Valorizzazione delle lane autoctone piemontesi
Le razze ovine autoctone piemontesi ammontavano nel 2000 a 70.250 capi, passati nel 2004 secondo una stima a circa 110.000. La sperimentazione ha riguardato le lane Biellese, Frabosana e Delle Langhe; finora queste lane erano ritenute non utilizzabili per usi tessili perché ordinarie e sovente erano abbandonate sul terreno o bruciate. La lana ottenuta è stata lavata, filata, tessuta e sono stati confezionati: cappotto tipo loden, mantello da cocchiere, giacconi sportivi, montgomery da signora e 25 plaids. Con filato ottenuto dalle lane piemontesi miscelate con lana Sopravvisana, più fine, sono stati prodotti articoli di maglieri. Dai risultati è quindi emerso che le lane piemontesi di finezza circa 35 micrometri sono utilizzabili in campo tessile, gli articoli di vestiario confezionati con i tessuti ottenuti sono buoni e commerciabili con successo e che la miscela con lana italiana più fine migliora la mano degli articoli di maglieria. La seconda parte del progetto ha visto lo uno studio sulla riduzione della tendenza a formare pilling di tessuti a maglia di lana polimerizzati in plasma a differenti tempi di deposizione e pressioni nella camera di reazione. Un film di Si:Ox:Cy:Hz è stato depositato a partire dal precursore esametildisilossano (HMDSO). Il test per la determinazione della tendenza al pilling prevede la valutazione a sei stadi di sfregamento diversi, secondo una scala che va da 5 (nessun cambiamento) ad 1 (intenso pilling e palline che ricoprono l’intera superficie). Tutti i campioni polimerizzati hanno pres
Ente | Contributo (€) | % |
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Assessorato regionale
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€47.095,11
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84,27%
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Moreno Soster
moreno.soster@regione.piemonte.it
Leo Gallico