Sostenibilità e sviluppo della diversità bio-culturale vitivinicola campana
Il progetto vuole rispondere all’esigenza di promuovere nel settore vitivinicolo uno sviluppo integrato, endogeno e sostenibile delle aree rurali, attraverso il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- Stimolare le conoscenze sulle potenzialità delle risorse naturali del territorio;
- Innovare e qualificare il sistema produttivo locale e le imprese;
- Valorizzare le risorse endogene dei territori;
- Migliorare la competitività aziendale e territoriale.
Le strategie fondamentali di tutela e rivalutazione nel territorio rurale si possono concretizzare nel riconoscimento dei seguenti valori: naturalità, identità e potenzialità economiche.
Il programma sperimentale si articola in Work Package:
WP1: Zonazione viticola dei territori vitati delle aziende partecipanti al progetto;
WP2: Caratterizzazione ecofisiologica di vitigni autoctoni per il miglioramento delle performance vegeto-produttive;
WP3: Produzione di nuove tipologie di vino passito principalmente da uve autoctone;
WP4: Enologia di precisione per l’ottenimento lieviti autoctoni selezionati dai vigneti aziendali;
WP5: Caratterizzazione metabolomica e salutistica dei vini;
WP6: Strumenti innovativi per la difesa del vigneto dalle malattie;
WP7: Il terroir viticolo tra varietà e paesaggi agrari secolari.
Divulgazione e disseminazione dei risultati.
Il sistema agroindustriale campano è un componente di rilievo dell’economia regionale con processi di forte differenziazione fra le aree rurali interne e quelle urbane e costiere. Per quanto riguarda il sistema vitivinicolo, negli ultimi anni, l’andamento della produzione di vino continua a registrare valori negativi, -20÷25%, come media storica, in controtendenza con il trend positivo del Paese Italia, che segna un +6%. Resistono le produzioni per marchi di qualità DOC/DOCG, -13%, mentre nel segmento delle IGT la produzione cala del 35%. Anche la superficie investita continua a calare; a es., nel 2016 (ultimi dati ISTAT) rispetto al 2015 cala ancora del 4,7%; la provincia con il maggior numero di ettari in produzione è Benevento con 9.260, seguita da Avellino con 6.080, Salerno con 4.070, Caserta con 2.515 e infine Napoli con 2.158 ettari.
Dall’ultimo censimento, risulta che il vigneto campano è coltivato in più di 80.000 aziende. Tali dati mettono in luce il più importante limite del comparto: l’eccessiva frammentazione. La provincia di Salerno, che rappresenta lo scenario territoriale di questa proposta progettuale, nonostante sia tra le aree più interessanti della regione, per la sua notevole autoctonia varietale, vede in controtendenza con le altre province, ridursi ulteriormente la dimensione media aziendale, attestandosi agli attuali 2.400 mq. La strutturale debolezza del sistema vitivinicolo salernitano condizionato da un numero eccessivo di imprese di piccole dimensioni e da uno scarso interesse a forme di associazionismo è ancora più evidente se si considera il legame quasi inesistente con strutture di supporto legate allo sviluppo di tecnologie e di attività di ricerca.
Innovazione di processo e di prodotto per la produzione di nuove tipologie di vino passito principalmente da uve autoctone campane, provenienti da vigneti preliminarmente selezionati, così da migliorare le prestazioni economiche delle aziende partecipanti al progetto sia su scala regionale sia su scala nazionale e internazionale.
Una serie di lieviti indigeni sicuramente buoni fermentatori in quanto isolati nelle fasi finali della fermentazione alcolica. I lieviti saranno conservati a -80 °C presso il CREA-VE di Asti, che già cura una collezione di microrganismi di interesse enologico (http://20.61.16.38/micro/).
Il prodotto è un’innovazione di processo, in quanto l’obiettivo è utilizzare un lievito isolato sulle uve d’origine, ciò incrementa il legame con il territorio.
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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