AGLIANICONE: Tecnologie Avanzate in Viticoltura ed Enologia. Per un Vino innovativo ottenuto dal Vitigno Aglianicone
La viticoltura campana rappresenta una filiera di notevole importanza, capace di esprimere prodotti che hanno
assunto una rinomanza nazionale e internazionale e di qualificare l’offerta agricola regionale nel suo complesso. La stessa è orientata alle produzioni di maggiore pregio, sa innescare attività economiche collaterali di grande valenza. Superata la fase dell’introduzione di vitigni provenienti da altre zone, l’enologia campana ha riscoperto le sue oltre cento varietà di vite autoctone, un patrimonio inestimabile e qualitativo, vero valore aggiunto.
La scelta di puntare sui vitigni autoctoni, unitamente ad importanti investimenti enologici, ha portato le aziende campane negli ultimi anni verso un salto di qualità, testimoniato dai tanti riconoscimenti per i vini in ambito nazionale ed internazionale e la presenza sempre crescente nelle principali guide di settore. Tra i tanti vitigni autoctoni recuperati si inserisce l’Aglianicone, un vitigno molto simile all’aglianico, di cui pare essere un progenitore, che presenta delle caratteristiche di resistenza nei confronti dei comuni patogeni della vite per cui è molto adatto alle coltivazioni biologiche.
A parità di condizioni climatiche raggiunge la maturità fenologica prima dell’aglianico e presenta dei tannini meno aggressivi del suddetto. Inoltre, risultano molto interessanti le caratteristiche estrattive (colore e aromatiche).
In questo contesto, in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e l’Università della Basilicata, si è deciso di portare avanti in maniera sistematica un’attività di trasferimento relativa alla valorizzazione del vitigno, partendo da superfici aziendali e coinvolgendo in tale ricerca altri produttori situati in diversi areali del Cilento. Il Cilento è un territorio molto complesso con tipologie orografiche, climatiche e pedologiche molto diverse, questo ha permesso di stabilire anche zone di elezione per la coltivazione.
Il progetto Aglianicone ha avuto come obiettivo l’approfondimento delle conoscenze relative al vitigno autoctono campano Aglianicone di cui si è fatta promotrice l’azienda cilentana capofila del progetto DeConciliis, attraverso l’uso di tecnologie avanzate.
Tali tecnologie sono così sintetizzabili:
- applicazione di un sistema geofisico (Geoprofiler) che utilizza il principio dell’elettromagnetismo indotto (EMI) al fine di valutare la variabilità spaziale delle caratteristiche fisiche dei suoli (tessitura, grado di saturazione idrica), che maggiormente influenzano la quantità e la qualità del prodotto uva. La resistività del suolo è stata perciò misurata utilizzando un georesistivimetro multicanale ed aree omogenee per i parametri pedoclimatici sono state individuate tramite analisi della variabilità del segnale resistivo/conduttivo del suolo. Durante il corso del progetto sono state condotte analisi di resistività nelle differenti fasi fenologiche della vite (fioritura/allegazione; invaiatura, raccolta, riposo vegetativo);
- applicazione della spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) per la valutazione dei metaboliti presenti nel prodotto in uva e vino Aglianicone derivanti dalle zone individuate dalle misure con il Geoprofiler. Il metaboloma di uva e vino ottenuto per via NMR è poi elaborato con tecniche di statistica multivariata per giungere a raggruppamenti statistici significativi che rappresentano la certificazione del terroir di uva e vino Aglianicone.
Inoltre, sull’uva Aglianicone sono state condotte anche analisi di caratterizzazione tradizionali, quali il peso, il pH, l’analisi dell’acidità totale, oltre che la lettura rifrattometrica del mosto per determinare la concentrazione zuccherina (espressa in gradi Brix) e la determinazione del profilo aromatico con tecniche SPE e gas-cromatografiche /spettrometria di massa.
L’uso delle diverse metodologie di valutazione è risultata utile nell’offrire maggiori elementi di giudizio ai policy makers e ai produttori nella scelta di sistemi di gestione e di prodotti più sostenibili. Per quanto riguarda i produttori, l’analisi del ciclo di vita del prodotto, uva da vino, ha rappresentato la strada per una migliore gestione delle risorse naturali disponibili, un minor consumo delle stesse e quindi una maggiore durata del business, l’ottenimento di risparmi di costi, il mantenimento e l’incremento delle quote di mercato, la valorizzazione del territorio a cui associato un’elevata qualità ambientale, un miglioramento della comunicazione e i rapporti con i consumatori e, infine, la promozione dell’immagine aziendale anche a livello internazionale.
Il modello di indagine e valutazione adottato contiene un’elevata trasferibilità ad altre aziende campane attive sul mercato internazionale, interessate alla ricerca di metodologie avanzate per la tracciabilità e certificazione di vini di pregio. Inoltre, le tecniche proposte sono altamente innovative e potenzialmente capaci di aiutare le produzioni vitivinicole tipiche italiane di uno strumento oggettivo di difesa di qualità e rintracciabilità territoriale.
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