Il focus della ricerca dell'Università Cattolica di Piacenza nel contesto del Progetto Probiopom è sulla scoperta di una "gang" di microrganismi benefici isolati dalle radici delle piante di pomodoro. Questi microrganismi svolgono un ruolo chiave nella protezione delle colture, riducendo l'incidenza di infezioni fungine e, di conseguenza, contribuendo indirettamente alla sicurezza alimentare del consumatore.
La scoperta offre prospettive promettenti per ridurre l'uso di pesticidi chimici nelle coltivazioni di pomodoro. Trattando i semi delle piante con questi microrganismi una sola volta, si può ottenere una protezione efficace dalle infezioni fungine per l'intero ciclo di crescita della pianta. Ciò si traduce in una significativa riduzione della necessità di utilizzare sostanze chimiche, con la possibilità di dimezzare le dosi di pesticidi.
Il professor Edoardo Puglisi, della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell'Università Cattolica, evidenzia che questa riduzione di pesticidi è particolarmente rilevante per affrontare le sfide legate alle infezioni fungine, come nel caso del genere Alternaria, responsabile di notevoli perdite nelle coltivazioni di pomodoro.
I risultati della ricerca indicano che i microrganismi isolati, in particolare alcuni ceppi di Bacillus, hanno dimostrato una notevole efficacia nel ridurre la biomassa fungina e la produzione di micotossine. Questi microrganismi mostrano anche proprietà di promozione della crescita delle piante.
La ricerca sottolinea l'importanza di adottare un approccio "basato sul consorzio", sfruttando le diverse capacità dei vari ceppi microbici in combinazione per ottenere un ampio spettro di efficacia contro le sfide biotiche nelle colture.
L'applicazione pratica di questi microrganismi potrebbe essere estesa ad altre piante e patogeni. La ricerca è in corso per comprendere meglio i meccanismi con cui questi batteri riducono la produzione di micotossine nei raccolti infestati dai funghi. La commercializzazione dei batteri fungicidi sembra essere un passo successivo plausibile, e i ricercatori sottolineano che i batteri utilizzati non sono patogeni e non comportano rischi per i consumatori.
Infine, il testo sottolinea che l'uso di questi batteri fungicidi rappresenta un approccio in linea con gli obiettivi dell'EU Green Deal, che mira a ridurre l'uso di sostanze chimiche di sintesi in agricoltura entro il 2030.