La fattoria autosufficiente
L’Azienda Agricola biologica e Agriturismo La Fattoria dell’Autosufficienza è situata nell’Appennino Romagnolo, ai confini del Parco delle Foreste Casentinesi, più precisamente nel Comune di Bagno di Romagna.
La principale caratteristica di questa realtà è stata la sua progettazione in permacultura. La permacultura é un sistema di progettazione del territorio che integra armoniosamente l'uomo con l'ambiente e i suoi elementi (abitazione, alimentazione, risorse naturali, relazioni umane e sociali). L'obiettivo è progettare insediamenti duraturi, il più possibile simili ad ecosistemi naturali, tramite il riconoscimento, l'utilizzo e l'armonizzazione delle componenti del paesaggio (morfologia, clima, terreno, acqua, vegetazione, animali) sviluppando rapporti di sostegno reciproco tra gli elementi dell'ambiente e i bisogni delle persone e basandosi su uno stile di vita "non predatore" e "non parassitario". Il risultato é un sistema di grande valore estetico, produttivo, e sostenibile nel tempo, con bassi costi di manutenzione. La coltivazione di ortaggi viene praticata principalmente con il metodo bio-intensivo e si coltivano anche grani e frutti antichi.
Varie zone dell’azienda sono state terrazzate ed è presente anche una food forest ricchissima di biodiversità, 2 km di fossi livellari e bacini acquatici.
L’azienda svolge innumerevoli attività fra cui la coltivazione di ortaggi, frutta, frutti di bosco, erbe aromatiche, silvicoltura, apicoltura, cereali e legumi, oltre all’attività ricettiva e formativa.
Fattoria dell'Autosufficienza
L’Azienda Agricola biologica e Agriturismo La Fattoria dell’Autosufficienza è situata nell’Appennino Romagnolo, ai confini del Parco delle Foreste Casentinesi, un luogo meraviglioso, con un panorama mozzafiato e una natura in parte incontaminata.
Più precisamente si trova nella Comunità Montana dell’Appennino Cesenate, nel territorio del Comune di Bagno di Romagna.
La superficie totale è pari a 88 ha accorpati, con copertura prevalente a bosco e prato-pascolo e 15 ha di seminativi.
I terreni sono compresi tra un’altitudine di 550 e 1050 m s.l.m.
L’azienda svolge innumerevoli attività fra cui la coltivazione di ortaggi, frutta, frutti di bosco, erbe aromatiche, cereali, legumi, silvicoltura, apicoltura, oltre l’attività ricettiva e formativa.
La mission è essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, un luogo di ispirazione per uno stile di vita basato sull'equilibrio, la salute, la resilienza e la sostenibilità.
La progettazione dell’azienda prende spunto dalle pratiche ecologiche di varie parti del mondo e dalla permacultura.
La coltivazione di ortaggi viene praticata principalmente con il metodo bio-intensivo (o market garden). In ottica di multifunzionalità e di biodiversità nel nostro orto si trovano tutti gli ortaggi più comunemente diffusi oltre a fiori ed aromatiche. Gli ortaggi e i vari prodotti della Fattoria vengono utilizzati nella cucina dell’agriturismo, proposti in cassette miste ai visitatori oppure venduti tramite il negozio Macrolibrarsi.
Altre informazioni
Realizzazione dell’azienda agricola autosufficiente
L’obiettivo generale del progetto è quello di sviluppare nuovi sistemi agricoli a impatto zero, sfruttando aree montane e collinari marginali, seguendo il principio della sostenibilità. Si tratta di sviluppare un sistema autosufficiente, che vada a favorire categorie di persone svantaggiate. Infatti, il remunerativo mercato di nicchia di produzioni naturali e biologiche può costituire un vantaggio per realtà produttive impegnate nel recupero di persone a rischio.
Il progetto si è posto l’obiettivo di sviluppare nuovi sistemi agricoli a impatto zero, sfruttando aree montane e collinari marginali, seguendo il principio della sostenibilità.
Il Piano Operativo trae ispirazione dai principi della permacultura al fine di creare un’azienda agricola autosufficiente, sviluppando i temi della food forest, dell’impiego di terrazzamenti e dell’orto bio-intensivo, con il coinvolgimento e l’esperienza della nostra fattoria.
Le azioni per la realizzazione del progetto hanno permesso di mettere a punto una serie di tecniche agronomiche per la creazione di un’azienda autosufficiente sia dal punto di vista degli input di mezzi tecnici, sia per ciò che concerne l’impiego di energia, prendendo ispirazione dalle teorie e dagli spunti agronomici della permacultura.
Il primo obiettivo è stato quello di offrire un esempio di come un’azienda agricola di montagna possa essere gestita in maniera ecocompatibile, diversificando le produzioni e adottando modalità sostenibile di coltivazione per ottenere un sistema ecologico il più possibile perenne e a basso impatto ambientale. A tal fine, l’attività è stata impostata nei primi due anni vegetativi con lo scopo di creare microclimi favorevoli, in quanto è riconosciuto come la vegetazione crea degli ambienti che possono cambiare sensibilmente le temperature. Per questo, presso La Fattoria dell'autosufficienza è stato necessario implementare barriere anti vento e anti gelo per creare ambienti favorevoli dove poter piantare ortaggi o altre specie che normalmente non resisterebbero ai climi rigidi dell'appennino tosco-romagnolo. A supporto dell’attività di creazione di sistemi colturali eco-sostenibili, La fattoria dell’Autosufficienza si è avvalsa di consulenti, i quali hanno fornito consigli tecnici basandosi sui sistemi di cromatografia per l’analisi qualitativa del suolo, di produzione di microrganismi benefici per il terreno, di preparazione di preparati organici minerali partendo dagli scarti di lavorazione, di una gestione efficiente delle acque e di un pascolo razionale. I tecnici hanno affiancato dai tecnici di Astra Innovazione e Sviluppo, con il fine di supportare e partecipare alla costituzione di un’azienda agricola autosufficiente per trasferirne le tecniche in altri areali.
Una delle attività sperimentate è stata quella dell'orto bio-intensivo. In pratica si tratta di un orto realizzato secondo sistemi di coltivazione maggiormente rispettosi dell’ambiente in grado però di garantire con continuità raccolti cospicui e di elevata qualità. La gamma di specie ed ortaggi presa in considerazione è stata estremamente ampia e diversificata ed ha consentito di valutare in maniera esaustiva l’adattabilità di un rilevante numero di specie a tecniche di coltivazione a basso o nullo impatto ambientale e, soprattutto, ad ambienti collinari o di montagna marginali. A tale scopo, sono state messe appunto delle pratiche di difesa, concimazione e pacciamatura, impiegando prodotti naturali di larga disponibilità.
Per quanto riguarda la difesa nei confronti di parassiti animali, si fa riferimento all’impiego di macerati naturali, di preparazione “aziendale”. Numerose sono infatti “le erbe”, facilmente reperibili in natura, in grado di garantire una azione di “controllo” nei confronti di un’ampia gamma di parassiti: Ortica, Equiseto, Aglio, Pomodoro, Piante officinali ed aromatiche, Peperone piccante.
Per quanto riguarda le concimazione, all’interno dell’azienda, ha assunto notevole importanza l’impiego di prodotti organici (letame, pollina, ecc., prodotti che in base alla loro composizione presentano diverse tempistiche e modalità di cessione dei nutrienti) o di compost autoprodotto.
Interessante, a questo proposito, è stato anche l’impiego, nella pratica di compostaggio, del “biochar”, che si ottiene da legname o da biomassa tramite il processo conosciuto con il nome di pirolisi, nel quale avviene la decomposizione termochimica di materiali di natura organica in assenza di ossigeno. E’ un carbone vegetale con un contenuto di carbonio fino al 90% e la cui struttura compatta lo rende non degradabile dai microrganismi del suolo; pertanto è in grado di stoccare carbonio invece che farlo tornare all’atmosfera sotto forma di CO2. Se somministrato direttamente al terreno ha effetti positivi sulla fertilità, migliorandone le caratteristiche fisiche, chimiche, biologiche e meccaniche.
Allo scopo di trovare una una soluzione per facilitare o rendere possibile la coltivazione in terreni caratterizzati da eccessiva pendenza, sono stati realizzati dei terrazzamenti, nei quali, nell’ambito del progetto è stato possibile impiantare su tutte le scarpate erbe aromatiche (lavanda, rosmarino, elicriso, salvia, origano) e fra la scarpata e il terrazzo frutti di bosco, alberi da frutto e viti. Le erbe aromatiche, oltre che per scopi produttivi, garantiscono rifugio e protezione all’entomofauna utile e, molto spesso, costituiscono un’efficace “repellente” nei confronti di diverse specie parassitarie. La piantumazione di alberi da frutto e viti oltre a consentire una diversificazione dell’ offerta produttiva, garantisce, specie in appezzamenti particolarmente esposti, una efficace azione frangivento.
Una delle tecniche utilizzate è la pacciamatura. Tra le pacciamture “naturali” più diffuse e facilmente reperibili, anche in funzione della destinazione produttiva dell’azienda, ricordiamo paglia, erba di sfalcio, mulching (erba tagliata e triturata), segatura, ramaglie cippate, corteccia, ecc.
Infine è stata sperimentata la cosiddetta Food forest. Si tratta di un tipo di coltivazione multifunzionale che prende a modello “l’ecosistema foresta” e nel quale è possibile coltivare nello stesso terreno piante da frutto, da legno, ortaggi, piante aromatiche, fiori, erbe medicinali e mellifere, il tutto creando un equilibrio tra la natura e le necessità umane. Viene spesso realizzata nel contesto di progetti permaculturali perché, se correttamente applicata, rispetta la quasi totalità dei principi tipici della permacultura. Nello specifico è stato realizzato un sistema frutteto-orto simulando un ecosistema boschivo su più strati: erbaceo, arbustivo e arboreo. Gli alberi da fusto sono stati piantati al piano superiore (peri, meli, prugni, nespoli, fichi, mandorli, ciliegi, tigli, etc.), insieme a piante rampicanti (es. vite, kiwi, luppolo), mentre al di sotto vengono coltivati arbusti (ad esempio ginestra, noccioli, goji, more, ribes e, nelle aree più soleggiate, menta e lamponi) piante erbacee (asparagi, origano, salvia, dragoncello, bamboo, cipolle, aglio, porri, topinambur, etc.) e tappezzamenti (es. fragole). Sebbene in fase di realizzazione sia necessario un consistente impiego di manodopera, una volta raggiunta la situazione di “piena produzione”, il sistema diventa autosufficiente.