Filiera Pilota del Cinghiale e degli ovicaprini nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Creazione di un sistema mobile di macellazione capace di eseguire piccole macellazioni aziendali di agnelli e capretti che possa essere asservito alle realtà zootecnico-agrituristiche
Catturare e macellare in loco i cinghiali catturati e da eliminare dal territorio secondo i vigenti piani,
Impiegare le attività previste per ottenere dal prototipo il ruolo fondamentale di osservatorio epidemiologico e di inquinamento ambientale impiegando come specie sentinella il cinghiale ed i piccoli ruminanti
- Messa a punto di sistemi di cattura compatibili con la macellazione in loco dei cinghiali;
- Progettazione e realizzazione di un impianto prototipale di macellazione mobile multispecie modulare - Murgia Mobile Slaughterhouse (MuMoSla);
- Start up e messa a punto delle buone pratiche di impiego del prototipo per la macellazione degli ovicaprini;
- Start up Start up e messa a punto delle buone pratiche di cattura e macellazione del cinghiale selvatico;
- Valutazione degli standard qualitativi delle carni, indagini epidemiologiche e tossicologicoambientali
Il contesto produttivo in cui si innesta la presente proposta progettuale è quello zootecnico dell’Alta Murgia. In questa area si assiste ad un progressivo abbandono della pastorizia con tutte le tragicità che ne conseguono in termini di tutela ambientale e della biodiversità e qualità delle produzioni.
Tra i fattori alla base del Progetto proposto sono:
a. La difficoltà di poter eseguire macellazioni aziendali di capi ovicaprini da latte (agnelli/capretti), stante la difficoltà logistica a reperire impianti di macellazione vicini, i costi e gli standard di benessere per il trasporto, vista anche la giovane età degli animali.
b. crescita anomala della popolazione di cinghiali nei contesti agricoli, con conseguente squilibrio ecologico e danni all’attività antropica.
c. l’assenza sul territorio di impianti di macellazione per i cinghiali selvatici, che oltre a generare una serie di problematiche di gestione (cattura dei soggetti e spostamento degli stessi presso aziende faunistico-venatorie fuori parco), allonta di fatto la possibilità di sfruttamento economico delle catture direttamente nei territorio che patiscono il sovraffollamento dei cinghiali selvatici
La possibilità di poter eseguire macellazioni di un limitato numero di capi ovicaprini in aziende di piccole dimensioni, spesso impegnate nelle attività agrituristiche consentirà non già di incrementare la produttività aziendale, ma di ridurre i costi di produzione e di valorizzare il prodotto che rispetto alla pratica vigente avrà un minore impatto sia sull’ambiente che sugli standard di benessere animale (entrambi questi aspetti vengono infatti peggiorati dal trasporto degli animali vivi e delle carcasse).
A questo si aggiunge la possibilità di ampliare l’attività agricola innestando le condizioni perché si avvii una filiera oggi inesistente nel territorio pugliese.
Il riflesso dell’introduzione e dello scale-up di questo impianto prototipale comporterà una riduzione dei costi di produzione di carne ovicaprina, la creazione di condizioni di creazione di una filiera della carne di cinghiale, il tutto con un sistema non solo garante del benessere animale, ma anche a ridotto impatto ambientale.
Inoltre, un incremento della redditività aziendale delle piccole realtà agricole in un’area svantaggiata come quella murgiana, inoltre, consentirà un rafforzamento dell’economia agricola in questo territorio,