InnovaInAzione

Riduzione delle Emissioni di Ammoniaca nel Suino Pesante mediante Diete Additivate con Acido Benzoico

Riduzione delle Emissioni di Ammoniaca nel Suino Pesante mediante Diete Additivate con Acido Benzoico

Azienda: Società Agricola Davoli Daniele e Ugo
Regione: Emilia-Romagna
Anno di realizzazione: 2022
Tipo di innovazione: Di processo, Di prodotto
Ambito Innovazione: Emissioni di inquinanti e gas serra
Comparto/Prodotto: Zootecnia - suini » Da macello -carni fresche per l'industria

Gli allevamenti intensivi, specialmente quelli suinicoli e avicoli, sono soggetti a normative ambientali stringenti per ridurre il loro impatto su acqua, suolo e atmosfera. La Direttiva europea 2010/75/UE, nota come Direttiva IED, obbliga questi allevamenti ad adottare le Best Available Techniques (BATs) delineate nel BREF IRPP 2017. Tra le BATs, le strategie alimentari (BAT 3) giocano un ruolo cruciale nel mitigare le emissioni, intervenendo direttamente sulla dieta degli animali per migliorare le caratteristiche degli effluenti durante la stabulazione, lo stoccaggio e lo spandimento.

Adattare il contenuto proteico delle diete alle diverse fasi di crescita degli animali, ridurre il titolo proteico e integrare con amminoacidi di sintesi sono misure chiave per raggiungere questi obiettivi. In questo contesto, il Gruppo Operativo per l’Innovazione PigBen è nato per esplorare l'uso dell'acido benzoico nelle diete dei suini pesanti come metodo per ridurre le emissioni di ammoniaca. Il progetto ha valutato l'efficacia dell'acido benzoico sia in diete a contenuto proteico standard che ridotto, cercando di determinare se queste due strategie siano alternative o complementari nel migliorare la sostenibilità degli allevamenti suinicoli.

Società Agricola Davoli Daniele e Ugo

La Società Agricola Davoli Daniele e Ugo S.S. alleva suini a ciclo aperto nel centro aziendale di Via Comparoni 21 a Gavasseto di Reggio Emilia. I suini sono acquistati al peso di 30 kg e allevati fino al peso di vendita di 160 kg per la produzione del Prosciutto di Parma DOP. La potenzialità massima dell’allevamento è di 1000 capi allevabili. La SAU aziendale, di 16,3676 ettari di proprietà e 7,1400 ettari di affitto, è investita con le seguenti colture: cereali, mais, frumento, favino, medica. Le produzioni cerealicole sono reimpiegate nell’azienda per l’alimentazione dei suini. Gli effluenti aziendali, sotto forma di liquami, sono utilizzati ai fini fertilizzanti sulle colture agricole aziendali.

Altre informazioni

Classificazione RRN
Imprese agricole e forestali
Settore/comparto
Carni suine
Tipo di ente (classificazione 2014-2022)
Impresa agricola

Ridurre le emissioni di ammoniaca del suino pesante con diete additivate di acido benzoico

Azienda: Società Agricola Davoli Daniele e Ugo
Regione: Emilia-Romagna
Anno di realizzazione: 2022
Tipo di innovazione: Di processo, Di prodotto
Ambito Innovazione: Emissioni di inquinanti e gas serra
Comparto/Prodotto: Zootecnia - suini » Da macello -carni fresche per l'industria
Origine dell'idea innovativa

Gli allevamenti intensivi, in particolare suinicoli ed avicoli, sono soggetti a normative ambientali volte a limitare il loro impatto non solo verso acqua e suolo, ma anche verso l’atmosfera. Al fine di ridurre le emissioni, la Direttiva europea 2010/75/UE, conosciuta come direttiva IED (Industrial Emission Directive o ex IPPC), sottopone gli allevamenti suinicoli all’adozione di BATs (Best Available Techniques) tra quelle individuate nel BREF IRPP 2017 (Intensive Rearing of Poultry or Pigs).

Fra le tecniche BAT, un importante rilievo viene dato alle strategie alimentari (BAT 3), ossia a quelle misure che, intervenendo sulla dieta degli animali, sono in grado di condizionare le caratteristiche degli effluenti con ricadute positive su tutta la catena emissiva: stabulazione, stoccaggio e spandimento.

Questo può essere ottenuto, in primo luogo, adattando per le diverse fasi di crescita il contenuto proteico delle diete ai fabbisogni degli animali, ma anche riducendo il titolo proteico (di conseguenza l’azoto) delle diete ed integrandole con amminoacidi di sintesi, in modo da avvicinarsi il più possibile ai rapporti previsti dalla “proteina ideale” e dalla “proteina minima equilibrata”.

Nasce così il Gruppo Operativo per l’Innovazione PigBen con lo scopo di ridurre le emissioni di ammoniaca del suino pesante con diete additivate di acido benzoico. Durante il progetto è stato possibile valutare l’efficacia dell’acido benzoico nel ridurre le emissioni ammoniacali sia quando viene aggiunto a diete a contenuto proteico standard, sia se aggiunto a diete a titolo proteico ridotto. L'obiettivo principale era quindi di verificare se i due interventi sulla dieta (riduzione del titolo proteico e acidificazione con acido benzoico) fossero da considerarsi alternativi o complementari.

Descrizione innovazione

Le attività sperimentali di PigBen hanno riguardato due cicli d’allevamento presso gli stabulari del CREA-ZA Sede di San Cesario sul Panaro (MO): un ciclo invernale, con diete a basso tenore proteico, e uno estivo, con diete a tenore proteico standard.

Per le prove zootecniche sono stati utilizzati suini d’incrocio Duroc Italiana x Large White Italiana (144 nel primo ciclo e 120 nel secondo) suddivisi in due tesi (controllo e trattato con acido benzoico).

Gli animali sono stati alimentati a bagnato, con rapporto acqua mangime di 2,5:1. Per ogni ciclo sono stati formulati tre mangimi, somministrati per fasi, in relazione al peso vivo raggiunto dagli animali.

L’utilizzo dell’acido benzoico per tutta la fase di ingrasso dei suini pesanti destinati alle filiere DOP del Prosciutto di Parma, dallo svezzamento sino alla macellazione, non ha comportato zoppie, problematiche di salute e differenze in sede di macellazione. Il rapporto calcio/fosforo e il contenuto di minerali nell'osso è risultato maggiore nel gruppo di controllo rispetto al trattato con acido benzoico. Le differenze riscontrate sono risultate statisticamente significative, ancorché di modesta entità.

Queste differenze, emerse con diete contenenti dosi prudenziali, non scarse, di calcio e fosforo per evitare problemi all'osso, hanno mostrato comunque un effetto dell’acidificazione sul metabolismo osseo e pertanto si consigliano approfondite verifiche e valutazioni qualora si utilizzino diete a più basso contenuto di fosforo e calcio.