Compostaggio in situ per la tutela, la valorizzazione e la gestione Ecosostenibile dei Castagneti
ll progetto punta all'utilizzo di innovazioni utili ad accrescere sostenibilità e redditività in zone collinari, montuose o marginali, implementando una gestione biologica e ecocompatibile dei residui colturali.
Si introdurranno nel sistema castanicolo innovazioni organizzative e di processo di ordine agronomico e tecnologico per una migliore tutela e gestione sostenibile dei castagneti, tramite l'impiego di pratiche agricole in equilibrio con gli ecosistemi naturali e dell'ambiente.
Tale approccio ecocompatibile determinerà un non trascurabile miglioramento della qualità del prodotto, limitando la diffusione di agenti patogeni e parassiti.
L'analisi tassonomica ha rivelato che Actinobatteri e Proteobatteri erano i phyla dominanti, rappresentando circa il 60-70% della diversità batterica totale. Da segnalare la presenza di Actinomycetales, Rhizobiales, Acidimicrobiales, Solirubrobacterales, Pirellulales, Bacillales, Rhodospirillales e Gemmatales. Per quanto riguarda la diversità fungina, l'analisi ha identificato tre phyla con una relativa abbondanza: Ascomycota, Basidiomycota e Mortierellomycota.Tra questi più significativi Agaricales, Eurotiales, Pleosporales, Polyporales, Sordariales, Hypocreales, Coniochaetales, Mortierellales, Xylariales e Helotiales.
L'attività antimicrobica del compost e delle sue frazioni come il tè di compost è stata valutata in vitro attraverso il test di inibizione della crescita di patogeni vegetali. L'aspetto sanitario è stato valutato mediante la conta di Enterobacteriaceae, streptococchi fecali e Salmonella spp. tutti risultano assenti a dimostrazione dell’elevata qualità del processo anche rispetto a questa fondamentale caratteristica.
Per valutare la qualità del compost, è stato effettuato anche un saggio di fitotossicità utilizzando semi di Lepidium sativum. L'indice di germinazione è risultato > 80% indicando l'assenza di inibizione della germinazione. Inoltre, la ricerca ha valutato l'induzione della resistenza delle piante del compost contro gli agenti patogeni attraverso saggi in vivo. Risposta della pianta agli stress biologici.
L'articolazione delle attività consisterà nell'allestimento delle pile con biomasse lignocellulosiche reperibili sui singoli fondi a metro zero, secondo specifici criteri metodologici per effettuare, in maniera mirata, un processo di compostaggio realizzato in situ utilizzando lettiere, sfalci e residui colturali; nel monitoraggio,chimico-fisico-microbiologico dei processi di fermentazione; nel verificare l’effetto dell’utilizzo del compost di qualità ottenuto a valle del processo di compostaggio in situ come substrato e ammendante su colture diverse; nel semplificare e razionalizzare le procedure all'interno dell’ecosistema castanicolo.
A livello comunitario, nazionale e regionale è fortemente sentito l’impegno per l’incentivazione di un’agricoltura sostenibile, biologica, integrata, alternativa a quella convenzionale. La Campania, è tra le prime regioni per produzione di castagne e superficie interessata, in molte aree una risorsa di grande rilievo, non solo dal punto di vista economico, ma anche per il ruolo del castagno nel paesaggio rurale, nella salvaguardia dell’ambiente e nella conservazione del territorio. Negli ultimi anni si sta assistendo ad una progressiva riduzione delle produzioni e delle superfici anche a causa dei cambiamenti climatici. Il settore è caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese, con tipologie produttive molto differenziate; pertanto, la politica del settore deve essere rivolta alla valorizzazione delle produzioni tipiche di pregio, migliorando la gestione agronomica anche in una prospettiva di riduzione dei costi ed accrescimento della redditività. Il piano castanicolo nazionale mette in evidenza la necessità di una riqualificazione della castanicoltura verso forme produttive più sostenibili e in grado di aprire nuove opportunità economiche al settore agricolo.
La valorizzazione delle biomasse ottenute rappresenta un valore aggiunto: consente di evitare la pratica della bruciatura, ora penalmente perseguita, preserva sostanza organica, previene incendi e riduce immissioni di CO2. Tale biomassa vegetale dopo un processo di ossidazione biologica, costituirà fonte di sostanza organica miglioratrice della struttura e della fertilità, di elementi nutritivi a lento rilascio, agirà sulla biodiversità del suolo, con conseguente controllo di patogeni vegetali e parassiti.
La valorizzazione delle biomasse vegetali ottenute dai residui di pulitura dei castagneti rappresenta una fonte di valore aggiunto per il settore e consente di evitare la pratica, ora penalmente perseguita, della bruciatura dei residui che, tra gli innumerevoli danni, determina perdita di sostanza organica, accresce i rischi di incendio, aumenta l’immissione di CO2 in atmosfera. Tale biomassa vegetale, dopo un processo di ossidazione biologica guidato, può essere utilizzata come fonte di sostanza organica miglioratrice della struttura e della fertilità dei terreni apportando elementi nutritivi a lento rilascio, ripristinando la biodiversità del suolo, contenendo nel contempo lo sviluppo e la diffusione di patogeni vegetali e parassiti. Riducendo, in ultima analisi, l'impatto delle attività agricole e forestali sulla matrice ambientale. Per il settore castanicolo si tratta di un’opportunità di crescita sostenibile che tiene conto delle dinamiche ecologiche dell’intero ecosistema, salvaguarda la biodiversità suolo e può rappresentare un valido strumento di miglioramento e innovazione delle performance aziendali. Gli impianti aziendali di compostaggio in situ presenta semplicità di realizzazione, costi contenuti, e comporta una conseguente ricaduta nella riduzione fino all'azzeramento dei costi di smaltimento del materiale lignocellulosico.
Altro punto di forza è dovuto all'assenza di investimenti durevoli. Le pile sono preparate solo da materiale naturale di origine vegetale recuperato in loco.
L'innovazione proposta risulterà di facile ed economicamente remunerativa implementazione sia per la vasta popolazione di microaziende, che per le realtà di punta sempre più attente alla sostenibilità globale.
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