BIOCOMPOST Innovazione di gestione di sistemi in trasformazione verso l’orticoltura biologica protetta mediante compostaggio on farm e impiego di TEA compost
L’eccessivo sfruttamento della risorsa suolo, specie nel comparto orticolo, conduce a un lento ma inesorabile declino del suo contenuto di sostanza organica, al peggioramento delle caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche e all’insorgenza di fenomeni dannosi sistemici come la “stanchezza del terreno”. Tale sindrome, che si acuisce soprattutto in regime di monocoltura e in assenza di una congrua gestione agronomica ed ecologica dei suoli, comporta la recrudescenza delle patologie comuni, la riduzione della capacità produttiva delle colture, il peggioramento della qualità e l’aumento dei costi per unità di resa agronomica (perdita di efficienza).
In mancanza del turn-over naturale, l’apporto esterno di sostanza organica è necessario per arrestare il decadimento. Questo può essere garantito dal compost, prodotto della trasformazione delle matrici organiche operata, durante il processo di compostaggio, da microrganismi in condizioni aerobiche indotte.
Le aziende agricole producono grandi quantità di biomasse vegetali idonee per il compostaggio (residui agricoli e scarti della preparazione del prodotto) e possono essere poste nella condizione di produrre in maniera sostenibile compost aziendale ("on farm"). L’introduzione di tale prodotto consente di innovare le tecniche colturali in sistemi ortivi in trasformazione verso il biologico e rivoluzionare la gestione organica dei suoli mediante l’ammendamento, con tutti i benefici che ne conseguono. Inoltre, il compost on-farm, sano e di qualità, rappresenta una risorsa preziosa per la produzione di compost TEA, formulato liquido ottenuto dall’estrazione aerobica di compost in acqua. Tale prodotto può essere impiegato sia per il trattamento del suolo che della parte aerea delle piante, con effetti sul loro stato fisiologico, nutrizionale e sanitario.
La principale innovazione realizzata dal progetto è ascrivibile alla capacità contratta dall’azienda agricola di produrre on farm ed impiegare compost di qualità e compost TEA in maniera autonoma. L’impianto di compostaggio si è rivelato un investimento prezioso e funzionale. Esso è stato realizzato su una platea in cemento armato di circa 200 metri quadrati, con un’area per la movimentazione e/o stoccaggio delle biomasse, e un’altra adibita al processo realizzato in cumuli statici ad areazione forzata. Quest’ultima è assicurata da una rete di tubi forati in PE, posti alla base dei cumuli, collegati a una soffiante elettro-comandata. La bagnatura è stata, invece, assicurata da un impianto ad ala gocciolante posto in sommità. I residui agricoli verdi (ortive e ligno-cellulosici (potatura e/o espianto frutteti rimossi dai campi, sono conferiti all’impianto, miscelati nelle dovute proporzioni ed allocati in cumuli per il compostaggio. Al termine della fase attiva (circa 45 giorni, la biomassa viene stoccata fino a maturazione. Il compost maturo è stato caratterizzato per i principali caratteri di qualità. Le prove di collaudo dell’uso di compost, su varie specie ortive come peperone, lattuga, mini-anguria e cavolo-rapa, hanno evidenziato una concreta capacità di sostenere le produzioni e l’attitudine di stimolare positivamente l’attività biochimica e microbiologica del suolo. Tale compost vegetale ha evidenziato caratteristiche peculiari in termini di composizione e proprietà biologiche, come ridotta fitotossicità ed interessanti livelli di soppressività.
Una parte molto interessante del progetto ha riguardato il compost TEA. Un estrattore aziendale della capacità di 1000 L è stato impiegato per la sua produzione a partire dal compost allocato in un cestello metallico cilindrico forato, immerso in acqua. Il ricircolo del liquido, assicurato da una pompa, ne consentiva indirettamente l’ossigenazione. Il compost TEA è stato provato su diverse specie come la mini-anguria, il cavolo-rapa, il peperone e la lattuga, fornendo indicazioni sugli aspetti sia nutrizionali che di biocontrollo delle patologie fungine. In aggiunta, sono state evidenziate interessanti proprietà biostimolanti dell’attività fisiologica della pianta connesse a miglioramenti delle loro performance produttive (+23% di produzione per il peperone e +35% di produzione per il cavolo-rapa).
In particolare, l’innovazione attuata prefigura un modello produttivo applicabile a tutta la filiera orticola organica, ottenendo vantaggi legati all’aumento dell’efficienza produttiva attraverso la disponibilità aziendale di ammendanti organici e mezzi della produzione biologica, la riduzione dei costi di approvvigionamento di prodotti di sintesi (concimi e fitofarmaci), la conversione all’agricoltura organica con miglioramento della qualità del prodotto e delle potenzialità commerciali (marketing).
Sul piano territoriale, Biocompost ha attuato una strategia di sviluppo che mette in primo piano la sostenibilità delle produzioni orticole mediante marcata riduzione dell’impatto ambientale, della gestione dei residui colturali e delle tecniche proprie dell’attività agricola come, per esempio, l’approvvigionamento e l’uso degli input sintetici, spesso a svantaggio delle risorse naturali (aria, acqua e suolo).
Questo modello di produzione e impiego aziendale di compost è stato anche trasferito in altre aziende della Piana del Sele.
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