Innovazioni di processo e di prodotto per la valorizzazione del patrimonio cinaricolo siciliano
La principale finalità del Progetto è la costituzione di varietà sintetiche siciliane propagate per “seme”. Un’altra finalità del Progetto è la messa a punto di idonei protocolli agronomici Ci si propone di studiare e trasferire innovazioni agronomiche sui protocolli di concimazione, sull’irrigazione) e sui trattamenti con acido gibberellico, in rapporto alle varietà allo studio, alla destinazione del prodotto e tenendo conto dell’ambiente pedoclimatico delle località delle aziende partner. Altri risultati attesi: riduzione dei consumi di input produttivi in campo
Il Progetto si articolerà con prove di campo in 6 aziende agricole e prove e analisi di laboratorio. Tra i risultati attesi del Progetto Val.Ci.Si. vi è innanzitutto il superamento dei problemi tecnici posti dalla propagazione vegetativa attraverso la costituzione di varietà da “seme” più adatte all’ambiente siciliano e a prezzi più contenuti rispetto agli ibridi commerciali. Inoltre, il Progetto mira alla riduzione dei consumi di input produttivi in campo e all’impiego dei residui colturali a fini energetici. Se si considera che la Sicilia è la seconda regione cinaricola d’Italia, con una superficie di oltre 14.000 ha di carciofeti, si capisce bene che un ammodernamento della cinaricoltura avrebbe ricadute positive per l’economia di alcuni “distretti” in cui la coltivazione del carciofo ha un preminente ruolo socio-economico.
La propagazione del carciofo è tradizionalmente effettuata in Sicilia per via vegetativa. Questa modalità presenta degli svantaggi, quali l’eterogeneità del materiale utilizzato e la trasmissione delle malattie dalle piante-madre. La propagazione per achenio, detto impropriamente “seme”, invece contribuirebbe alla razionalizzazione della tecnica colturale, al miglioramento dello stato fitosanitario delle piante e all’incremento delle rese. Il problema è che attualmente la propagazione per “seme” del carciofo passa attraverso poche ditte sementiere, che impongono ibridi F1 a prezzi elevati. La cinaricoltura tradizionale in Sicilia, inoltre, è troppo spesso legata a pratiche colturali irrazionali, come ad esempio le concimazioni eccedenti i reali fabbisogni della coltura, che sono uno spreco di risorse e possono avere un impatto ambientale negativo. Ci si propone, a tal fine, di studiare e trasferire innovazioni agronomiche sui protocolli di concimazione, sull’irrigazione e sui trattamenti con acido gibberellico, in rapporto alle varietà allo studio, alla destinazione del prodotto e tenendo conto dell’ambiente pedoclimatico delle località delle aziende partner. Il carciofo è una delle orticole da pieno campo che lascia più residui in campo dopo la raccolta, ecco perché un’ulteriore finalità progettuale è la valutazione della biomassa residua da un punto di vista energetico. Si stima che mediamente i residui colturali del carciofo ammontino a circa 10 tonnellate di sostanza secca per ettaro. Se si moltiplica tale valore per i più di 14.000 ha di carciofeto in Sicilia, si capisce bene la potenzialità in termini di questa coltura
Attualmente si stanno diffondendo in coltivazione ibridi F1 di carciofo propagate per seme. Tuttavia, nelle regione mediterranee, e tra queste la Sicilia, un ampio numero di tipi varietali è ancora propagato vegetativamente. Inoltre attualmente la propagazione per “seme” del carciofo passa attraverso l’oligopolio di poche ditte sementiere, che impongono ibridi F1 a prezzi elevati. Per queste ragioni, una delle principali innovazioni che si intendono introdurre col presente Progetto è la creazione di varietà sintetiche propagate per “seme”. La pianta di carciofo che si è originata da achenio, inoltre, grazie allo sviluppo della radice primaria, approfondisce il proprio apparato radicale nel suolo molto più della pianta originatasi da ovolo. Questo significa che le piante propagate per achenio captano meglio l’acqua del suolo, ciò che risponde allo scopo di rendere più efficiente l’uso dell’acqua in agricoltura (focus area 5a). Al fine di rendere di rendere più efficienti le semine con l’aumento di “semi” germinabili, il Progetto prevede la messa a punto di un prototipo di selezionatrice ottica a colori per scegliere gli acheni migliori e scartare quelli danneggiati a seguito della trebbiatura o non vitali. Alla selezionatrice è abbinato un dispositivo per la concia dei “semi” con prodotti fitosanitari. Il carciofo è, tra le piante orticole da pieno campo, quella che lascia più residui in campo dopo la raccolta Tale biomassa infatti è un residuo e il suo utilizzo a fini energetici si colloca perfettamente nella focus area 5c. L’innovazione che qui si vuole introdurre è la valorizzazione della biomassa del carciofo a fini energetici
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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