Tartuficoltura sostenibile
Chiamato Habitar-Si, ed è promosso dall'associazione tartufai senesi in collaborazione con UNIPG e il CREA. Il progetto mira a promuovere la tartuficoltura sostenibile e innovativa nella regione toscana, nota per le sue diverse specie di tartufi, tra cui il tartufo bianco. Il cambiamento climatico e altre modifiche ambientali hanno portato a una diminuzione della produzione naturale di tartufi, e il progetto si concentra su monitoraggio, tecniche innovative di coltivazione e gestione idrica per migliorare la produzione. Sono state condotte sperimentazioni in diverse aziende agricole, dimostrando un aumento della produzione di tartufi pregiati e una conservazione della biodiversità. Tuttavia, si sottolinea che il tartufo richiede tempo e rispetto dei cicli naturali, sia in ambiente naturale che in coltivazione.
Associazione Tartufai Senesi
L’Associazione Tartufai senesi è nata negli anni ’80 e conta attualmente circa 300 soci provenienti dalla provincia di Siena ed ha lo scopo di favorire la tutela, la raccolta, la produzione e la valorizzazione del tartufo bianco, del tartufo marzuolo, del tartufo nero estivo e del tartufo nero pregiato anche attraverso una opportuna opera di informazione e pubblicizzazione.
La mission principale dell’associazione è quello di tutelare e promuovere il tartufo e quindi anche la salvaguardia dell’ambiente, attraverso un’accurata e mirata manutenzione delle zone tartufigene da parte dei soci. È una associazione riconosciuta con DPGR Toscana n. 37 del 20 gennaio 1992 e iscritta al n. 345 del Registro delle Persone Giuridiche presso la Regione Toscana.
Per realizzare lo scopo prefissato e nell’intento di agire a favore dei soci come di tutta la collettività locale, l’Associazione dà vita a:
- Corsi di formazione per cercatori di tartufo in quanto è di fondamentale importanza la professionalità del cercatore di tartufo.
- Progettazione di manifestazioni volte a diffondere la conoscenza e la cultura del tartufo e alla sensibilizzazione e tutela delle zone tartufigene tra cui la Mostra mercato del Tartufo marzuolo delle Crete Senesi giunta alla sua sedicesima edizione, convegni dedicati quali Tartufo e Sviluppo rurale realizzato nel marzo 2016 a San Giovanni d’Asso con il patrocinio della Regione Toscana e Accademia dei Georgofili.
Altre informazioni
L’Associazione Tartufai senesi è nata negli anni ’80 e conta attualmente circa 300 soci provenienti dalla provincia di Siena ed ha lo scopo di favorire la tutela, la raccolta, la produzione e la valorizzazione del tartufo bianco, del tartufo marzuolo e del nero, del tartufo nero pregiato anche attraverso una opportuna opera di informazione e pubblicizzazione. La mission principale dell’associazione è quello di tutelare e promuovere il tartufo e quindi anche la salvaguardia dell’ambiente, attraverso un’accurata e mirata manutenzione delle zone tartufigene da parte dei soci.
E’ una associazione riconosciuta con DPGR Toscana n. 37 del 20 gennaio 1992 e iscritta al n. 345 del Registro delle Persone Giuridiche presso la Regione Toscana
Per realizzare lo scopo prefissato e nell’intento di agire a favore dei soci come di tutta la collettività locale, l’Associazione dà vita a:
- Corsi di formazione per cercatori di tartufo in quanto è di fondamentale importanza la professionalità del cercatore di tartufo
- Progettazione di manifestazioni volte a diffondere la conoscenza e la cultura del tartufo e alla sensibilizzazione e tutela delle zone tartufigene tra cui la Mostra mercato del Tartufo marzuolo delle Crete Senesi giunta alla sua sedicesima edizione, convegni dedicati quali Tartufo e Sviluppo rurale realizzato nel marzo 2016 a San Giovanni d’Asso con il patrocinio della Regione Toscana e Accademia dei Georgorfili.
Tartuficoltura sostenibile e innovativa negli habitat tartufigeni senesi
La regione Toscana è caratterizzata dalla presenza di diverse specie tartufigene, su tutte l'importanza del tartufo bianco risulta rilevante nelle zone della Val d'Arbia e delle Crete Senesi. Altre specie tartufigene di rilievo sono il tartufo nero pregiato, il marzuolo, lo scorzone e l'uncinato.
Negli ultimi anni il cambiamento climatico e altri fattori legati alla modifica degli usi dei suoli e all'abbandono delle aree interne hanno portato a una forte diminuzione della produzione naturale di tartufi, specialmente quelli pregiati. Una delle cause nella scomparsa dei tartufi è anche il verificarsi di periodi siccitosi sempre più lunghi, che compromettono la vitalità del fungo e la sua capacità riproduttiva sul territorio.
L'economia legata al tartufo non è secondaria all'interno del territorio regionale, ne sono testimonianza le diverse manifestazioni legate ai tartufi che in alcuni territori rappresentano anche un'attrattiva turistica importante e remunerativa. Purtroppo non sono disponibili dati puntuali, né sulla produzione di tartufo a livello regionale né sul suo impatto economico.
Poche sono inoltre le innovazioni e ricerche portate avanti nel settore e ancora meno le sperimentazioni condotte sul territorio toscano. Per questo è nato il progetto Habitar-Si, promosso dall'associazione tartufai senesi e realizzato in collaborazione con UNIPG e il CREA.
Le azioni svolte nel progetto sono state dirette a un monitoraggio puntuale delle tartufaie naturali, la realizzazione di impianti tartufigeni con metodologie innovative in grado di dare risposte ottimali, anche considerato lo scenario climatico attuale, e la messa in atto di cure colturali volte al risparmio idrico e all'efficientamento della risorsa acqua.
Nell'azienda agricola Berni sono state effettuate delle prove su tartufaia naturale di tartufo bianco in fondovalle con inoculazione di talee e gestione idrica. In particolare sono state installate due mini-stazioni di monitoraggio con trasmissione dati wireless per il rilevamento dell’umidità (sensore FDR) e della temperatura del suolo nell'area tartufigena naturale. La mini-stazione principale è stata dotata anche di pluviometro e termometro per la temperatura dell’aria. Per l'invio dei dati meteorici è stata installata un'antenna per garantire il trasferimento di dati raccolti dalla mini-stazione principale. Riguardo la gestione dell’acqua nel suolo, nel corso dell’estate 2020 sono state effettuate affossature per la regimazione delle acque meteoriche. In seguito sono stati installati gli impianti per l’irrigazione, incluso il noleggio di un contenitore per la raccolta e il reimpiego delle acque meteoriche in tartufaia. Nel caso specifico, l’irrigazione effettuata ha dimostrato di essere molto efficace rispetto al miglioramento produttivo di Tuber magnatum, in termini qualitativi fornendo tartufi di buona pezzatura e con ottime caratteristiche organolettiche. Riguardo l’aspetto quantitativo, è stato stimato un incremento produttivo del 10% circa in peso nella zona irrigata rispetto a quella di controllo. Tale incremento si è dimostrato particolarmente importante nella stagione produttiva 2022/2023, caratterizzata da una scarsa produzione e quindi il prezzo del Tuber magnatum è arrivato a cifre molto più alte del solito (fino a 600-700 euro/hg nel territorio senese).
Nell’Azienda Agricola Valdambrini è stato effettuato un recupero e miglioramento produttivo di tartufaia naturale di tartufo bianchetto o marzuolo. In questa azienda è stato effettuato il decespugliamento selettivo, con annesso allontanamento del materiale di risulta, nella zona individuata e precedentemente sottoposta, ad analisi floristico-vegetazionale ex-ante e poi nell’agosto 2022 ai rilievi ex-post. Gli stessi rilievi floristico-vegetazionali sono stati effettuati nell’area indisturbata con una densa copertura boschiva nello stesso appezzamento. L’elenco floristico elaborato dai rilievi ha consentito di evidenziare la presenza di n. 47 specie e sub-specie botaniche. Mentre la stagione successiva del marzuolo o bianchetto, primavera 2022 ha mostrato risultati produttivi tangibili, dimostrando una rapida risposta alla riduzione della copertura vegetale.
Nell'azienda Agricola Davitti durante l'estate-autunno 2020 è stata effettuata una valutazione della idoneità tartufigena di un appezzamento disponibile in azienda, separato mediante una strada di campo da una tartufaia messa a dimora già da diversi anni, allo scopo di verificare le condizioni di coltivazione per le diverse specie di tartufo. In particolare è stata effettuata la lavorazione del terreno e poi l’idonea preparazione per l’impianto opportunamente progettato, quindi realizzato nel novembre 2021 mettendo a dimora piante di Quercus pubescens Willd. (roverella) micorrizate con Tuber aestivum Vittad. (tartufo estivo o scorzone) e di Pinus pinea L. (pino da pinoli o pino domestico) micorrizate con Tuber borchii Vittad. (tartufo bianchetto o marzuolo) tutte precedentemente controllate dall’Università di Perugia riguardo la micorrizazione, in due aree contigue. In ciascuna area, per ogni specie di tartufo, sono state previste due parcelle da sottoporre rispettivamente a irrigazione (con distribuzione di acqua controllata mediante cisterna con carrello) e in asciutta. È stata installata la recinzione elettrificata alimentata da impianto fotovoltaico. Inoltre, una centralina meteorologica per il rilevamento dei dati climatici e i relativi sensori per rilevare l’umidità del terreno consentendo di monitorare la necessità di intervento.