Prodotto innovativo realizzato
Le valutazioni economico-ambientali sulla possibile implementazione di una filiera olio-energia nel territorio abruzzese e molisano hanno portato alla realizzazione di uno studio di fattibilità dell'intera filiera partendo da due ipotesi: la realizzazione di un unico impianto di estrazione dell'olio; la realizzazione di 16 piccoli impianti distribuiti nel territorio. Tutte le fasi risultano economicamente vantaggiose e l'ipotesi migliore, dal punto di vista economico, è quella con un unico impianto di estrazione. L'analisi energetica ed ambientale è stata effettuata singolamente per ogni fase e portano ad un EROI (rapporto tra energia ricavata ed energia consumata) di 4,7 e ad un risparmio di emissione in atmosfera di circa 21.600 ton di CO2 all'anno.
Sulla base dei risultati ottenuti da una sperimentazione effettuata su alcuni genotipi di colza, Brassica carinata e crambe è emerso che, nelle condizioni pedoclimatiche e di tecnica agronomica ottimali (pianura), alcune varietà di colza hanno espresso, in termini di produzione di granella, una superiorità rispetto alla B. carinata e al crambe. In ambiente collinare, però, la B. carinata ha conseguito una maggiore produzione di granella rispetto al colza. Sulla base di questi risultati, se si fa riferimento alle indicazioni del piano energetico regionale, i terreni più idonei per le colture non alimentari sono quelli non irrigui e non adibiti ad altre colture. Questi terreni, riportati nella Carta di Uso del Suolo della Regione Abruzzo, in genere sono marginali e quindi una specie rustica come la B. carinata può rappresentare una buona opportunità anche per la loro valorizzazione. Infatti, la B. carinata per la sua resistenza agli stress idrici, ai parassiti e per la notevole produzione di biomassa può collocarsi con successo in questi terreni meno fertili tipici degli ambienti collinari del Centro e del Sud interrompendo, inoltre, l'inevitabile monosuccessione dei cereali autunno-vernini e migliorando il bilancio della sostanza organica all'interno dell'avvicendamento. Dalla valutazione della resa in olio è emerso che il colza, grazie al notevole miglioramento genetico effettuato negli ultimi decenni, presenta una percentuale di olio nettamente superiore rispetto alla Brassica carinata e al crambe. Però, dai dati della prova eseguita in collina, è emerso che la produzione di olio totale del colza è stata più bassa rispetto alla Brassica a causa della scarsa quantità di seme raccolto. Dai risultati ottenuti dalla valutazione qualitativa degli oli, il colza, grazie alle elevate percentuali di acido oleico e linoleico, risulta idoneo nella produzione di biodiesel. Gli oli della Brassica carinata e del crambe, invece, sono ricchi in acido erucico e linoleico e quindi sono più indicati per usi industriali, come la produzione di nylon e plastica, di lubrificanti per motori ad alto rendimento, di componenti nella produzione di miscele di anticrittogramici insolubili in acqua. Infine, l'analisi della biomassa totale esente da grassi (panello di estrazione) ha mostrato valori di ceneri piuttosto elevati e quindi rendimenti energetici bassi. Dalla sperimentazione condotta su colture di fitoplancton (allevamento, recupero, estrazione di olio) è emerso che la tecnica di coltivazione che consente una crescita più veloce è quella in cui si utilizzano cilindri in vetro borosilicato areati in continuo da un ossigenatore e illuminati da luce artificiale 12 ore al giorno e in condizioni di temperatura costante di 20-25°C. Tra le specie studiate Isochrysis galbana, Tetraselmis suecica, Nannocloropsis sono quelle che si caratterizzano per una elevata attitudine alla produzione di biomassa; in particolare, Isochrysis galbana presenta difficoltà nella crescita e nella riproduzione dovute a sensibilità maggiore ai cambiamenti di temperatura e salinità. A causa dei bassi quantitativi di olio ottenuti non è stato possibile effettuare la valutazione delle caratteristiche chimiche, tuttavia Nannochloropsis è la specie che ha conseguito la produzione maggiore di biomassa rispetto alle altre specie poste a confronto. L'attività trasversale di sensibilizzazione e coinvolgimento degli stakeholders locali ha portato all'organizzazione di un convegno dal titolo "Colture oleaginose per uso energetico: un'opportunità per l'agricoltura e una nevcessità per l'ambiente" presso il nostro Centro in data 26 maggio 2009, inoltre è stato organizzato per il giorno 10 settembre 2009 presso la sede del CO.T.IR il primo Tavolo in cui si è portato a conoscenza degli stakeholders il progetto in esame, si è discusso con loro circa l’ipotesi di filiera effettuate ed è stata presentata la bozza del protocollo d’intesa. Il Tavolo ha visto una larga partecipazione e un vivo interesse.