Miglioramento delle tecniche produttive e della qualità del prodotto nel vivaismo ornamentale
Nelle prove di confronto tra differenti tecniche di potatura è emerso che gli interventi di capitozzatura portano a profondi cambiamenti nella struttura e nella fisiologia della pianta, mentre tecniche come il taglio di diradamento o il taglio di ritorno comportano un minor grado di ‘disturbo’ e sono quindi raccomandabili per garantire una maggior sanità e, probabilmente quindi, longevità della pianta. Variando l’epoca della potatura di formazione di giovani latifoglie in vivaio non sono emerse differenze di particolare rilievo. Una riduzione delle attività fisiologiche e, di conseguenza, della crescita dell’albero è stata osservata anche a distanza di due anni dal taglio delle radici. Le tecniche di potatura radicale sperimentate su due specie arboree (tiglio e olmo) non si sono dimostrate efficaci nel favorire la ripresa vegetativa: se gli apparati radicali sono spiralizzati è difficile correggere tale situazione, ed è più razionale scegliere dei contenitori che limitano la formazione di radici spiralizzate già nelle prime fasi di allevamento in vivaio. La metodologia irrigua della subirrigazione consente un effettivo e consistente risparmio idrico nel vivaismo in contenitore; con una corretta calibrazione dei volumi forniti è possibile massimizzare l'efficienza d'uso dell'acqua e/o della soluzione nutritiva. I maggiori costi di impianto sono nel tempo ripagati dalla diminuzione delle spese di irrigazione.L'utilizzo di ammendanti compostati come componenti del substrato di coltivazione può essere una strategia utile al contenimento di patogeni zoosporici, in particolare Phytophthora, su piante ornamentali acidofile quali azalea e skimmia.
Ente | Contributo (€) | % |
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Assessorato regionale
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€178.850,00
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60,73%
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Piero Frangi
Francesco Ferrini
Angelo Garibaldi