediterranea sarà tra quelle più soggette alla pressione dei cambiamenti globali. Il sostegno della filiera olivicola passa necessariamente attraverso l’introduzione di innovazioni che inseriscano elementi di sostenibilità ambientale e territoriale. In tal senso, la proposta Val-SaRe, attraverso la valorizzazione dei residui di filiera, risponde pienamente agli obiettivi PEI-AGRI promuovendo una olivicoltura moderna, rispettosa dell’ambiente, attenta alla riduzione degli impatti ambientali e alla salute dell’uomo, in linea con il concetto di ‘economia circolare’ di recupero e riciclo e, soprattutto che preserva il reddito dei produttori (riduzione dei costi).