Selezione clonale e sanitaria di varietà da vino del Piemonte
L’obiettivo è quello di salvaguardare un prezioso patrimonio ampelografico regionale e al tempo stesso avere un laboratorio a cielo aperto per la caratterizzazione di questi vitigni, chiarendo di volta in volta le sinonimie e le omonimie che spesso rendono complicata l’identificazione varietale, e costruendo un “serbatoio” di piante (dall’identità certa e di adeguato stato sanitario) per le successive fasi di propagazione ed una corretta reintroduzione in coltura. L’attività di selezione è stata condotta per ciascun vitigno in studio secondo il protocollo nazionale in appositi vigneti sperimentali (campi di omologazione) messi a dimora gli anni precedenti nelle aree tipiche di coltura. Nei vigneti già in produzione sono stati effettuati i seguenti rilievi: caratteristiche ampelografiche, epoche fenologiche, fertilità reale, peso legno di potatura, produzione, numero grappoli, peso medio grappolo, principali componenti del mosto. Alla vendemmia si sono effettuate 6 microvinificazioni e successivamente è stata eseguita l’analisi chimica e sensoriale dei vini clonali ottenuti. Su cloni di Barbera, Croatina e di Avanà sono state eseguite le analisi quantitative e qualitative dei composti polifenolici delle uve con particolare riferimento agli antociani. Sono stati effettuati i necessari controllo virologici, previsti dal protocollo nazionale ed in parallelo test biologici su viti indicatrici. L’attività svolta ha consentito di portare all’omologazione numerosi cloni di Dolcetto, Nebbiolo, Moscato Uva rara, Croatina, Freisa ed Avanà.
Ente | Contributo (€) | % |
---|---|---|
Assessorato regionale
|
€80.332,00
|
76,63%
|
Franco Mannini
f.mannini@ivv.cnr.it