Progetto per il recupero dei sottoprodotti della lavorazione delle olive
La riduzione drastica dell'impatto ambientale relativo allo smaltimento al suolo dei reflui dell'industria olearia, attraverso il recupero delle sanse con la produzione di compost rappresenta un obiettivo di primaria importanza per il comparto olivicolo e, più in generale, per la salvaguardia dell'ambiente. Se si considera la possibilità dello spandimento in campo delle sanse "tal quali" previsto dalla Legge 574/96, tale problema in teoria non sussisterebbe.L'utilizzazione agronomica ha tuttavia evidenziato alcune problematiche di gestione per il percolamento della sansa durante il trasporto, così come per l'emissione di forti odori in fase di spandimento, che avviene spesso in seguito a lunghi periodi di stoccaggio.Di qui l'idea di ottenere prima dell'applicazione al suolo un refluo contenente sostanza organica parzialmente stabilizzata e matura con un carattere "umico" già sviluppato in modo da poter essere utilizzata per la fertilità del suolo ed abbia perso o almeno ridotto il contenuto di quei componenti che possono rappresentare un rischio di tossicità per le colture e di contaminazione dei comparti ambientali limitrofi. Tale substrato può essere ottenuto attraverso l'aggiunta di componenti azotate e fibrose alla sansa umida atte a riequilibrare il bilancio C/N in un processo di compostaggio.Le prime esperienze condotte su tale substrato, opportunamente trattato, hanno fornito risultati interessanti in termini di crescita e di produzione delle piante.Tale processo elimina l'inquinamento derivante dalle acque di vegetazione, ha recuperato il nocciolino come fonte energetica, ha restituito ai terreni di collina sostanza organica normalmente dilavata nei pendii, fornendo alle piante di ulivo microelementi, fosforo, potassio e azoto.
Ente | Contributo (€) | % |
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Assessorato regionale
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€58.593,05
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85,00%
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PAOLO MASI
pmasi@unina.it