Diversificazione di prodotti trasformati basata su elevati standard di benessere animale negli allevamenti suinicoli
Negli ultimi anni si sta assistendo alla nascita di un numero consistente di disciplinari di produzione, i quali prevedono elevati standard di benessere animale per andare incontro alle richieste di un’ampia fascia di cittadini europei che richiedono un trattamento più equo per gli animali da reddito e di consumatori che ambiscono a una maggiore offerta di prodotti animal friendly. Sempre di più, infatti, la normativa europea viene considerata come standard minimo, da integrare con iniziative private.
Con lo scopo di migliorare la competitività della filiera emiliano-romagnola delle carni suine stagionate producendo prosciutti e salumi ad alto valore aggiunto abbiamo deciso di far parte del Gruppo Operativo "RESPONSIBLE HAM", che si proponeva di identificare, sviluppare e promuovere soluzioni innovative e sostenibili per benessere animale negli allevamenti suinicoli.
Allo scopo di garantire ai suini un livello di benessere superiore rispetto a quanto previsto dalle attuali normative, sono state introdotte sia nella nostra azienda che in ciascuna azienda facente parte del GO le seguenti soluzioni:
Per le scrofe, per i suini in post-svezzamento e ingrasso sono stati considerati i seguenti aspetti:
- Riduzione del periodo di confinamento in gabbia nella fase di gestazione.
Il d.lgs. n. 122/2011 indica che le scrofe in gestazione devono essere allevate in gruppo nel periodo compreso fra quattro settimane dopo la fecondazione e una settimana prima della data prevista per il parto.
L’abbandono della stabulazione in gabbia nella fase di gestazione a favore di box di gruppo determina un incremento del benessere della scrofa, ma aumenta l’incidenza di comportamenti aggressivi tra gli animali che possono avere ripercussioni negative sull’efficienza riproduttiva.
In azienda sono state confrontate le performance di scrofe spostate in box collettivi dopo la fecondazione con quelle di scrofe spostate in box collettivi 25-28 giorni dopo la fecondazione, in seguito all’accertamento della gravidanza. - Stabulazione in box parto con confinamento temporaneo in gabbia nella fase di maternità.
Nonostante il box parto tradizionale con scrofa in gabbia fino allo svezzamento dei suinetti sia ammesso dal d.lgs. n. 122/2011, per garantire un migliore benessere della scrofa si stanno diffondendo soluzioni che prevedono la stabulazione libera parziale o totale della scrofa durante il parto e la successiva fase di allattamento.
Si tratta di soluzioni che forniscono alla scrofa lo spazio e il substrato per “costruirsi” il nido prima di partorire. Questo comportamento la prepara al momento del parto: più attiva e compiuta è la fase di preparazione del nido e più veloce sarà la fase di parto. Numerosi studi indicano che, quando la progettazione di questi box avviene in maniera corretta, si riescono ad ottenere risultati analoghi a quelli dei box parto tradizionali, soprattutto in presenza di operatori adeguatamente formati sul benessere animale e sulla gestione della scrofa libera. - Aumento della superficie di stabulazione per le scrofe gestanti in gruppo.
Il benessere dei suini è pregiudicato da forti restrizioni di spazio. Infatti, una superficie di stabulazione non idonea (ossia un’elevata densità di animali all’interno del box) può determinare effetti negativi in relazione a:
• possibilità di movimento. L’esercizio è importante per un corretto sviluppo della muscolatura e dello scheletro degli animali; se viene limitato può avere effetti a lungo termine sulla robustezza degli arti e sulla salute degli unghielli;
• comportamento di riposo. In condizioni di sovraffollamento il riposo dei suini può essere compromesso, in quanto gli animali che si spostano causano disturbo a quelli coricati;
• comportamento sociale (in particolare quello aggressivo). Uno spazio insufficiente porta a un aumento del livello di aggressioni, dell’incidenza dei comportamenti anomali e della risposta surrenale, suggerendo che alti livelli di stress si riscontrino anche in assenza di aggressioni manifeste.
È importante garantire, come prima cosa, che lo spazio a disposizione degli animali sia effettivamente utilizzabile; per questo la superficie del box deve essere calcolata, comprendendo l’eventuale defecatoio esterno pavimentato e provvisto di tettoia ed escludendo le zone occupate da truogoli e/o mangiatoie. Inoltre, per aumentare il benessere è necessario aumentare la superficie libera minima a disposizione di ciascun capo. - Utilizzo di idonei materiali manipolabili (paglia per gli adulti e corda per i suinetti).
La mancanza di un materiale idoneo da esplorare rappresenta uno dei maggiori problemi di benessere animale nell’allevamento intensivo del suino; l’impossibilità di esprimere il comportamento esplorativo è indicata come la principale causa della comparsa di comportamenti anomali e potenzialmente pericolosi, come il cannibalismo e l’aggressività eccessiva. Con sistemi di stabulazione a lettiera la paglia distribuita sul pavimento del box in grande
quantità è la soluzione da preferire. Se non è possibile prevedere la lettiera, la paglia in forma sciolta o di pellet può essere presentata al suino in modeste quantità con distribuzione a terra o in apposite/i rastrelliere/ dosatori oppure precompressa in blocchi o grossi pellets. Nel caso in cui la paglia non possa essere usata in alcun modo, è necessario ricorrere a soluzioni differenti; si tratta principalmente di oggetti sospesi, fissati al muro o liberi a terra. In azienda sono stati utilizzati i seguenti materiali manipolabili:
• paglia lunga in rastrelliera metallica per le scrofe gestanti in gabbia e in gruppo;
• paglia lunga in rastrelliera metallica oppure paglia in pellet precompresso in apposito supporto metallico per le scrofe allattanti in box con gabbia apribile;
• corde naturali sospese per suinetti in box parto;
• corde naturali sospese abbinate a tronchetti di legno morbido sospesi a catena per suinetti in post-svezzamento;
• corde naturali sospese abbinate a catena metallica oppure pellet di paglia a terra opppure tronchetti di legno morbido sospeso a catena per suini da ingrasso. - Diversi protocolli di castrazione.
La castrazione chirurgica senza anestesia e/o analgesia provoca dolore intenso e persistente al suinetto.
Per garantire il benessere degli animali, la castrazione chirurgica deve essere effettuata in anestesia e con l’applicazione di un efficace protocollo di analgesia anche quando viene eseguita entro il 7° giorno di vita. L’anestetico, sia generale sia locale, interviene sul dolore al momento dell’intervento, mentre l’analgesico riduce il dolore post-operatorio.
Una possibile alternativa alla castrazione chirurgica è l’immunocastrazione mediante l’utilizzo di un farmaco che provoca la soppressione della produzione di ormoni sessuali, eliminando così la necessità della rimozione chirurgica dei testicoli. L’immunocastrazione viene applicata con successo nel suino “leggero” mediante un piano vaccinale che prevede due interventi. Nel suino “pesante” sono necessari 3-4 interventi per garantire un’adeguata copertura fino al peso di macellazione. Il vantaggio di questa tecnica è la totale eliminazione dell’intervento chirurgico con effetti positivi sull’animale e sull’immagine del prodotto. Di contro, però, nei suini sottoposti a immunocastrazione e macellati a età avanzate occorre considerare l’effetto sull’aumento dei comportamenti aggressivi e delle carcasse scartate in fase di macellazione.
In azienda sono stati studiati due metodi alternativi: somministrazione di analgesico 20 minuti prima dell’intervento di castrazione e protocollo di immunocastrazione.
I risultati ottenuti mostrano in generale che: le scrofe alloggiate in gabbia parto tradizionale e le scrofe alloggiate in soluzioni che consentono parto e allattamento, o soltanto allattamento, senza confinamento hanno raggiunto i medesimi
risultati produttivi. Le scrofe libere al parto hanno trascorso più tempo in decubito laterale, garantendo maggiori possibilità di allattamento dei suinetti, con una significativa differenza nei tempi di suzione rispetto a quelli delle scrofe in gabbia.
I suini sottoposti a immunocastrazione hanno, come atteso, manifestato più comportamenti sessuali rispetto ai maschi castrati; questo si è tradotto in un aumento del numero di lesioni soltanto quando i suini appartenevano a una diversa linea genetica. L’aumento della superficie di stabulazione ha portato ad una minor incidenza di lesioni nelle scrofe in gestazione ma non per gli animali in accrescimento e ingrasso.
Nello specifico, riguardo ai sistemi di stabulazione sono stati confrontati i box singoli parto-allattamento con contenimento temporaneo della scrofa e quello con scrofa sempre libera. Si tratta di box nei quali è possibile prevedere un temporaneo contenimento della scrofa in una gabbia apribile. Il contenimento è avvenuto in concomitanza del parto, per limitare il possibile schiacciamento dei suinetti, o dei trattamenti da effettuare sulla nidiata, per proteggere l’operatore e la scrofa. I box con scrofa libera hanno dimensioni di 4,23 e 5,33 m2, con zone destinate soltanto ai suinetti. Generalmente, si tratta del nido (con almeno 0,7 m2/suinetto) e di passaggi perimetrali della larghezza di almeno 0,15÷0,2 m.
Le altre caratteristiche, ossia le dimensioni e le attrezzature presenti, sono analoghe a quelle delle strutture tradizionali. Anche il pavimento non cambia rispetto ai box con gabbia, ossia è un grigliato integrale, ad esclusione della zona nido.
La conversione dei box parto con scrofe sempre in gabbia in box parto con gabbia apribile ha comportato un notevole aumento di superficie (+70%) rispetto a quelle tradizionali. Ed i costi di ristrutturazione sono stati i seguenti: 750 € per singolo box laddove è stato necessario modificare soltanto la gabbia e l'installazione di nuovi divisori dell'altezza di 90 cm per scrofa; 1450 € per singolo box e ha previsto il rifacimento dell’intero box parto (gabbia, nido, pavimento, abbeveratoi per scrofa e suinetti, divisori dell’altezza di 90 cm per la scrofa, barre anti schiacciamento).
Per quanto riguarda i costi sui sistemi alternativi alla castrazione chirurgica senza anestesia e analgesia, è stato constatato che il costo per la sola castrazione chirurgica eseguita da 2 operatori è pari a circa 0,4 €/capo;
l’aggiunta dell’analgesia aumenta il costo di circa il 73% (0,678 €/capo), ma rimane sempre al di sotto di 1 €/suino. Il costo per l’immunocastrazione eseguita da un operatore e un veterinario varia da 4 a 5,3 €/capo a seconda del numero di interventi. Confrontato con il costo della castrazione con analgesia è superiore di 6-8 volte.
I maggiori costi sostenuti adottando questi sistemi vengono ammortizzati e ripagati da un maggiore prezzo di vendita del prodotto che oggi viene acquistato da una sempre più crescente platea di consumatori.
Le innovazioni implementate sono assolutamente trasferibili in tutte quelle aziende che decidono di puntare ad una maggiore offerta di prodotti animal friendly.
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