Valorizzazione della biodiversità viticola siciliana
Il principale obiettivo che si intende raggiungere è la valorizzazione del germoplasma autoctono siciliano attraverso lo sviluppo di un’innovazione di prodotto in un’ottica di sostenibilità. L’ottenimento di tale traguardo consentirebbe il raggiungimento di importanti obiettivi che permetterebbero un ulteriore miglioramento del comparto come ad esempio un incremento delle superfici investite con vitigni autoctoni regionali e una diversa ripartizione tra gli stessi a livello regionale. Questa diversificazione avrebbe risvolti positivi sull’elasticità del comparto, mitigando l’effetto negativo del cambiamento climatico, tipicizzando l’offerta delle produzioni enologiche.
Il progetto si articola in 5 azioni. L’azione 1 servirà a valutare l’attitudine vivaistica di queste accessioni utilizzando tecniche vivaistiche innovative. Si applicheranno tecniche di forzatura in acqua e si trasferiranno alle aziende viticole partner del progetto, materiali d’impianto in grado di anticipare l’entrata in produzione assicurando il vigore e la capacità produttiva negli anni. In ogni caso tale materiale risulta particolarmente idoneo per la sostituzione delle fallanze nei primi anni dall’impianto del vigneto. Nell’azione 2 si adotteranno, nei vigneti delle aziende partner, protocolli viticoli. Nell’azione 3 alla luce delle conoscenze acquisite, nella fase preliminare di valutazione delle caratteristiche enologiche dei vini ottenuti dalle reliquie e dai biotipi in collezione, applicherà delle pratiche enologiche mirate all’espressione varietale e territoriale, al fine di legare in modo imprescindibile territorio siciliano, vitigno e qualità dei vini. L’azione prevede una corretta ed oculata programmazione del momento ottimale della raccolta delle uve, da sottoporre a vinificazione, attraverso la valutazione della componente fenolica e aromatica, la gestione delle vinificazioni, con l’obiettivo di valorizzare l’espressione propria della varietà, e la gestione della maturazione dei vini, per aumentare la persistenza della qualità sensoriale e la longevità dei vini.
Le azioni 4 e 5, trasversali in quanto riguardano il coordinamento e la rendicontazione del progetto nonché la divulgazione, mirano a garantire una corretta gestione delle attività amministrative nonché la diffusione delle innovazioni sperimentate alle imprese regionali e in ambito UE, perché possano beneficiarne in termini di conoscenze da trasferire in aumento della competitività delle imprese regionali
La Sicilia con poco meno di 100.000 ettari vitati, fa parte delle Regioni italiane con maggiore superficie vitata e il suo vigneto è costituito per oltre il 70% da vitigni autoctoni. Alcuni di questi vitigni sono stati valorizzati da aziende siciliane ed anche grazie alla costituzione della DOC Sicilia. Nonostante l’isola si caratterizzi per una piattaforma ampelografia ampia, tipica e diversa da quella delle altre regioni, solo sette varietà (i Catarratti, il Nero d’Avola, il Grillo, l’Inzolia, il Grecanico, lo Zibibbo e il Nerello Mascalese) rappresentano le principali varietà con oltre il 90% della superficie coltivata con varietà autoctone. Fra queste varietà, due (Catarratti e Nero d’Avola) occupano oltre il 50% della superficie del vigneto Sicilia, destinata a cultivar autoctone. Ciò evidenzia un sottoutilizzo del patrimonio ampelografico regionale che è tra i più ricchi d’Italia e consta di oltre 30 vitigni autoctoni, di cui alcuni recentemente iscritti al R.N.V.V..
La valorizzazione del patrimonio varietale autoctono non può prescindere da un utilizzo di questi vitigni per le produzioni enologiche regionali con conseguente ampliamento delle superfici destinate alla loro coltivazione. Questo processo va incontro agli orientamenti dell’odierno mercato, che tendono premiare prodotti enologici innovativi, tipici e capaci di esprimere il territorio d’origine. Le difficoltà, per la diffusione di questi vitigni è oggi attribuibile alla ridotta disponibilità del materiale di propagazione e alle insufficienti conoscenze delle caratteristiche agronomiche e delle reali potenzialità. Si tratta di vitigni caratterizzati da bassa capacità di adattamento nei quali l’espressione delle qualità si ha solo in determinati ambienti ed adottando protocolli viticoli di coltivazione e enologici specifici.
L’innovazione che si vuole introdurre attraverso la realizzazione di questo progetto è la produzione di vini di qualità mediante l’utilizzo di vitigni autoctoni minori siciliani. La concretizzazione di questa innovazione permetterebbe al settore enologico regionale di raggiungere il mercato con prodotti innovativi e al contempo fortemente caratterizzati e strettamente legati al territorio
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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Pagina web sul sito del capofila
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