InnovaInAzione

CYNASEME Produzione Sementiera del Carciofo

Origine dell'idea innovativa

Ad oggi -2018-,  la produzione del carciofo in Italia è avvenuta con carducci, ovuli e/o piante micro-propagate con tutte le problematiche connesse a tali tecniche colturali (coltura poliennale, eterogeneità del materiale genetico, condizioni fitosanitarie spesso incerte). L’impiego di germoplasma tradizionale, di cui la Campania è ricca, e la moltiplicazione agamica, onerosa e spesso poco efficiente, non hanno favorito lo sviluppo del vivaismo tradizionale del carciofo. Inoltre il sistema cinaricolo presenta alcune problematiche dovute alla comparsa sul mercato di prodotti provenienti dall’estero, alla gestione agronomica della coltura resa difficile dalla disformità del germoplasma tradizionalmente coltivato, all’elevato costo di manodopera richiesta per le operazioni colturali, all’insorgenza di problemi fitosanitari e alla commercializzazione di prodotti non qualificati.

Da queste considerazioni nasce l'idea di realizzare nuove coltivazioni da seme, che meglio rispondono alle esigenze di produzione e di mercato e di creare sistemi vivaistici razionali di gestione dei materiali di propagazione gamica (seme).

Descrizione innovazione

Il sistema riproduttivo del carciofo via seme, in Italia, ha permesso di mettere a punto metodologie di miglioramento genetico tendenti a costituire ibridi F1 che manifestano gli effetti positivi dell’eterosi con incrementi delle rese e costi bassi di produzione. In tale contesto si inserisce il presente progetto basato sull’impiego di ibridi F1, già sviluppati dall’Università della Tuscia, insieme all’ENEA, e in grado di rispondere alle esigenze di coltivazione e di mercato del nostro paese. E' stato possibile trasferire immediatamente, dall’unità di ricerca al partner produttore primario, alcuni ibridi più stabili che sono stati caratterizzati e valutati agronomicamente.
Per la produzione del seme ibrido si è fatto ricorso all’utilizzo di parentali geneticamente stabili maschio sterili (MS) e maschiofertili (MF), disponibili presso l’unità di ricerca e allevati sotto isolatori a cura del partner produttore primario. Per ridurre i costi di produzione del seme ibrido è stata applicata una tecnica di impollinazione a basso costo, sia in campi isolati sia mediante impiego di grandi isolatori e insetti pronubi (es. api o bombi, entrambe tecniche già messe a punto e ottimizzate dall’unità di ricerca e poi trasferite ai partner del progetto).

A cura del partner produttore primario e della ditta Semiorto Sementi, sono stati curati gli aspetti legati:

  • alla produzione del seme sviluppando tecnologie per migliorarne il potere germinativo, anche in termini di contemporaneità e uniformità di germinazione;
  • allo sviluppo di un’appropriata tecnica vivaistica e sementiera rispettivamente per la produzione di piantine da seme e la commercializzazione di seme ibrido.

In sintesi, la strategia seguita per la selezione di ibridi F1, durante il progetto, ha presentato le seguenti fasi:

  1. valutazione agronomica e genetica degli ibridi F1 messi a disposizione dall’unità di ricerca;
  2. caratterizzazione di linee parentali stabili;
  3. trasferimento alla ditta Semiorto della tecnologia per produrre seme ibrido commerciale;
  4. registrazione degli ibridi migliori al Registro Varietale nazionale;
  5. interventi sul seme per incrementare la germinabilità e la contemporaneità di germinazione;
  6. sviluppo dell’attività vivaistica e sementiera e promozione commerciale degli ibridi.
Benefici dell'Innovazione
Economici

L’impiego di materiali genetici nuovi e unici, per il paese e per la regione Campania, consente una buona redditività per l’impresa agricola in grado di competere con altri operatori e prodotti di provenienza estera.

Le tecniche colturali applicate per la gestione di piantine da seme sono economiche in quanto prevedono il trapianto meccanizzato, la riduzione delle spese dovute a un minor numero di scarducciature e dicioccature e un minor numero di interventi fitosanitari per il controllo dei patogeni tellurici, la possibilità di aumentare la densità d’impianto con aumento delle rese produttive, la riduzione delle spese dovute al rimpiazzo delle fallanze, il risparmio per il ridotto apporto idrico e di fertilizzanti con l’annualità della coltura.

Le più frequenti lavorazioni del terreno rispetto a quelle che si attuano in una carciofaia tradizionale permettono di preservare la struttura fisica del terreno contro il compattamento e lo stato sanitario dello stesso, riducendo l’impiego di agrochimici. Inotre, l’impiego di materiale da seme permette di ridurre al minimo gli apporti idrici richiesti per soddisfare il fabbisogno della coltura in quanto è possibile dissociare la coltura dai periodi estivi di coltivazione.

Trasferibilità/replicabilità dell'innovazione

L'innovazione ha permesso l'introduzione della coltura del carciofo in aziende e/o aree oggi destinate a colture in via di sostituzione (es. tabacco nella provincia di Benevento).
Inoltre, si ha la possibilità di avviare il vivaismo semplificato, come per pomodoro, peperone, ecc., con possibilità di sfruttare le strutture già presenti e utilizzate per la produzione di altre piante orticole. L’ampliamento della produzione vivaistica in periodi diversi (giugno-luglio) rispetto alle colture tradizionali (pomodoro, peperone, ecc) permette di ottimizzare l’utilizzo delle strutture aziendali (serre). Il tutto comporta l’acquisizione di nuove competenze e un maggiore impiego di personale specializzato.

Dati Partner
Azienda Agricola Iris Garden
Indirizzo

Italia

Dipartimento di Tecnologie, Ingegneria e Scienze dell’Ambiente e delle Foreste (DAFNE) dell’Università degli Studi della Tuscia
Indirizzo

Via San Camillo de Lellis snc
01100 Viterbo VT
Italia