PEI-AGRI

Tartufi Biodiversità e Foresta

Obiettivi
Obiettivi

Obiettivo generale è quello di valutare l’effetto di diradamenti mirati e specifici della copertura vegetale sulla produttività e diffusione del tartufo scorzone per identificare la strategia più efficace per salvaguardare la produzione naturale di questo prodotto e favorire il recupero di aree degradate non più produttive. Creare modelli di sviluppo legati alle risorse forestali e ai servizi ecosistemici del bosco, come il turismo esperienziale. Verificare le modalità per rendere il bosco e le sue produzioni non –legnose, più resilienti rispetto alla crescente penuria d’acqua meteorica, legata ai cambiamenti climatici.
 

Attività

Prove sperimentali ed analisi dati sulla comunità fungina ectomicorrizica pre- e post-trattamento ed associazione degli stessi ai parametri vegetazionali e loro variazione sia sulle parcelle trattate sia su quelle testimoni. Coinvolgimento delle aziende e dei portatori di interesse attraverso interventi di animazione, aggiornamento sito e social, pubblicazione dei risultati del progetto nella collana i “Quaderni dell’Aterno”. È prevista una visita presso una realtà virtuosa per fare esperienza di buone pratiche. Organizzazione di due seminari: un seminario sarà organizzato all’inizio del progetto e uno sarà organizzato alla fine delle attività per condividere i risultati del progetto.
 

Contesto

Il contesto territoriale dove operano le aziende del partenariato, è un’area della Regione Abruzzo particolarmente vocata per produzione di tartufo. In molte aree boschive naturali della regione è stata riscontrata anche la presenza di tartufi pregiati. Oltre l’80% delle tartufaie di Tuber magnatum in Abruzzo, si collocano in una fascia altimetrica compresa tra i 500 e 900 m s.l.m. (zona del teramano e basso Abruzzo) mentre nel caso del Tuber melanosporum, oltre il 70% delle tartufaie naturali censite nella regione, sono ubicate nella fascia altimetrica che va da 700 a 1000 m s.l.m. (prevalentemente localizzate in provincia dell’Aquila) mentre le specie T. aestivum e T. borchii sono ampiamente diffuse su tutto il territorio regionale. Oltre alle problematiche di tipo merceologico e commerciale che riguardano il prodotto tartufo in post-raccolta, da qualche anno si sono riscontrati problemi legati al calo di produzione dovuti, in particolare, a diversi fattori ancora non del tutto chiari. Fra questi fattori si può annoverare il totale abbandono dei boschi e la scarsa e/o inadeguata gestione forestale. Attualmente le ricerche scientifiche mirate a valutare quale sia la gestione forestale più adeguata alla salvaguardia della produzione delle diverse specie di tartufo sono state molto scarse e difficilmente trasferibili alla realtà locale abruzzese. I boschi sono gestiti con criteri silvicolturali spesso inadeguati a mantenere o migliorare la produttività e la biodiversità fungina e tartuficola. Le aziende coinvolte avvertono il problema non solo sotto l’aspetto economico ma anche come un’opportunità di valorizzare una risorsa attraverso la conservazione e la gestione delle aree boschive. 
 

Partenariato
Ruolo
Capofila
Nome
Leaf Lab Societa Cooperativa
Responsabile
Marianna Corvetto
@email
Ruolo
Partner
Nome
Azienda Agricola GIULIANI DOMENICO
Responsabile
Domenico Giuliani
@email
Ruolo
Partner
Nome
Azienda Agricola Abruzzo mio di TURAVANI GIUSEPPE
Responsabile
Giuseppe Turavani
@email
Ruolo
Partner
Nome
Azienda Agricola Mandala Terra di COSSU MARCO
Responsabile
Marco Cossu
@email
Ruolo
Partner
Nome
Azienda Agricola FARAONE FRANCO
Responsabile
Franco Faraone
@email
Ruolo
Partner
Nome
Università degli Studi dell'Aquila - Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica Scienze della Vita e dell’Ambiente (MeSVA)
Responsabile
Mirco Iotti
@email
Innovazioni
Descrizione

L’innovazione che si intende introdurre riguarda l’applicazione di modelli differenti di gestione forestale per valutare l’effetto di diradamenti mirati della copertura vegetale sulla produttività e diffusione del tartufo scorzone allo scopo di identificare la strategia più efficace per salvaguardare la produzione naturale di questo prodotto, favorire il recupero di aree degradate non più produttive e migliorare la produttività di aree ancora produttive.
Le prove sperimentali saranno effettuate in 3 siti differenti omogenei per tipologia forestale. I siti saranno selezionati in base alla produttività reale e potenziale di Tuber aestivum; in particolare questi siti saranno selezionati in aree attualmente produttive o vocate ma non più produttive. A tal scopo ci si avvarrà della cartografia regionale tematica sul tartufo, allestita dalla regione con l’aiuto del gruppo di micologia dell’Università di L’Aquila e dalle indicazioni fornite dai partner del progetto.

Area problema
Studio e valutazione delle foreste e delle aree a pascolo
Usi multipli delle aree forestali e programmi di forestazione
Processi di comunicazione, formazione professionale, assistenza tecnica e consulenza ai coltivatori e allevatori
Effetti attesi
Valorizzazione/tutela paesaggio
Incremento dei margini di redditività aziendali
Miglioramento produttività
Tipologia