Indagine sulla presenza di alterazioni di origine biotica e abiotica dell'apparato radicale e fogliare di specie acidofile e tentativo di trasferimento di strategie di lotta chimica,integrata e biologica in coltivazioni vivaistiche specializzate nella produzione di tali specie

Il presente progetto ha riguardato l’attività di monitoraggio presso i produttori di specie acidofile del Lago Maggiore con la finalità di individuare nuove problematiche fitopatologiche emergenti; sono stati a questo proposito osservati i sintomi di attacchi di mal bianco su Michelia figo, su Acer palmatum e Acer japonicum “Autumn Moon”. Sintomi di arrossamento fogliare, clorosi, filloptosi anticipata del fogliame che precedevano la morte delle piante colpite sono stati osservati su esemplari di Azalea japonica cv Hino Crimson coltivate in vaso. Dalle radici di alcune piante recanti questi sintomi, si sono effettuati numerosi isolamenti prelevando frammenti di tessuto successivamente disposti su terreno di coltura semi-selettivo per funghi Oomiceti. Dopo alcuni giorni di incubazione, sono comparse le colonie ialine di un oomicete. Nei confronti di C. acutatum sono state effettuate anche due prove di lotta curativa in cui sono state utilizzate talee radicate della cv Palestrina. Nella prova di suscettibilità varietale, le cultivar più colpite sono state “Addy Very“,“Fior di Pesco Cavadini“,“Geisha Orangerot“,“Kermesina“,“Orion“,“Palestrina“ e “Snow“ (classi S ed AS); “Conversation Piece” ha mostrato moderata suscettibilità, mentre “Eikan” e “Martha Hitchcock” si sono mostrate moderatamente resistenti; tutte le altre cultivar saggiate si sono mostrate invece resistenti a C. acutatum. Nella prova di lotta effettuata in fase curativa, mancozeb e thiram hanno confermato la loro efficacia se utilizzati 24 ore dopo l’inoculazione del parassita. Il tiofanato metile si è mostrato efficace soltanto se utilizzato in miscela con mancozeb o thiram, sia in fase preventiva sia in fase curativa, mentre non conteneva lo sviluppo della malattia se utilizzato da solo. In entrambe le prove, non sono comparsi fenomeni di fitotossicità ma soltanto il deposito di lievi residui antiestetici nel caso di mancozeb, thiram e dei rameici saggiati.<