Biochar: innovazioni ottenute attraverso carbonizzazioni testate in Amiata e Maremma
L’obiettivo generale del progetto è sviluppare e validare una nuova generazione di prodotti, basati sulla pirolisi parziale di biomasse ligno-cellulosiche derivanti da attività forestali, agro-forestali e agronomiche.
Il materiale proveniente da gestioni sostenibili sarà impiegato nei settori vivaistico, agricolo e cosmetico, mirando ad aumentare la fertilità dei suoli, a una mitigazione dei cambiamenti climatici e un concreto sviluppo delle green technologies. La sperimentazione sarà condotta su biochar ottenuti dal connubio tra settori forestale, agro-forestale, olivicolo, agricolo e vivaistico, in forma innovativa per il territorio.
La produzione di carbone vegetale sul Monte Amiata potrebbe riattivarsi grazie allo sviluppo di tecniche recenti quali l’impiego di forni mobili orizzontali e verticali.
La produzione di Biochar da materiali ligno-cellulosici, anche molto diversi, ha il vantaggio di poter valorizzare scarti e residui di lavorazione con minore impatto rispetto ad altre forme di smaltimento e al contempo generando energia.
La sperimentazione è stata condotta su Biochar ottenuti dal connubio tra settori forestale, agroforestale, livicolo, agricolo e vivaistico. La condivisione delle esperienze di tutti i partner è stato l’elemento caratterizzante del progetto. L’innovazione attivata con il progetto è stata quella di testare e mettere a punto, in sistemi prossimi alla scala di utilizzo, una nuova generazione di Biochar, specificatamente progettati per l’impiego in settori ampiamente rappresentati nel tessuto produttivo regionale. Nel dettaglio tale innovazione si è tradotta in:
un aumento dell’efficienza di produzione del Biochar;
una diminuzione delle esternalità negative della carbonizzazione;
un incremento della fertilità del “sistema suolo”;
una diversificazione delle filiere forestale e agro-forestale;
una sperimentazione di una filiera cosmetica e nutraceutica tracciabile.
Grazie a queste attività è stato possibile generare una effettiva valorizzazione economica dei residui legnosi, trasformando biomasse legnose residuali, da elemento critico a livello gestionale, economico ed ambientale per le aziende, a possibili risorse per la produzione di Biochar e attivare un’economia circolare e immagazzinamento di carbonio.
La condivisione delle esperienze di tutti i partner sarà l’elemento caratterizzante del progetto, attraverso fasi specifiche così riassunte:
- ottimizzazione e standardizzazione di una tecnologia innovativa per produzione di biochar in discontinuo;
- utilizzo del biochar come ammendante nel settore vivaistico e/o agrario e monitoraggio della fertilità del sistema suolo” mediante indicatori microbiologici e come base per cosmetici;
- divulgazione dei risultati del progetto sul territorio
Le attività agro-forestali dell’Amiata e della Maremma in generale, hanno registrato negli anni forti cali. Le chiavi per il rilancio economico sono strettamente legate alla gestione del territorio e risiedono in scelte sostenibili mirate alla diversificazione e qualificazione delle produzioni, anche attraverso il recupero dei residui di lavorazione. La produzione di carbone vegetale sul M. Amiata, un tempo diffusa e remunerativa, si sta riattivando grazie allo sviluppo di tecniche recenti quali l’impiego di forni mobili orizzontali e verticali. Attività a riguardo sono condotte dal PIF FOGLIE (produzione di carbonella certificata minimizzando gli input di processo) e da CarbON (carbonizzazione in continuo). Il prodotto carbone vegetale ha ancora ampi margini di valorizzazione (impieghi cosmetici, farmacologici o vivaistici). La produzione di biochar da materiali ligno-cellulosici, anche molto diversi, ha il vantaggio di poter valorizzare scarti e residui di lavorazione con minore impatto rispetto ad altre forme di smaltimento e al contempo generando energia. La necessità del settore rurale è quella di un nuovo forno in grado di far confluire semplicità di uso, duttilità e recupero termico al fine di aumentare la sostenibilità del processo. Le proprietà chimico fisiche del Biochar ne fanno un ammendante privilegiato con capacità di migliorare la fertilità del suolo agendo sulla ritenzione dei nutrienti, aumentando la porosità e la ritenzione idrica del sistema suolo e stimolando la comunità microbica indigena.
Prototipo di forno mobile verticale a funzionamento discontinuo
- Valutazione dell’effetto dell’aggiunta di 3 tipologie di biochar sulla fertilità del sistema suolo in termini di indicatori microbiologici, e valutazione in campo nelle attività vivaistiche, orticole e agronomiche;
- Possibilità di creare una filiera nuova nei territori del progetto con coinvolgimento di nuove aziende;
- Diminuzione delle esternalità negative della carbonizzazione, principalmente attraverso raccolta dei percolati e valutazione del loro impiego nella produzione di composti chimici e materiali biobased;
- Valorizzazione economica di residui legnosi forestali, olivicoli, agricoli e vivaistici, trasformandoli da elemento critico a livello gestionale, economico ed ambientale, a possibile risorsa (biochar, composti chimici e materiali bio-based.
La produzione di carbone vegetale sul Monte Amiata potrebbe riattivarsi grazie allo sviluppo di tecniche recenti quali l’impiego di forni mobili orizzontali e verticali.
La produzione di Biochar da materiali ligno-cellulosici, anche molto diversi, ha il vantaggio di poter valorizzare scarti e residui di lavorazione con minore impatto rispetto ad altre forme di smaltimento e al contempo generando energia.
La sperimentazione è stata condotta su Biochar ottenuti dal connubio tra settori forestale, agroforestale, livicolo, agricolo e vivaistico. La condivisione delle esperienze di tutti i partner è stato l’elemento caratterizzante del progetto. L’innovazione attivata con il progetto è stata quella di testare e mettere a punto, in sistemi prossimi alla scala di utilizzo, una nuova generazione di Biochar, specificatamente progettati per l’impiego in settori ampiamente rappresentati nel tessuto produttivo regionale. Nel dettaglio tale innovazione si è tradotta in:
un aumento dell’efficienza di produzione del Biochar;
una diminuzione delle esternalità negative della carbonizzazione;
un incremento della fertilità del “sistema suolo”;
una diversificazione delle filiere forestale e agro-forestale;
una sperimentazione di una filiera cosmetica e nutraceutica tracciabile.
Grazie a queste attività è stato possibile generare una effettiva valorizzazione economica dei residui legnosi, trasformando biomasse legnose residuali, da elemento critico a livello gestionale, economico ed ambientale per le aziende, a possibili risorse per la produzione di Biochar e attivare un’economia circolare e immagazzinamento di carbonio.
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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Sito web del progetto
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