Bioeconomy For Food
L’obiettivo generale del progetto riguarda la valorizzazione del capitale aziendale con la finalità di ammodernamento del processo produttivo della parte agronomica attraverso l’utilizzo di materiali innovativi quali bioplastiche biodegradabili in suolo secondo lo standard EN17033 e l’impiego di biofitosanitari a base di acido pelargonico.
Il progetto prevede l'implementazione di dimostratori e demo field aziendali per promuovere l'adozione di pratiche agronomiche avanzate, che prevedono l'uso di bioplastiche e prodotti a base di acido pelargonico, per rafforzare i protocolli colturali. Si effettuerà un'analisi approfondita della produttività mediante rilevazioni agronomiche e agro-meteorologiche, oltre a valutazioni della sostenibilità ambientale ed economica attraverso Life Cycle Costing (LCC) e Life Cycle Assessment (LCA). Questo confronto con tecniche tradizionali mira a evidenziare i benefici e le performance dei nuovi modelli colturali.
Nel contesto delle filiere fruttifere, le informazioni raccolte da Coldiretti sottolineano l'importanza fondamentale di gestire efficacemente i polloni e le erbe infestanti.
L’efficacia nel controllo delle malerbe ottenuta con erbicidi residuali (es. glifosate) e le frequenti lavorazioni meccaniche hanno consentito nel breve periodo di mantenere la produttività delle coltivazioni con un impatto però a lungo termine sull’ambiente e la fertilità dei suoli che dovrà essere invece preservata con l’introduzione di soluzioni sostenibili e buone pratiche agricole, monitorando i risultati in campo, con il mondo della ricerca e dell’industria d’innovazione al fianco degli agricoltori.
In queste specie, di particolare rilevanza risulta la rimozione dei polloni che avviene per via meccanica e/o chimica. L’utilizzo di acido pelargonico in sostituzione delle sostanze attive utilizzate, porterebbe ad un azzeramento di residui di erbicidi nei prodotti trattati e negli organismi non target (come anfibi, rettili, invertebrati e vertebrati terrestri), oltre ad apportare un beneficio in termini di classificazione di pericolo sia del prodotto fitosanitario tal quale che della soluzione pronta all’uso che risulta sempre essere esente da indicazioni di pericolo, quindi non classificata.
Altro elemento di innovazione è rappresentato dalla sostituzione di plastiche tradizionali con manufatti e film per pacciamatura biodegradabili in suolo per aumentare la competitività delle aziende e dare un contributo reale all’accrescimento della sostenibilità ambientale e sociale
Il progetto mira al''introduzione di bioprodotti innovativi, quali bioerbicidi e bioplastiche, con il fine ottimizzare i protocolli colturali in agricoltura. L'innovazione proposta punta a una riduzione significativa dell'uso di fitosanitari chimici, con una previsione di diminuzione dell'utilizzo di tali prodotti all'interno del campo. Parimenti, mira a una consistente riduzione dell'uso delle plastiche, con l'obiettivo di abbattere la presenza di microplastiche nel suolo, riducendo così il fenomeno del white pollution.
Il progetto va oltre l'aspetto ecologico, indagando anche gli impatti economici tramite un'analisi Life Cycle Costing (LCC) che considera l'intero ciclo di vita dei bioprodotti, garantendo un modello economicamente sostenibile e replicabile. L'adozione di pratiche agricole più sostenibili sarà supportata dall'analisi Life Cycle Assessment (LCA) che misura gli indicatori di impatto ambientale, consentendo di quantificare e comunicare i miglioramenti ottenuti.
L'obiettivo è quindi fornire ai produttori primari gli strumenti per un'agricoltura avanzata, capace di produrre valore aggiunto tramite una maggiore sostenibilità ambientale ed economica, rendendo i prodotti agricoli più competitivi sul mercato. Si auspica che questa transizione ecologica possa essere accolta e valorizzata da un mercato sempre più consapevole, aumentando la domanda di prodotti sostenibili e rafforzando la percezione positiva dei consumatori.