Miglioramento della competitività delle aziende castanicole mediante applicazione di tecniche innovative di gestione del prodotto in pre- e post-raccolta
L’obiettivo principale del progetto è il miglioramento delle tecniche di trattamento in pre- e post-raccolta del prodotto castanicolo al fine di migliorarne la qualità e la conservabilità. Si mira ad implementare metodologie innovative per ridurre la perdita di prodotto in conservazione. Tali tecniche innovative saranno sostenibili sia da un punto di vista ambientale che economico. Si parte dall’idea di disegnare nuove strategie di lotta integrata ai patogeni per sfavorirne lo sviluppo e la penetrazione nel frutto già in campo, producendo un prodotto migliore da un punto di vista qualitativo e quindi più facile da trattare nelle successive fasi post-raccolta. Per la riduzione dell’attività fungina Gnomoniopsis castaneae, principale agente causale del marciume interno del frutto, verranno implementate attività che prevedono l’utilizzo di microrganismi ed induttori di resistenza già contemplati in lotta biologica.
In fase post-raccolta verranno previste attività volte al trasferimento di metodologie attraverso:
- Sistemi innovativi di sanificazione del prodotto appena raccolto che utilizzano gas (anidride carbonica, argon, metilsalicilato) in sostituzione o in aiuto dei normali metodi di curatura;
- Introduzione di sistemi di sensoristica/biomarcatori per valutare lo stato di conservazione/deperimento del prodotto;
- Sistemi di curatura che utilizzano microrganismi e/o enzimi prodotti da questi;
- Sistema integrato di curatura chimico-fisico.
La filiera castanicola campana riveste un ruolo centrale nel comparto frutticolo: oltre 6500 aziende (Fonte ISTAT 2010; Dati AGEA 2016) con circa 15.000 ettari di frutteti. L'importanza della filiera castanicola non è solo legata al potenziale produttivo ed economico ma anche al ruolo ambientale e di tutela idrogeologica che riveste negli ambienti montani e pedemontani. La crisi fitopatologica causata dal cinipide galligeno del castagno e gli andamenti climatici che negli ultimi 10 anni hanno causato danni di svariati milioni di euro alla PLV agricola. L'esigenza di innovare le tecniche di "curatura" per esaltare le qualità organolettiche della castagna e per favorire una migliore shelf-life rappresenta il fulcro delle attività che si intendono implementare. I frutti negli ultimi anni hanno presentato vecchi e nuovi problemi: da un lato cidie e balanini e dall'altro un attacco fungino che negli ultimi 3-5 anni ha fortemente indebolito l'immagine qualitativa del prodotto presso i consumatori. Il marciume interno, infatti, si sviluppa in post raccolta colpendo in qualche caso, oltre il 40% della produzione. Alla base di ciò vi sono alcuni fattori chiave: la pianta è portatrice sana di alcuni ceppi fungini; le attuali tecniche utilizzate in raccolta e in gestione post raccolta favorisco il diffondersi e la contaminazione del marciume (curatura in acqua, gestione in cassoni con legno, sacchi di iuta non sterilizzati, raccolta tardiva dal suolo,ecc.). Vi è la necessità di trasferire metodi e tecnologie che possano arginare tale problematica.
Le innovazioni puntano a:
- Migliorare in fase di pre-raccolta la qualità del prodotto di almeno 20% attraverso l'implementazione di un protocollo che prevede l'utilizzo di microrganismi e sostanze bioattive in grado di contrastare le problematiche legate al marciume;
- Nuovi protocolli di curatura che utilizzando chimico-fisici e/o gas riducano del 30% il marciume del frutto;
- Miglioramento della shelf-life del 20%;
- Introduzione di un sistema sensoristico/diagnostico applicato al riconoscimento degli attacchi fungini sul castagno.
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