BIO2: coltivare la biodiversità
L’abbandono delle aziende agricole in montagna ed alta collina da parte degli agricoltori è un fenomeno molto attuale, dovuto alla progressiva perdita di competitività delle stesse. La conduzione di un’azienda agricola in montagna e alta collina è molto più impegnativa rispetto alla pianura, per un insieme di difficoltà legate non solo al clima, più freddo e più soggetto a fenomeni intensi e improvvisi, ma anche alle caratteristiche dei terreni, alla viabilità, alla logistica. Questo ha forti ripercussioni sulla gestione del territorio e sulla tutela del paesaggio.
Tuttavia l’agricoltura di alta collina e di montagna può, beneficiare di strategie di differenziazione produttiva indirizzate verso il biologico, la salubrità, i territori, la biodiversità. In questo modo, i prodotti si sottraggono alla competizione focalizzata su rese-costi-prezzi con l’agricoltura di pianura e si dotano di un’identità tale da consentire, potenzialmente, la sopravvivenza, la crescita e addirittura il ritorno delle attività imprenditoriali.
Su quest'ultimo concetto si basa la costituzione del Gruppo operativo che attraverso il progetto Bio2 si proponeva la coltivazione in biologico, di frumenti "alternativi" come i farri e popolazioni locali, popolazioni evolutive o varietà storiche di frumenti teneri e duri, con l'intento di verificare se ci fosse una possibilità per la sopravvivenza, la crescita e addirittura il ritorno delle attività imprenditoriali in collina e montagna.
Il progetto ha portato ad individuare le combinazioni di genotipi antichi appartenenti al genere Triticum, che seminati contemporaneamente nello stesso appezzamento, e quindi coltivati in miscuglio in coltivazione biologica, hanno mostrato la miglior prestazione in termini di resa in campo e predisposizione alla prima e seconda trasformazione.
Il progetto si è sviluppato attraverso le seguenti fasi:
- Sviluppo della Biodiversità
In questa fase si sono sperimentati e messi in coltivazione in regime biologico, miscugli di varietà storiche e specie antiche appartenenti al genere Triticum, al fine di ottenere miscugli adattati e quindi specifici per ogni azienda. - Caratterizzazione chimica e nutrizionale
In questa fase si è proceduto a caratterizzare i miscugli, le varietà storiche e le specie antiche per il loro contenuto in proteine e microelementi importanti quali minerali, vitamine del gruppo B, acidi fenolici.
I pani ottenuti dai miscugli sono stati sottoposti a valutazione di accettabilità e gradimento mediante questionario da parte di un panel di consumatori. Infine, sono state valutate in vivo le risposte glicemiche e insulinemiche post prandiali su soggetti sani. - Analisi economica e nuove modalità di commercializzazione dei prodotti agricoli.
In questa fase si è proceduto a fornire alle aziende agricole concrete valutazioni delle potenzialità competitive delle scelte colturali proposte dal progetto e indicazioni pratiche su modalità di accesso al mercato che hanno consentito la piena valorizzazione del nuovo corso produttivo adottato.
Dopo due cicli di sperimentazione sono emersi: in pieno campo la popolazione Bio2 teneri con le produzioni più elevate (2,7/ettaro) e Solibam/Icarda per le produzioni più stabili; nelle prove parcellari solo le popolazioni Solibam e i due teneri moderni Blasco e Bologna hanno registrato produzioni sempre al di sopra della media di campo nelle due annate, seguiti da Fiorello, Terminillo, Virgilio, Rouquin e Odisseo.
Le varietà storiche hanno mostrato un contenuto medio proteico superiore a quello ottenuto per le varietà moderne di riferimento e una maggiore stabilità in fenoli totali. Gentilrosso, in particolare, si è distinto per un ottimo contenuto di fenoli totali e una buona stabilità. In generale, il contenuto medio di micronutrienti (vitamine del gruppo B e minerali) è risultato maggiore, o comunque comparabile, nelle varietà storiche di frumento rispetto alle moderne.
Dall'analisi sensoriale è emerso che il pane prodotto con farina Solibam si è avvicinato al concetto di "ideale" secondo i panelisti chiamati a rispondere a un questionario. I pani da farine Solibam, Grossi e Bio2 teneri sono stati associati ad attributi "positivi" quali odore gradevole, mollica morbida, crosta dorata. Tutto ciò nonostante i dati raccolti abbiano mostrato una inferiore qualità tecnologica delle varietà storiche rispetto a quelle moderne.
Le popolazioni evolutive hanno mostrato un'ottima capacità di adattamento al territorio e potrebbero effettivamente rappresentare un'opportunità per tutte quelle aziende di collina e montagna.
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