Avversità emergenti delle colture frutticole in Emilia Romagna: strategie innovative applicate alla difesa sostenibile
Il contesto agricolo della regione Emilia-Romagna ha visto negli ultimi anni lo sviluppo di varie avversità emergenti che hanno influenzato la sostenibilità economica di alcuni importanti settori della frutticoltura e della viticoltura: tra queste le gravi perdite produttive dovute al moscerino dei piccoli frutti e varie affezioni causate da virus, viroidi e procarioti. Il presente piano ha come obiettivo generale quello di sviluppare una gestione strategica e sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale di queste avversità sviluppando linee di difesa che prevedano di ridurre l’utilizzo di sostanze chimiche.
Le attività includono confronto tra attrattivi e modelli di trappole, sviluppo di un modello previsionale e definizione di strategie di difesa e verifica della capacità di un parassitoide nel contenimento di Drosophila suzukii; valutazione della tolleranza di cultivar di drupacee mediante inoculi con materiale infetto e quantificazione molecolare del titolo virale; prove di protezione incrociata; utilizzo di induttori di resistenza; validazione di protocolli diagnostici per la valutazione del materiale vivaistico, prove di trasmissione e ricerche su possibili vettori; applicazione di prodotti a basso dosaggio di rame e alternativi e valutazione sull’efficacia nei confronti della PSA.
I risultati attesi riguardano l’individuazione e l’applicazione di strategie di lotta non convenzionali come la realizzazione di un modello di dinamica delle popolazioni per ottimizzare tempistiche d’intervento, l’individuazione di attrattivi più performanti e di iperparassiti (moscerino dei piccoli frutti), la verifica dell’efficacia di induttori di resistenza o del fenomeno del “recovery”, l’individuazione di genotipi e selezioni con caratteristiche di resistenza o tolleranza a vari patogeni (virus, viroidi e fitoplasmi), l‘utilizzo di prodotti a basso dosaggio di rame e prodotti alternativi (PSA). Nel caso di fitopatie emergenti i risultati verteranno sulla validazione di nuove metodologie diagnostiche e sulla valutazione del reale impatto economico di tali avversità, legate anche all’individuazione delle modalità di trasmissione dei patogeni in campo. I principali benefici riguarderanno in primo luogo lo sviluppo di linee di controllo alternative o perlomeno complementari per la gestione di vari patogeni, con metodi a basso impatto ambientale in grado di preservare risorse a precario equilibrio, come quelle idriche, tutelando nel contempo la capacità produttiva degli agricoltori. L’utilizzo di nuove tecniche diagnostiche mirate ad un utilizzo massale e le conoscenze epidemiologiche che verranno ricavate, saranno inoltre di grande utilità nel settore vivaistico, in quanto molte di queste avversità causano situazioni negative soprattutto nei primi anni di crescita delle piante.
validità del modello previsionale SUZ-S nel prevedere il rischio di infestazione nei ceraseti. Le prove condotte dimostrano una discreta efficacia di alcune molecole naturali e si conferma la disponibilità sul mercato di tipologie diverse di trappole per la cattura massale. Non si apprezzano invece risultati promettenti sul contenimento del danno a seguito del lancio del parassitoide autoctono T. drosophilae.
Risultati promettenti sono stati raggiunti con l’impiego di reti anti-insetto monofila (ad oggi il metodo più efficace) che consentono di ridurre anche del 70% l’impiego di insetticidi. Prove di infezione artificiale del PPV hanno dimostrato la presenza di accessioni di albicocco e pesco tolleranti, sulle quali non si manifestano sintomi su frutto. Si conferma la stabilità nel tempo del fenomeno del “recovery” nel caso di ESFYP su albicocco e susino cino-giapponese. È stato individuato il miglior protocollo di diagnosi molecolare del PLMVD e si è dimostrato che la potatura non influenza in modo significativo sulla sua trasmissione nei pescheti. Le indagini sulla presenza del TORSV in ER ne confermano l’eradicazione. È confermata la presenza in ER del GPGV la cui principale causa di diffusione è l’utilizzo di materiale di propagazione infetto (no insetti vettori). Su kiwi contro PSA induttori di resistenza abbinati al Cu contribuiscono a ridurne i quantitativi d’impiego.
Titolo/Descrizione | Url | Tipologia |
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Presentazione Piano operativo
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Ecologia e gestione integrata di Drosophila suzukii al Nord - Informatore Agrario 12-2017
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Monitoraggio e prove di difesa da Drosophila suzukii in Emilia-Romagna -Frutticoltura 3-2018
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Malattia del Pinot grigio, nuova emergenza sulla vite - Informatore Agrario 10-2018
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Ciliegio: Drosophila, mosca e afidi impongono cambiamenti radicali nella difesa - Frutticoltura 3-2019
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Atti 4th IPWG Meeting, Valencia 8/12 settembre 2019
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Video - Indagini su tecniche di difesa del ciliegio da Drosophila suzukii
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Video - Studio sensibilità pesco e albicocco a Sharka e metodi alternativi lotta con induttori di resistenza
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