Le ciliegie di qualità vogliono la copertura
Nessuna coltura come il ciliegio ha saputo rinnovarsi tanto e in così poco tempo. Le innovazioni genetiche (varietà e portinnesti nanizzanti) e tecnologiche (alte densità e forme di allevamento, sistemi di protezione e difesa, innalzamento qualitativo) hanno acceso un grande interesse verso questa coltura. Siamo passati dai vecchi impianti con grandi alberi (in forte calo ovunque) a quelli moderni e intensivi (con densità salite a 600-1.200 piante/ha).
Tutto questo sta portando la cerasicoltura ad un forte rinnovamento, percepito dai consumatori attraverso un miglioramento qualitativo delle varietà di ciliegio (per colore, pezzatura, consistenza della polpa, gradevolezza del gusto).
In questo contesto si inserisce il Progetto Innocer "Innovazioni di prodotto e di processo per una cerasicoltura di qualità", finanziato dalla Regione Veneto, PSR misura 124, con l'obiettivo prioritario di sperimentare e collaudare queste nuove tecnologie nell'area di coltivazione veronese, per tradizione altamente vocata alla coltivazione del ciliegio.
Boni Silvano e Ezio Soc. Agr. Semplice
L' azienda agricola Boni si trova ad Affi sulle prime colline di Verona ed è condotta dai cugini Silvano ed Ezio. Da tre generazioni l'azienda produce principalmente uve per la produzione di vino Bardolino doc e pinot grigio doc, olive dop del garda, kiwi e circa due ettari di ciliegie, ma è solo negli ultimi anni che è arrivata la virata su questa drupacea. Sul versante della commercializzazione l’azienda ha deciso di puntare sulla vendita diretta e sulla fornitura diretta ad alcuni supermercati della zona.
INNOCER: INNOVAZIONI DI PRODOTTO E DI PROCESSO PER UNA CERASICOLTURA DI QUALITA'
La moderna cerasicoltura specializzata rappresenta una realtà consolidata in molti Paesi europei. Diversamente da altre specie frutticole, le ciliegie sono una sicura fonte di reddito per i produttori agricoli, grazie soprattutto a un'offerta ancora inferiore alla domanda e a una remunerazione adeguata per il prodotto di qualità da parte del mercato.
La ripresa degli investimenti a ciliegio, particolarmente evidente in regioni come l'Emilia-Romagna e il Trentino Alto Adige (rispettivamente, con l'11 e il 9% delle superfici destinate a ciliegio, contro una media nazionale che non supera il 3%), è in gran parte dovuta all'applicazione delle moderne tecnologie di impianto, vale a dire: utilizzo di portinnesti nanizzanti e semi-nanizzanti verso sistemi a densità di piantagione elevate (800-1.200 alberi/ha) con alberi gestibili per lo più da terra, precocemente produttivi (già al II o III anno) e livelli di fruttificazione elevati e costanti negli anni (rese di 10-15 ton/ha).
Anche i livelli qualitativi sono decisamente migliorati rispetto al recente passato, grazie all'introduzione di nuove varietà con caratteristiche pomologiche di pregio e in linea con le attuali richieste del mercato: pezzatura elevata, consistenza della polpa, elevato tenore in zuccheri, colore ben definito.
In questo contesto si inserisce il Progetto Innocer "Innovazioni di prodotto e di processo per una cerasicoltura di qualità", finanziato dalla Regione Veneto, PSR misura 124, con l'obiettivo prioritario di sperimentare e collaudare queste nuove tecnologie nell'area di coltivazione veronese, per tradizione altamente vocata alla coltivazione del ciliegio.
Oltre allo studio dei nuovi sistemi di impianto, il progetto mirava all'introduzione di nuove tecniche nella fase vivaistica per migliorare la qualità delle piante destinate a tali sistemi di impianto consentendo al contempo una riduzione del ciclo di produzione delle piante in vivaio, con conseguente riduzione dei costi dei materiali vivaistici e, dunque, un risparmio nell'investimento iniziale da parte del frutticoltore.
Inoltre il progetto introduceva nuovi sistemi di difesa dalle principali avversità nei ceraseti, quali: coperture dalla pioggia, dalla grandine, dagli uccelli.
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Il progetto si è svolto attraverso 3 azioni principali svolte da tre aziende agricole partner e da un'istituzione scientifica qualificata, il Dipartimento di Scienze agrarie dell'Università di Bologna (Dipsa).
Presso l'Azienda Terranegra a Legnago (VR) si sono studiate le nuove forme di allevamento adatte agli impianti ad alta e altissima densità e la difesa delle produzioni con sistemi a massima sicurezza, ecosostenibili e facilmente applicabili ai nuovi impianti. La sperimentazione ha valutato un sistema di impianto a Y trasversale alla 5a foglia utilizzando il portinnesto Gisela 6 e Weiroot 158 e le varietà Rita, Early Bigi, Brooks e Prime Giant a una densità di 1.750 alberi/ettaro, dotato di un sistema di copertura antipioggia Oroplus Plastik sopra tunnel (test) e con teli riflettenti Extenday sotto chioma che ha permesso una maggiore intensità e uniformità di colorazione dei frutti".
L'azienda Top Plant Vivai di San Bonifacio (VR), capofila del progetto, ha valutato la riduzione del ciclo di produzione in vivaio e il conseguente contenimento dei costi di produzione delle piante attraverso il collaudo e l'applicazione di tecniche innovative di produzione e di gestione, per un prodotto finale di qualità da destinare alla costituzione di impianti di ciliegio ad alta e altissima densità (HDP e VHDP). In particolare, dopo aver testato le diverse tipologie di innesto, si è visto che il microinnesto si dimostra vincente quando si vuole lanciare una nuova varietà e si ha poco materiale a disposizione, riducendo i tempi e i costi. Rispetto agli innesti a banco, inoltre, ci sono meno fallanze.
La terza parte del progetto ha coinvolto la nostra azienda agricola, dove si è collaudato un sistema di impianto a fusetto alla 5a foglia, realizzato con il portinnesto nanizzante Gisela 6 e le varietà Regina, Kordia, Ferrovia, Black Star, Grace Star, Vera, Prime Giant, Early Star, Early Bigi, Sweet Early a una densità di 1.110 alberi/ettaro, dotato di un sistema di copertura antipioggia a reti piane e di reti antigrandine. I benefici che abbiamo ottenuto e continuiamo ad avere dal progetto sono:
- Riduzione dei costi di raccolta per l’utilizzo di portinnesti nanizzanti che permettono di raccogliere a una velocità praticamente doppia perché si opera o da terra o da carro, senza scale.
- Sitema di impianto a fusetto 4,5x2, arrivando a produrre tra i 20 e i 25 kg per piante, alias circa 22 tonnellate di ciliegie per ettaro.
- L’investimento per la copertura antigrandine e antipioggia ha permesso di avere una coltura redditizia, in quanto la copertura ci consente di ottenere frutti di ottima qualità (per il mercato il prodotto di qualità è rappresentato da frutti grossi, senza difetti e buoni da mangiare). Entrando nello specifico, la copertura, soprattutto su alcune varietà come Sweet Early, ci permette di raccogliere senza danni il 95% dei frutti; mentre quelle all'inizio e alla fine dei filari, che in genere sono suscettibili agli agenti atmosferici, spesso risultano rovinate e non buone per la commercializzazione.
Intervista
Ezio Boni, insieme al cugino Silvano sono i proprietari dell'azienda omonima localizzata ad Affi, in provincia di Verona. Da tre generazioni l'azienda produce principalmente uve per la produzione di vino Bardolino doc e pinot grigio doc, olive dop del garda, kiwi e circa due ettari di ciliegie, ma è solo negli ultimi anni che è arrivata la virata su questa drupacea. Ci potete spiegare come è maturata questa decisione?
"Grazie alle innovazioni sperimentate su questa drupacea come ad esempio: nuove varietà autofertili con elevate caratteristiche qualitative, un arco di maturazione di circa un mese e tempi di entrata in produzione più brevi rispetto a quelli standard, nonché nuovi portainnesti in grado di ridurre la taglia delle piante, dando la possibilità di effettuare le operazioni colturali da terra o con i mezzi tradizionalmente impiegati per altre colture, sono stati i motivi che ci hanno spinto ad investire su questa coltura".
Quali sono stati i vantaggi della copertura delle piante?
"Dalla nostra esperienza ci siamo accorti come alcune varietà fossero impossibili da coltivare senza copertura e l'innovazione implementata ne è stata la dimostrazione: ad esempio delle piante Sweet Early sotto copertura riusciamo a raccogliere senza danni il 95% dei frutti; quelle all'inizio e alla fine dei filari, che invece prendono l'acqua, in genere non sono commercializzabili".
Considerati gli inconvenienti meteorologici in diverse aree di produzione, non sembra che questo sarà un anno con grandi volumi disponibili di ciliegie. Oltre alle piogge, l'impatto del Covid-19 e la conseguente carenza di manodopera nei campi, renderanno questa campagna molto impegnativa.
"Confermiamo che, anche nella nostra zona le gelate tardive hanno compromesso buona parte della produzione. Riguardo alla manodopera noi, per fortuna, non abbiamo di questi problemi, saremo in grado di raccogliere tutta la produzione"
Anche la vendita del prodotto ha risentito degli effetti dell'epidemia?
"Di solito destiniamo la nostra produzione di ciliegie in parti uguali a mercati all'ingrosso, Grande distribuzione e vendita diretta. Quest'anno, per via del Covid -19 non avremo abbastanza turisti a i quali vendere il prodotto tramite la vendita diretta e presumo che venderemo quasi tutto all'ingrosso"