Valorizzazione di specie orticole ai fini nutraceutici
Con un sistema produttivo aziendale pilota si persegue un’ottimizzazione delle fasi produttive sia di processo che di prodotto, per la coltivazione del konjac Amorphophalluskonjac, della patata dolce Ipomoeabatatas e della zucca d'inverno Cucurbita maxima. Cambiamenti attesi: a) incremento della qualità fisico-chimica delle produzioni grazie ad un migliore utilizzo degli input ed un miglioramento delle proprietà organolettiche dei frutti e, di conseguenza, dei prodotti derivati (farine); b) miglioramento della sostenibilità ambientale ed ecologica tramite la riduzione dell’impatto delle varie attività produttive c) incremento del livello professionale degli operatori del settore.
Considerato la crescente sensibilità da parte dei consumatori verso produzioni orticole di elevata qualità, maggiore valore nutraceutico, basso rischio tossicologico e a ridotto impatto ambientale è quanto mai urgente non solo migliorare le caratteristiche produttive, fisico-chimiche e nutraceutiche dei prodotti orticoli, ma sviluppare nel contempo sistemi e tecniche di produzione in grado di limitare l'impiego di prodotti inquinanti impiegati, convenzionalmente, in orticoltura. Inoltre, negli ultimi anni la chimica dei radicali liberi ha riscosso una notevole attenzione proprio per l'importanza dell'equilibrio tra gli stessi e le sostanze antiossidanti, necessario per una corretta funzione fisiologica del corpo umano.
Il progetto, attraverso un approccio multidisciplinare, intende trasferire e validare una serie di strumenti innovativi per la coltivazione di popolazioni locali di zucca d'inverno e patata dolce e varietà di konjac (cormo ipocalorico, anti-iperglicemico, con attività di ipercolesterolemia e attività prebiotica). Inoltre, il progetto mira alla produzione di farine ed alla valutazione degli effetti salutistici di campioni prodotti ad acta. Gli effetti, una volta confermati, potranno essere sfruttati per la realizzazione di prodotti impiegabili a scopo terapeutico, in ambito clinico, e che possano essere inseriti nel mercato nazionale come alimenti funzionali in grado di favorire settori particolari della popolazione come i diabetici, i celiaci e i soggetti sovrappeso.
Il progetto potrebbe incrementare l’economia locale, fornendo nuovi orizzonti per la creazione di piccole e medie imprese.
Con l’aumento della popolazione mondiale, il cambiamento degli stili alimentari e i rischi di riduzione delle produzioni agricole legate al cambiamento climatico, la sfida della sicurezza alimentare, intesa come disponibilità di una quantità di cibo sano e sostenibile, è sempre più di portata epocale. All’interno della ricerca degli stili alimentari complementari rivolti a popolazioni diversificate, come i celiaci e i soggetti con patologie metaboliche, si inserisce la necessità di coltivazioni e sviluppo di aziende agricole che soddisfino tale bisogno.
Anche nel comparto dell'orticoltura questo orientamento ha stimolato negli ultimi anni una crescente ricerca di sistemi di produzioni sostenibili in termini ambientali. E’ noto che la coltivazione in biologico o a basso impatto ambientale è molto ben vista dai consumatori, pertanto, si assiste ad una crescente richiesta, anche da parte degli operatori del settore orticolo, di tecniche e strategie innovative.
La proposta progettuale ha come obiettivo la definizione di strumenti di incentivazione delle azioni di ricerca e sviluppo che promuovono l’innovazione e la cooperazione tra operatori della ricerca e imprese per la costruzione di nuove reti di partecipazione attiva.
Il settore dell'orticoltura in ambiente protetto, già caratterizzato da una marcata tendenza all'innovazione, beneficerà dalla messa a punto di approcci produttivi e organizzativi provenienti da iniziative di trasferimento tecnologico derivanti dalle attività previste nel progetto.
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I seminativi e le relative farine rappresentano la maggiore produzione in termini di estensione della Sicilia. L’innovazione relativa all’introduzione di un tubero (KONJAC) destinato a farine, utilizzabile sia direttamente oltre che per la pastificazione. Perché il Konjac? I preparati di farine di konjac (ad es. spaghetti), stanno prendendo spazio sul mercato proprio per via del quasi assente apporto calorico, un bassissimo contenuto di carboidrati, adatti quindi a diete ipocaloriche.
Il componente principale che determina la possibilità “tecnologica” di creare estrusi simili a pasta, spaghetti, ecc…, è il glucomannano, il polisaccaride che costituisce la sostanza di maggior interesse ricavata da questa pianta e da cui si ottengono integratori e/o prodotti come quelli appena citati.
Il cormo essiccato contiene attorno al 40% di gomma di glucomannano.
La coltivazione di Konjac è molto diffusa nelle zone dell’est asiatico: la coltivazione in Sicilia, rappresenta un’importante sfida di concorrenza delle produzioni straniere di bassa qualità.
Il sistema produttivo siciliano è inoltre caratterizzato dalla presenza di molti molini e pastifici, che si sono consolidati grazie alle produzioni locali e che chiedono sempre nuovi prodotti e soluzioni (pasta con farina di cece nero, pane aromatizzato con ortive, ecc). Considerando nell’ambito delle produzioni ortive, quella dei tuberi, in alcune aree costiere, vengono realizzati due cicli di coltivazione extrastagionali. Analoghe problematiche abbiamo riscontrato anche nel sud della Spagna che ha le medesime colture siciliane (seminativi ed ortive). Gli scambi sempre più intensi con gli operatori di altri paesi, Germania, Francia e Belgio ci conferma il sempre crescente problema dell’obesità e della necessità di approntare prodotti in grado di offrire soluzioni sempre più richieste dagli operatori e dai consumatori finali.
Le innovazioni di prodotto e di processo da trasferire nel contesto aziendale riguardano tecniche agronomiche volte adaffrontare alcune importanti problematiche che interessano la coltivazione della zucca di inverno, della patata dolce e del konjac connesse in particolare alla sostenibilità dei cicli colturali ed al miglioramento della qualità del prodotto. Pertanto, sulle specie menzionate saranno impiegati livelli irrigui differenziati per migliorare le caratteristiche produttive, fisico-chimiche e nutraceutiche dei frutti ed allo stesso tempo incrementare l'efficienza d'uso dell'acqua irrigua. Parallelamente, verranno prodotti diversi mix di farine, destinabili alla produzione di alimenti di vario tipo e ne verranno valutate le caratteristiche fisico-chimiche e nutrizionali.
I campi sperimentali, per il periodo di progetto, saranno oggetto, tramite appositi sensori, di una campagna di monitoraggio delle condizioni micro-climatiche di coltivazione, utili per l’acquisizione di parametri idonei per una corretta gestione agronomica (innovazione organizzativa) della coltivazione oggetto dell’attività sperimentale.
Considerata la sensibilità, tramite analisi di contesto, da parte dei consumatori verso i temi inerenti alla sostenibilità dei cicli produttivi, si avvierà la stima della riduzione dell’impatto ambientale (incluso l’emissione di CO2) tramite il metodo Life Cycle Assessment (LCA), per qualificare meglio l’offerta
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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