Sviluppo di filiere zootecniche basate su foraggi polifiti per superare le difficoltà dei comparti carne e latte e migliorare la sostenibilità degli allevamenti
Promuovere lo sviluppo tecnico ed economico di filiere di produzione di carne e latte bovini, basate su sistemi di alimentazione che impiegano prevalentemente foraggi da praterie polifite (erba fresca e fieno), sviluppare produzioni integrative a quelle zootecniche (piante eduli) nella logica della multifunzionalità e della diversificazione delle produzioni aziendali, promuovere l'adozione di soluzioni innovative per la gestione dell’allevamento al fine di migliorare l’organizzazione aziendale dei produttori primari e rafforzare il legame tra prodotti e territorio
Il progetto si articola in 7 WP e in 32 attività finalizzate a:
- delineare lo stato e le potenzialità delle filiere di latte e carne da foraggi polifiti
- migliorare l'organizzazione e dell'efficienza delle filiere basate su foraggi polifiti per applicare in azienda soluzioni innovative
- sviluppare la filiera innovativa delle piante eduli per l’uomo sulle stesse risorse impiegate per l’ottenimento dei prodotti zootecnici
- analizzare la domanda di prodotti da foraggi polifiti da parte di consumatori intermedi e finali
- individuare strategie per il miglioramento dell’offerta di prodotti ottenuti da foraggi polifiti, la loro promozione e tutela.
Negli ultimi 10 anni, anche in Piemonte è stata osservata una progressiva riduzione della competitività e della capacità produttiva delle aziende agricole legate alle filiere carne e latte, anche a causa di un contesto socio-economico in rapido cambiamento (modifica delle abitudini alimentari dei consumatori, crisi economica, instabilità nell’offerta, ecc.).
Sarà possibile superare tali difficoltà solo con interventi sull’organizzazione delle aziende e sulla struttura delle filiere, che portino a:
1. ridurre i costi di produzione, agendo sia sull'alimentazione degli animali allevati, sia sulla trasformazione;
2. differenziare e valorizzare le produzioni, migliorandone le caratteristiche nutrizionali e salutistiche, e creando le condizioni per spuntare prezzi maggiori alla vendita, anche al fine di migliorare la competitività delle aziende sul mercato;
3. ridurre gli impatti dei sistemi di allevamento sull’ambiente e sul benessere animale e diminuire gli effetti negativi dei prodotti di origine animale sulla salute umana, ottenendo un riconoscimento sul mercato delle esternalità positive generate;
4. semplificare l’organizzazione delle filiere, promuovendo il più possibile le quelle corte e valorizzando i prodotti a livello locale;
5. modificare il riparto dei ricavi tra i diversi attori di una stessa filiera produttiva.
Il progetto si fonda su un gruppo di operatori delle filiere latte e carne bovine piemontesi la cui base sia rappresentata da produttori primari che intendono intervenire sulla differenziazione e valorizzazione dei diversi prodotti e sui costi di produzione attraverso l’adozione di un sistema di alimentazione degli erbivori basato su foraggi polifiti.
La gestione delle risorse foraggere si avvale di strumenti di pianificazione che sono noti da diverso tempo (es. il Piano Pastorale, PP), ma sono poco conosciuti dagli agricoltori e, finora, sono stati applicati perlopiù nelle aziende che praticano l’alpeggio estivo. Nella sua formulazione originaria, il PP definisce i criteri e il percorso tecnico da seguire per la corretta gestione delle superfici a pascolo, individuando il momento ottimale per le utilizzazioni e gli spostamenti delle mandrie. L’innovazione promossa da FILIERBA consiste nel trasferimento di questo strumento in contesti diversi da quelli per cui è stato concepito, come ad esempio in ambienti di pianura, con colture foraggere avvicendate, con pratica limitata del pascolamento oppure in aziende di montagna stanziali. Pertanto, per l’applicazione del PP, si procederà: i) adattando le metodologie di rilievo utilizzate per la stima della disponibilità foraggera, per es. al fine di valutare le variazioni della composizione della vegetazione nel corso dell’anno, o per misurare in modo preciso la produzione di fitomassa; ii) inserendo nei PP, che nascono per la gestione del pascolamento, la componente “sfalcio”; iii) integrando il piano delle concimazioni e di gestione dei reflui zootecnici; iv) integrando le rotazioni colturali sempre presenti nel caso di prati avvicendati e v) adeguando i piani a una gestione di medio-lunga durata (anche 10 anni).
Al fine di limitare la variabilità inter-annuale della produzione foraggera, minimizzare il ricorso a foraggi extra-aziendali di qualità difficilmente controllabile, ridurre il rischio di spese impreviste per l’acquisto di foraggi, elevare il livello minimo della qualità della razione per gli animali (riducendo in questo modo il ricorso ad alimenti concentrati) e stabilizzare la qualità delle produzioni, in un’azienda agricola del GO sarà introdotta la fienagione con essicamento dell’erba con ventilazione forzata. Le attrezzature e le tecnologie utilizzate sono ampiamente collaudate in altre regioni Europee (es. Svizzera, Austria, Germania) e nell’Italia nord-orientale, ma questa pratica non è ancora attuata in Piemonte, dove il contesto climatico e l’organizzazione dell’allevamento sono diversi. La ventilazione forzata consente di limitare il tempo di permanenza in campo a 24-36 ore, riducendo in modo significativo l’esposizione a eventi meteorici che possono avere effetti devastanti sulla qualità del fieno e che, con i cambiamenti climatici, sono sempre più imprevedibili. Con tale pratica l’erba falciata è trasferita dal campo con un’umidità che può essere anche superiore al 50% e l’umidità residua è rimossa grazie alla ventilazione con aria riscaldata di 5-10°C rispetto alla temperatura ambiente. Se le risorse finanziarie lo consentiranno, nella stessa azienda, la fienagione con ventilazione forzata sarà combinata con l’irrigazione di precisione dei prati.
Durante il progetto, saranno introdotte innovazioni nei processi di produzione dei seguenti alimenti: i) carne di vitelli di razze da latte; ii) prodotti caseari e carne da foraggi polifiti ovvero caratterizzati da un numero di specie elevato; iii) piante eduli presenti spontaneamente nei prato-pascoli. Per quanto riguarda il primo punto, l'innovazione consisterà nell'introdurre l'alimentazione "erba-fieno" come strumento per valorizzare bovini che normalmente non trovano spazio nella rimonta aziendale (es. vitelli maschi), analizzando le ripercussioni sulle caratteristiche della carne, sia chimiche che fisiche. Per quanto riguarda il secondo punto, l'innovazione consisterà nella caratterizzazione dal punto di vista fisico, chimico, nutrizionale, nutraceutico e organolettico di tre formaggi e di un latte alimentare prodotti da foraggi polifiti per identificare e valorizzare le differenze rispetto ai prodotti convenzionali sul mercato. Questi prodotti saranno introdotti nella rete commerciale e saranno raccolti i feedback dei consumatori. L'innovazione del terzo punto consisterà in una selezione di piante spontanee eduli, che saranno caratterizzate da un punto di vista nutrizionale e nutraceutico. Verrà proposta una regolamentazione della raccolta e delle quantità giornaliere raccoglibili che attualmente manca In Piemonte. Inoltre, per una selezione di specie, saranno identificate tecniche appropriate di raccolta, post-raccolta, trasformazione e confezionamento.
In un’azienda del GO sarà progettata e realizzata una rete di monitoraggio di variabili ambientali di interesse agronomico utili a controllare la crescita dei prati e dei pascoli e, conseguentemente, a fornire all’agricoltore indicazioni su quando svolgere al meglio le proprie attività (es. fienagione, concimazione, trasemina). Le reti di monitoraggio agrometeorologico sono già relativamente diffuse, ma si limitano al controllo dei parametri climatici. Le reti di monitoraggio ambientale esistono già in altri settori, ma non sono mai state strutturate per un utilizzo in ambito agricolo. Nella sua configurazione di sistema, la rete sarà adattata per monitorare le diverse variabili ambientali che caratterizzano il contesto di campo nel quale l’agricoltore opera, per es. alcune variabili climatiche quali la temperatura dell’aria e del suolo, l’umidità dell’aria e del suolo, le precipitazioni, ma anche variabili agronomiche quali l’accrescimento della fitomassa e la fenologia delle specie vegetali. A supporto delle decisioni, l’agricoltore potrà accedere ai dati raccolti, sia attuali sia di serie storiche, che saranno presentati in modo sintetico e comprensibile tramite un apposito cruscotto accessibile attraverso strumenti informatici diffusi (tablet, smartphone e pc), grazie a software appositamente predisposti (es. APP per smartphone).
Il progetto si prefigge di sviluppare strumenti atti a tutelare e certificare le produzioni da foraggi polifiti (erba-fieno). Alcuni strumenti di tutela sono già presenti in Europa per specifici prodotti (es. disciplinare di produzione del Latte Fieno STG), ma manca una soluzione di sistema (per es. un marchio di filiera) che consenta sia di garantire l’autenticità dei prodotti, sia di identificare univocamente le produzioni ottenute da animali alimentati con foraggi polifiti. Nell’ambito del GO saranno realizzati: i) un marchio di filiera collettivo europeo “erba & fieno del Piemonte”; ii) un disciplinare per la tutela delle produzioni da foraggi polifiti; iii) un protocollo per la certificazione delle quantità producibili a garanzia dell’autenticità, della qualità e della tracciabilità dei prodotti, basato sui principi del catasto produttivo foraggero-pastorale realizzato in passato dal capofila del GO; iv) un protocollo per la certificazione della sostenibilità delle filiere latte, carne e relativi derivati; v) un sistema di ranking degli operatori delle filiere in funzione della sostenibilità ambientale dei processi produttivi, di distribuzione e di commercializzazione, basato sulle normative di certificazione ISO 9001 e 14001, e che consenta al consumatore di capire immediatamente se e quanto un determinato prodotto è ‘eco-friendly’.
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