InnovaInAzione

Sfruttare i luoghi abbandonati per creare gli orti verticali

E' italiana la concezione di promuovere strutture produttive verticali, creare una rete integrata nell'attuale sistema agricolo e favorire maggiore autosufficienza e sostenibilità delle comunità.

Tra le innovazioni tecnologiche per un utilizzo efficiente dello spazio, contribuendo alla preservazione del terreno agricolo e alla riduzione di pesticidi ed emissioni legate al trasporto di prodotti agricoli, le vertical farm rappresentano un elemento chiave. Queste strutture consentono la produzione di ortaggi e specie animali di alta qualità, prive di sostanze chimiche nocive come il nichel. Grazie alle tecniche di coltivazione fuori suolo, a ciclo chiuso e in ambiente controllato, le vertical farm favoriscono una produzione agricola intensiva sostenibile, con un notevole risparmio idrico rispetto alla coltivazione in campo aperto.

Sebbene le ricerche su questo tipo di coltivazioni abbiano avuto inizio nel 2008, le prime vertical farm sono state costruite nei primi anni 2000 in Giappone e nel Sud-Est Asiatico, diffondendosi a livello globale dal 2010.

In Italia, l'ingegnere Matteo Benvenuti è stato pioniere nell'implementazione di questo concetto. Il suo interesse è nato durante il lavoro di tesi incentrato sulla creazione di una città sostenibile e autosufficiente nel deserto del Marocco. Questa visione si è evoluta nel progetto di Vertical Farm Italia, ispirato dal modello dell'oasi come esempio di insediamento sostenibile e autosufficiente, integrando infrastrutture verdi per la produzione alimentare.

Le vertical farm negli ambienti chiusi e isolati, utilizzano sistemi di coltivazione idroponici verticali per massimizzare lo sfruttamento dello spazio. Questo approccio non richiede terreno fertile e può essere applicato a spazi urbani inutilizzati o problematici, come terreni contaminati o edifici abbandonati.

Oggi esiste la Tunnel Farm, situata sotto le mura di Torrita di Siena, ed è un esempio di come le vertical farm possano essere progettate su misura per le esigenze del committente. In questo caso, l'antico rifugio antiaereo è stato trasformato in un'area di coltivazione sotterranea che contribuisce alla riqualificazione del luogo, con l'orto gestito dai volontari a beneficio della mensa comunale e delle famiglie locali bisognose. Questo progetto unisce innovazione, tradizione e valorizzazione sociale, rappresentando un esempio di futuro orientato all'innovazione e al recupero sostenibile di spazi abbandonati.

6 Dicembre 2023