L’automazione nel campo dell’agricoltura può svolgere un ruolo importante nel rendere la produzione alimentare più efficiente e più rispettosa dell’ambiente, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, grazie a tecnologie e strumenti che spaziano dai trattori fino all’intelligenza artificiale. Tuttavia, se adottata in maniera disomogenea, l’automazione può rafforzare le disuguaglianze, specie se rimane inaccessibile ai piccoli produttori e ad altri gruppi emarginati, come i giovani e le donne e creare disoccupazione.
Queste le principali considerazioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), all’interno del rapporto sullo Stato dell’Alimentazione e dell’Agricoltura (Sofa) 2022, appena presentato. L’edizione del 2022 indaga quindi sui fattori trainanti dell’automazione agricola, e analizza business case per l’adozione di tecnologie di automazione digitale in diversi sistemi di produzione agricola in tutto il mondo, offrendo raccomandazioni ai responsabili politici su come massimizzare i benefici e ridurre al minimo i rischi.
Nel complesso, si legge nel report, l’automazione allevia la carenza di manodopera e può rendere la produzione agricola più resiliente e produttiva, migliorare la qualità dei prodotti, aumentare l’efficienza nell’uso delle risorse, promuovere un’occupazione dignitosa e migliorare la sostenibilità ambientale. La pubblicazione suggerisce poi politiche per garantire che l’automazione agricola si mantenga inclusiva, e contribuisca alla creazione di sistemi agricoli sostenibili e resilienti.
“La Fao crede veramente che senza il progresso tecnologico e l’aumento della produttività, non ci sia alcuna possibilità di far uscire centinaia di milioni di persone dalla povertà, dalla fame, dall’insicurezza alimentare e dalla malnutrizione”, ha scritto il Direttore Generale della Fao, Qu Dongyu, nella premessa al report.
“Ciò che conta è come il processo di automazione viene eseguito nella pratica. Dobbiamo garantire che l’automazione avvenga in modo inclusivo e promuova la sostenibilità“, ha aggiunto. In termini di raccomandazioni sulle politiche da attuare, il report si concentra sul principio di cambiamento tecnologico responsabile, che implica la necessità di anticipare gli impatti della tecnologia sulla produttività e sulla sostenibilità, e allo stesso tempo il mantenimento del focus sulle categorie marginalizzate e vulnerabili. La chiave è quindi la creazione di un ambiente favorevole, che richieda l’utilizzo contestuale di una serie di strumenti, come la legislazione, le infrastrutture, gli accordi istituzionali, l’istruzione e l’addestramento, la ricerca e sviluppo, il sostegno ai processi di innovazione dei privati.Sui timori relativi a possibili impatti in termini di aumento della disoccupazione, il report conclude da una lato che che essi sono esagerati, e dall’altro ammette che l’automazione in agricoltura può portare con se un certo livello di disoccupazione, in luoghi dove la forza lavoro rurale è abbondante ed i salari sono bassi. In questi contesti, i legislatori dovrebbero quindi evitare di sussidiare l’automazione stessa, e piuttosto concentrarsi sulla creazione di un ambiente favorevole alla sua adozione, senza dimenticarsi di fornire protezioni sociali ai lavoratori meno qualificati, che rischiano più e prima di altri di perdere il lavoro durante questa transizione.