Sviluppo di metodi per il monitoraggio e il controllo delle più importanti problematiche fitosanitarie nella filiera dell'actinidia regionale
Gli obiettivi del progetto sono:
-Identificare genotipi tolleranti o resistenti a Pseudomonas syringae pv. actinidiae (PSA) e predisporre incroci
-Valutare ibridi resistenti al PSA
-Sostenere una filiera vivaistica regionale, che includa anche genotipi resistenti a PSA
-Sviluppare tecniche di monitoraggio dello stato fitosanitario dell'actinidia, in particolare per il deperimento dell'actinidia
-Identificare gli agenti biotici coinvolti nel deperimento dell'actinidia e le possibili soluzioni
-Sviluppare sistemi innovativi per monitorare i patogeni da conservazione
-Sviluppare strategie integrate a basso impatto ambientale per il controllo delle malattie del kiwi in conservazione
Le principali attività previste dal progetto includono:
- la creazione e valutazione delle nuove selezioni di genotipi resistenti a PSA derivanti da incroci di A. arguta x A. chinensis
- la valutazione tramite droni delle coltivazioni di actinidia colpite dal deperimento in vari momenti della stagione, con l'obiettivo di valutare la possibilità di sviluppare un metodo per prevedere questa avversità
- l'analisi dell'insorgenza di patogeni legati alla frigoconservazione dei kiwi e la ricerca di metodi per il loro contenimento
- la promozione e disseminazione dei risultati ottenuti
L'actinidia rappresenta in Friuli venezia Giulia la terza coltura arborea per importanza, con una filiera regionale composta da una attività vivaistica per la produzione di piante a radice nuda o in vaso e circa 300 aziende agricole specializzate nella sua coltivazione. L'introduzione della coltura in regione è avvenuta negli anni '80 e nei primi tre decenni le principali avversità erano di tipo climatico (in particolare le gelate). Tuttavia, negli ultimi anni sono emerse delle problematiche fitosanitarie sia in campo, sia nella fase post raccolta, che il progetto intende affrontare e risolvere.
Il cancro batterico dell'actinidia, causato dallo Pseudomonas syringae pv. actinidiae rappresenta una delle principali avversità di questa coltura nel territorio regionale, tanto che dal 2011 sono stati applicati dei metodi per il suo contenimento (in particolare estirpi obbligatori su svariati ettari di terreno). Dal 2015, inoltre, si è manifestata un'ulteriore sindrome, denominata deperimento dell'actinidia, le cui cause non sono ancora totalmente chiarite. Si suppone siano implicati fattori biotici ed abiotici, comprese pratiche agronomiche inappropriate e condizioni meteorologiche avverse. Questa avversità ha un esito quasi sempre letale nelle piante colpite, oltre ad avere una diffusione molto rapida nell'impianto.
Nella fase di frigoconservazione anche i frutti sono soggetti ad attacchi di patogeni. I danni principali sono dovuti al fungo Cadophora luteo-olivacea, che provoca un'alterazione denominata skin pitting: la ridotta conservabilità dei frutti da esso causata rende difficoltosa l'esportazione, causando quindi un forte deprezzamento del prodotto.
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