Agricoltura 4.0, innovazione agricola, agricoltura di precisione con uno sguardo alle aziende agricole italiane e internazionali. Questi alcuni temi tra i tanti trattati nel convegno tenutosi a Rovigo dall’ordine degli agronomi e dei dottori forestali.
“L’agricoltura ha un futuro sicuramente importante, il Polesine è una delle zone con la più alta vocazione per il settore primario - le parole del presidente dell’ordine di Rovigo, Vanni Bellonzi - il ruolo degli agronomi, dei periti agrari e agrotecnici è fondamentale perché indirizzano l’agricoltore in maniera ottimale. Conoscendo la propria azienda e i propri terreni e con l’ausilio del 4.0, dell’agricoltura di precisione e delle nuove tecnologie si risparmia l’utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci andando così a produrre di più ma contenendo i costi in modo più intelligente”.
“La prossima agricoltura” il titolo del Festival dell’innovazione agricola che venerdì mattina ha messo in scena il secondo incontro dopo il primo a tema genetica. Sul tavolo dei relatori, davanti a un nutrito pubblico composto anche da diversi studenti del Munerati di Sant’Apollinare, si sono alternati esperti, professori universitari, rappresentanti delle istituzioni e addetti ai lavori per parlare del futuro dell’agricoltura moderati dal giornalista Giannantonio Armentano de L’Informatore Agrario.
Dopo i saluti dell’assessore all’ambiente Dina Merlo, del vicepresidente dell’ordine di Rovigo Franco Brazzabeni, del presidente dell’ordine regionale Renzo Trevisin e di un rappresentante di Banca del Veneto Centrale, ha aperto il convegno il professor Luigi Sartori con un focus sull’agricoltura di precisione seguito poi da Lorenzo Furlan di Veneto Agricoltura.
Poi è stato il turno di Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura Veneto che ha descritto il cambiamento delle aziende agricole con l’introduzione del 4.0. Ha concluso poi i lavori Enrico Costa di Aires lasciando poi spazio alla tavola rotonda composta da Paolo Franceschetti di Cia Rovigo, Gianfranco Pizzolato di Aires e dall’agronomo Davide Valentini.