Rete Canapa: la multifunzionalità della canapa nel settore agricolo
L’obiettivo è lo sviluppo ed il consolidamento della coltivazione della canapa nelle Marche con la messa a servizio degli agricoltori di un sistema capace di ottimizzare la biomassa di canapa per sviluppare la potenzialità No Food della cultura canapa per i settori: tessile, bioedilizia, bioplastiche, cartotecnica, uso della capacità di fitodepurazione della coltura.
RECAGRI vuole: mettere a punto la coltivazione della canapa, ottimizzare i sotto prodotti ottenuti dal settore food, e organizzare un centro di raccolta/prima trasformazione per la canapa dedicata al no food dove gli agricoltori potranno conferire la paglia. Il centro prevede la messa a punto di un prototipo di decorticazione per due linee di prodotto ad uso territoriale, (all’incirca di 100 km di raggio). L’impianto metterà a disposizione delle imprese locali, materiali semilavorati per il 4 settori: tessile, bioplastiche, bioedilizia e cartotecnica.
Partendo della canapa coltivata con semi e metodi differenti a seconda dell’obiettivo finale, verrà messo a punto un sistema efficiente per la macerazione in campo per offrire materiali processabile dall’impianto di decorticazione per ottenere fibra lunga, fibra corta, canapulo e scarti di canapa
L’Italia nel 1940 era il primo produttore al mondo di canapa per qualità ed il secondo al mondo dopo la Russia per quantità. Tale coltura è praticamente scomparsa a partire dalla metà del 1950 dovuta: all’arrivo dagli USA del cotone e delle fibre sintetiche; alla “scarsa competitività economica” della canapa; al grande sforzo lavorativo richiesto dalla trasformazione della canapa nelle fasi di macerazione e stigliatura. A questa si aggiunse dal 1975, il divieto di coltivazione ed uso della Cannabis Indica; la canapa da fibra, venne confusa con la canapa da droga e travolta. Ultimamente la canapa sta recuperando ed attualmente è di nuovo richiesta sul mercato più che per il tessile, per l’interesse agroalimentare: olio e farine. Rimane però il resto della pianta, non ancora valorizzata come tessile e/o la creazione di prodotti e usi innovativi della biomassa, mancando impianti e cultura per le prime fasi di trasformazione.
Anche nelle Marche nell’immediato dopo guerra la canapicoltura è scomparsa. Tra i motivi, l’impiego complessivo di circa 1.200 ore di manodopera per ettaro, fra i più alti di tutte le colture a pieno campo utilizzata soprattutto nella fase della macerazione in acqua degli steli raccolti in fasci. Ora da più di 8 anni alcuni agricoltori hanno autonomamente coltivato canapa con l’obiettivo di ristrutturare una filiera multifunzionale. Nella ricerca di colture alternative, alla barbabietola da zucchero, tra queste la canapa è quella che pian piano è stata costantemente utilizzata, toccando punte di circa 100 ettari per anno. Ciò ha fatto si che la regione Marche è diventata sempre più punto di riferimento anche per agricoltori di regioni limitrofe. L’Azienda Agricola Trionfi Honorati di Jesi, pioniera della canapa Marchigiana, si è fatta promotrice della fase di Setting Up per la Creazione di un Gruppo Operativo CANAPA nelle Marche al fine di raggiungerne la multifunzionalità per: fibra ad uso tessile, per olio essenziale ad uso cosmetico e farmaceutico, per olio e farina ad uso alimentare, per carta, coibentazioni, edilizia, bioplastiche e per coltura da rinnovo e fitodepurazione. A questo punto il settore legato al food è oramai maturo e c’è la necessità di promuovere un’iniziativa per la valorizzazione del resto della biomassa.
RECAGRI prototipizzerà il centro di raccolta e prima trasformazione per uso multifunzionale della canapa partendo dalla coltivazione per beneficio dei suoli, riduzione delle pratiche agricole in rotazione e minimizzazione dei diserbi, affiancando a questo la potenzialità della fitodepurazione della canapa. Si creerà un impianto multifunzionale di stigliatura, dimensionato per piccoli areali di coltivazione, capace di fornire materie prime adatte per i seguenti settori: tessile abbigliamento, biopolimeri, bioedilizia e cartotecnica. A questo si affianca l’innovazione della macerazione in campo attraverso l’uso di starter biologici e la creazione di jeans di canapa tinti con Indaco da guado.
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